WEEKEND

WEEKEND

Dopo il successo del premiato 45 anni, la distribuzione italiana rispolvera il precedente lavoro di Andrew Haigh, datato 2011: Weekend è un'intensa e sofferta love story tra due individui irrisolti, contrassegnata da uno sguardo rigoroso eppure dolorosamente empatico.

Tre giorni per la vita

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Un venerdì sera come tanti, in una città inglese. Di ritorno da una serata a casa di amici, Russell si ferma in un locale gay e conosce Glen, giovane affascinante e spigliato. I due si avviano verso casa di Russell e passano una notte a base di alcol e sesso. Il giorno dopo, Russell e Glen hanno modo di conoscersi meglio: il primo è riservato, e punta a uniformarsi alle regole e alle convenzioni della società etero; il secondo vive invece apertamente la sua omosessualità, non perdendo occasione di provocare i benpensanti. Soprattutto, Russell cerca una relazione duratura, e una stabilità che ricalchi quella dei suoi conoscenti eterosessuali; Glen, invece, insegue costantemente il brivido del cambiamento, e ha il terrore di cristallizzare la sua vita in schemi predeterminati. Nel corso di un intero weekend, i due impareranno a conoscersi, scoprendo l’uno pregi e debolezze dell’altro, e vedendo nascere tra loro un tenero sentimento.

Dopo il successo di 45 anni, melodramma da camera impreziosito dalle interpretazioni di Charlotte Rampling e Tom Courtenay, la Teodora Film distribuisce ora in sala il precedente lavoro del regista inglese Andrew Haigh. Un’attenzione tardiva (il film risale al 2011) ma meritevole, visto l’assoluto valore del film di Haigh, lucida esplorazione delle dinamiche di un rapporto concentrato in tre, intensissimi giorni. Weekend, già presentato con successo in varie manifestazioni internazionali (l’ultima è stata l’edizione 2011 della Festa del Cinema di Roma) segue una strada opposta a quella del suo più celebrato successore: laddove quest’ultimo, infatti, metteva in luce problematiche, presunzioni e ipocrisie di un rapporto esteso in un arco vitale di quattro decenni, qui il tempo è contratto e concentrato in un singolo fine settimana.

Tematiche specularmente opposte, quindi, ma identica attenzione per maschere, fragilità e dolori di personaggi che si ritrovano cambiati e messi a nudo – e spesso costretti al confronto con la propria storia – dal contatto con l’altro. La tematica omosessuale qui non è che una delle tante componenti, con le sue peculiarità, di una love story che, col suo mix di asprezze e slanci di disarmante dolcezza, aspira all’universalità. Sullo sfondo, una città compartecipe del (melo)dramma, tra l’isolamento dei grigi palazzi in cui vive il giovane Russell, isolamento più tollerabile in quanto condiviso, e il caldo abbraccio di una notte ingannevole, capace di dare e togliere con la stessa esibita noncuranza. Nel guado, due esseri umani aggrappati l’uno all’altro, in un contesto sociale le cui ostilità (uno sguardo di stigma, un insulto gridato da lontano) restano quasi sempre fuori campo.

Elegante, intenso, attento nella scrittura quanto forte nella messa in scena, Weekend è uno dei migliori esempi di melò romantico (nel senso più alto del termine) di questa prima metà del decennio. Andrew Haigh, regista dichiaratamente gay – che al mondo omosessuale aveva dedicato il suo esordio, Greek Pete – evita di dirigere un film a tesi, rifiutando di dare centralità alle tematiche legate alla sfera sessuale; al contrario, siamo di fronte a una love story che mette in luce le quotidiane battaglie, le ferite e le fragilità di due individui solo apparentemente opposti nell’approccio all’esistenza. Un melodramma di cui il tema gay non è che una delle componenti, trattata senza compiacenze ed ipocrisie, con uno sguardo che al contrario mescola una disarmante, a tratti brutale sincerità, con un’empatia spesso dolorosa.

Sobrio ma forte nella regia, con un intelligente ed espressivo uso degli spazi (gli esterni, tra le luci calde della notte di una imprecisata città inglese, e quelle metalliche della periferia in cui abita il giovane protagonista), Weekend mostra una sicurezza e una maturità insolite per un regista al suo secondo lungometraggio: il film di Haigh, a nostro avviso, arriva a risultare persino più efficace del successivo (e più celebrato) 45 anni. Come in quest’ultimo, parte del merito va a due interpreti dalla grande sensibilità (qui entrambi esordienti) efficacemente diretti e bilanciati nel peso narrativo dei loro personaggi: l’emergente Tom Cullen (in seguito messosi in luce con la serie Downton Abbey) e il meno noto Chris New, un background teatrale e un’avviata, già interessante carriera nel panorama britannico indipendente.

Weekend, nella sua sobrietà e universalità, potrà forse deludere quegli spettatori che cerchino un approccio più esplicito al melodramma (laddove il regista britannico preferisce giocare col non detto e le ellissi narrative), o quelli che si aspettino un’opera a tesi, che magari dia conto di una presunta militanza gay del regista. Se lo sguardo sul mondo omosessuale è lucido e realistico, Haigh non punta qui alla descrizione di una specificità, quanto piuttosto alla resa (a tutto tondo) del rapporto tra due individui, non esaurito (com’è giusto che sia) dal loro orientamento sessuale. Una scelta che a nostro avviso rende il film, e il suo stesso contatto con le materie che tratta, certamente più vivo e credibile.

Scheda

Titolo originale: Weekend
Regia: Andrew Haigh
Paese/anno: Regno Unito / 2011
Durata: 97’
Genere: Drammatico, Sentimentale
Cast: Chris New, Joe Doherty, Johnathan Wright, Jonathan Race, Kieran Hardcastle, Laura Freeman, Loretto Murray, Sarah Churm, Tom Cullen, Vaxuhall Jermaine
Sceneggiatura: Andrew Haigh
Fotografia: Ula Pontikos
Montaggio: Andrew Haigh
Musiche: James Edward Barker
Produttore: Rachel Dargavel, Tristan Goligher
Casa di Produzione: Synchronicity Films, UK Film Council, Creative Scotland
Distribuzione: Teodora Film

Data di uscita: 10/03/2016

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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