GIOTTO, L’AMICO DEI PINGUINI

GIOTTO, L’AMICO DEI PINGUINI

Lavoro dall'impostazione pedagogica a opera del regista Stuart McDonald, indirizzato ai più piccoli ma molto curato nella sua confezione, Giotto, l'amico dei pinguini soffre di un eccessivo semplicismo nella sua progressione narrativa, che lo rende un'esperienza gradevole quanto un po' effimera per il pubblico adulto.

Il Bianco salvatore

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Nella località australiana di Middle Island esiste una colonia di pinguini minori, i più piccoli del mondo, che però da qualche tempo stanno lentamente scomparendo, decimati dall’irrompere delle volpi. Emily, figlia della defunta fondatrice della colonia, sta disperatamente tentando arginare la minaccia, ma la lotta sembra impari; l’amministrazione comunale, inoltre, pensa di trasferire altrove i pinguini rimasti, per installare nel luogo un più remunerativo osservatorio di balene. Un giorno Giotto, pastore maremmano di proprietà di Swampy, padre di Emily, mette in fuga una volpe che aveva tentato di aggredire un pinguino ferito. Swampy, d’accordo con la nipotina Olivia, figlia di Emily, piazza così Giotto sull’isola a guardia dei pinguini rimasti. Ma gli interessi economici dietro al progetto dell’osservatorio renderanno la vita difficile a Giotto e ai suoi padroni.

L’ispirazione per questo Giotto, l’amico dei pinguini sta nella reale storia della località di Middle Island, e nel rivoluzionario progetto che ha visto il salvataggio della locale colonia di pinguini per opera dei cani maremmani. Il film di Stuart McDonald, infatti (al suo attivo un pugno di lavori televisivi, oltre all’inedito dramma Stranded) fictionalizza la vicenda dell’allevatore Swampy Marsh – che vediamo comparire nei titoli di coda – e del suo cane, effettivi iniziatori di un lavoro di recupero, salvaguardia e valorizzazione di un patrimonio naturale che rende, a tutt’oggi, la colonia un luogo unico al mondo.

Dalla vicenda, McDonald ha tratto un film tipicamente indirizzato ai più piccoli, dall’evidente impostazione pedagogica, che tuttavia si segnala per l’attenta e curata confezione: la coproduzione della National Geographic Society garantisce un occhio attento e una valorizzazione sempre presente agli splendidi paesaggi marittimi, uniti a uno sguardo curioso e partecipe per le specie animali che si muovono nel film. Al centro della scena, ovviamente, lo splendido esemplare di pastore maremmano che dà il titolo alla pellicola, oltre ai pinguini minori con cui a più riprese questo si troverà a interagire. L’uso del green screen nelle sequenze più pericolose – quelle con le volpi in scena – si rivela fluido e trasparente, mentre lo script segue, da par suo, i classici canoni di un’opera per ragazzi dall’impronta ecologica, aggiungendovi un insolito, stralunato humour, oltre a un piccolo tocco di suspence.

È ovviamente un lavoro dall’impronta pedagogica, questo Giotto, l’amico dei pinguini, indirizzato principalmente al pubblico più giovane, che si rivela sostanzialmente coerente coi suoi intenti. Il target e il formato del film di Stuart McDonald non impediscono che la confezione estetica sia decisamente curata: il regista, in particolare, sembra particolarmente interessato agli ambienti e al paesaggio, facendone, se non i protagonisti, quantomeno degli elementi dinamici e copartecipi della storia. Il problema della compresenza di varie specie animali (quattro in tutto) sullo stesso set viene sbrogliato al meglio dall’uso del montaggio e del green screen, garantendo comunque fluidità e credibilità al tutto.

Gli animali stessi (in primis i pinguini e il pastore maremmano protagonista) reggono al meglio, da par loro, alla prova dello schermo, mentre lo humour profuso a piene mani nella sceneggiatura si carica a volte di un elemento sopra le righe, abbastanza insolito per un film con queste premesse; un approccio addirittura cinefilo nei suoi riferimenti (si vedano i primissimi piani e i dettagli sugli occhi nel confronto tra la piccola protagonista e un suo antagonista, che rimandano allo spaghetti western). I rapporti tra i vari personaggi, e il modo in cui sono messi in scena, arrivano in modo chiaro e diretto al pubblico a cui il film è indirizzato.

Gradevole e curato nella confezione, Giotto, l’amico dei pinguini – anche e soprattutto a causa della sua impostazione e del suo target – soffre comunque di una semplicità che a tratti sconfina nel semplicismo. La sceneggiatura, comunque correttamente congegnata, avrebbe potuto forse dare una maggiore dinamicità all’ultima parte della vicenda, e premere in misura un po’ maggiore sul pericolo (che mai si percepisce realmente come tale) corso dal cane protagonista. Questa specifica fase del racconto si rivela eccessivamente contratta e affrettata, mentre il film sceglie di concentrarsi, per la maggior parte della sua durata, sui rapporti tra i personaggi, e su quelli tra questi ultimi e i vari animali. Senza stravolgere la sua natura di film per ragazzi, insomma, questo divertente Giotto, l’amico dei pinguini (Oddball in originale) avrebbe potuto accentuare ancor più la sua natura trasversale, regalando (anche) ai genitori presenti in sala un divertimento più sostanzioso.

Scheda

Titolo originale: Oddball
Regia: Stuart McDonald
Paese/anno: Australia / 2015
Durata: 95’
Genere: Avventura
Cast: Alan Tudyk, Sarah Snook, Richard Davies, Shane Jacobson, Coco Jack Gillies, Dave Lawson, Deborah Mailman, Frank Woodley, John Leary, Meeko, Tegan Higginbotham, Terry Camilleri
Sceneggiatura: Peter Ivan
Fotografia: Damian Wyvill
Montaggio: Cindy Clarkson, Max Miller, Marcus D’Arcy
Musiche: Cezary Skubiszewski
Produttore: Stephen Kearney, Sheila Hanahan, Richard Keddie
Casa di Produzione: Screen Australia, Film Victoria, Kmunications, The Film Company, WTFN Entertainment
Distribuzione: Microcinema

Data di uscita: 29/10/2015

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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