SAFROM

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Prima prova di Nicola Barnaba al di fuori dei territori della commedia, Safrom si avvale di un’ottima prima parte e di una buona costruzione della tensione, ma resta incompiuto, in una conclusione che richiama un sequel che non sembra destinato a vedere la luce.

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Stufo di una vita noiosa, di un lavoro insoddisfacente e di una relazione soffocante, Max parte per un lungo viaggio tra i boschi, con meta imprecisata. Mentre attraversa una zona disabitata a bordo della sua auto, l’uomo rischia improvvisamente di investire una ragazza: si tratta di Sara, giovane ricercatrice diretta ai laboratori farmaceutici della Safrom, appena rimasta in panne con la sua macchina. Max, per scusarsi, accetta di dare un passaggio a Sara fino alla sede dell’azienda; ma, durante il tragitto, è testimone di una serie di strani eventi, compresa una serie di auto in panne ai bordi della strada, e l’apparente interruzione di tutte le comunicazioni radio. Un misterioso incendio, inoltre, sembra sbarrare ogni via d’accesso alla sede della Safrom. L’uomo, insospettito, chiede spiegazioni a Sara, ma questa sembra sempre più evasiva riguardo alla natura del suo lavoro, nonché sulla reale attività della casa farmaceutica.

Mentre la commedia Ciao Brother, suo secondo film in ordine di uscita (ma terzo in ordine di realizzazione) è ancora in sala, gli schermi del romano Fantafestival hanno appena ospitato la proiezione di Safrom, inedito zombie movie diretto da Nicola Barnaba. Un lavoro, quello di Barnaba, dal basso budget e dalla natura indipendente, realizzato in appena dieci giorni di riprese, e frutto di un progetto più volte trasformatosi nel corso della sua genesi. Nato idealmente come un lungometraggio, in seguito scritto come progetto di pilot per una web serie, poi tornato alle dimensioni dell’opera cinematografica, il film di Barnaba guarda alla variante sci-fi del genere, occhieggiando la serie di Resident Evil ma non dimenticando la lezione degli zombie romeriani, giunta fino a noi attraverso la rielaborazione di serie come la celebrata The Walking Dead.

Quello di Safrom è un progetto che rappresenta il primo, interessante saggio delle capacità di un regista come Barnaba al di fuori del ristretto ambito della commedia: un prodotto che cerca un’inedita, per quanto inevitabilmente incompiuta, via italiana al genere, mascherando i limitati mezzi a disposizione con un’efficace atmosfera basata in gran parte sul fuori campo. Un progetto che risente forzatamente delle trasformazioni che il suo soggetto ha subito nel corso del tempo, restando legato all’idea di una serialità (qui esplicitata in un ipotetico “primo episodio”, con tutta probabilità privo di evoluzione) che attraversa tutto il cinema moderno, tanto quello mainstream quanto quello indipendente, indipendentemente dalle sue latitudini.

Progetto ultraindipendente, realizzato in un lasso di tempo decisamente ristretto, Safrom colpisce per la professionalità della sua confezione, e per l’ottima capacità di massimizzare i limitati mezzi a disposizione. Il regista si prende tutto il tempo necessario per costruire gradualmente l’atmosfera, lasciando per quasi un’ora all’immaginazione dello spettatore (e a pochi, evocativi dettagli) l’orrore vagamente evocato dai dialoghi dei protagonisti. Una progressione narrativa che, tutta concentrata nel ristretto spazio dell’automobile guidata da Valerio Morigi, si nutre (anche) della suggestione delle location circostanti, incubatrici di possibili e imprecisate minacce. Sottolineata dall’efficace commento musicale di Pivio e Aldo De Scalzi, la regia mostra consapevolezza e capacità di sfruttare al meglio i meccanismi del genere, giocando abilmente con le suggestioni e con un orrore che, per tutta la prima parte del film, è suggerito anziché mostrato.

Quando è costretto a scoprire le sue carte, rendendo esplicita la natura della minaccia, Safrom perde inevitabilmente un po’ di efficacia. La limitatezza dei mezzi si traduce in un poco credibile make up, che finisce per sottrarre parte della suggestione abilmente costruita per circa un’ora di film. L’altro limite del film di Barnaba, questo intrinseco nel progetto, sta proprio nella sua incompiutezza: in coda al film, più che un finale aperto, troviamo una sorta di cliffhanger per un sequel che, almeno allo stato attuale, non sembra destinato a veder la luce. Un limite legato alle trasformazioni attraversate dal progetto nella sua genesi, ma sicuramente importante nell’ottica di quel fruitore che (legittimamente) si aspetti una vera conclusione alla vicenda.

Safrom poster locandina

Scheda

Titolo originale: Safrom
Regia: Nicola Barnaba
Paese/anno: Italia / 2015
Durata: 80’
Genere: Horror
Cast: Camilla Diana, Giuseppe Milazzo Andreani, Ciro Buono, Edoardo Margheriti, Giovanni Maria Buzzatti, Giuliano Oppes, Valerio Morigi
Sceneggiatura: Nicola Barnaba
Fotografia: Robin Brown
Montaggio: Nicola Barnaba, Nicola Bonifati, Mascia Calamandrei
Musiche: Aldo De Scalzi, Pivio
Produttore: Daniele Gramiccia, Cosetta Turco
Casa di Produzione: Azteca Produzioni, Saturnia Pictures

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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