SELFIE

SELFIE

Già presentato nella sezione Panorama dell'ultimo Festival di Berlino, Selfie è un documentario che mostra tutta l'empatia del regista Agostino Ferrente verso i suoi personaggi, di disarmante innocenza a dispetto del contesto in cui vivono.

Ricordo di un'estate

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Già apprezzato per i documentari L’Orchestra di Piazza Vittorio (2006) e Le Cose belle (2013), il regista Agostino Ferrente si è fatto notare, nel corso del 69° Festival di Berlino – all’interno della sezione Panorama – grazie all’ultima sua fatica, l’interessante Selfie, anch’esso un documentario, realizzato – come lo stesso titolo sta a suggerire – esclusivamente tramite telefoni cellulari. Ma la particolarità del presente lavoro sta, di fatto, proprio nella decisione del regista di lasciare il telefono in mano ai giovani protagonisti, facendo sì che gli stessi lo utilizzino a mo’ di selfie, raccontando, così, al pubblico la loro quotidianità.

Tutto prende il vie nell’estate del 2014, quando il giovane Davide Bifolco viene ucciso con un colpo di pistola alle spalle da un poliziotto, il quale lo aveva preso per un latitante. E se, da un lato, la giustizia ha dato parecchi grattacapi ad amici e parenti del ragazzo, dall’altro è il cinema, con il suo indubbio potere mediatico, a dire la sua, dando voce a chi non è stato ancora ascoltato a dovere.

Protagonisti della nostra storia, i giovani Pietro e Alessandro, amici per la pelle, ai quali viene affidato il fatidico telefonino. Disoccupato, ma con il sogno di diventare barbiere il primo, barista il secondo, i due ragazzi ci raccontano la vita nel rione Traiano di Napoli, tristemente conosciuto per l’alto tasso di criminalità, ma all’interno del quale vi sono non poche persone che si guadagnano da vivere onestamente. Di quando in quando, a fare da capolino davanti all’obiettivo dello smarthphone, altrettanti giovani e giovanissimi, ognuno dei quali ci regala un breve e personalissimo scorcio del suddetto rione.

Se, dunque, l’idea di dar vita a un prodotto cinematografico mediante l’esclusivo utilizzo di un telefono non è del tutto nuova (impossibile non pensare, ad esempio, al recente Amore Carne, realizzato nel 2011 da Pippo Delbono o, addirittura, al disturbante Unsane di Steven Soderbergh, del 2017), nel caso del presente Selfie, dato anche ciò che il regista ha voluto mettere in scena, l’utilizzo dello smartphone da parte dei due giovani protagonisti si è fatto quasi necessario, in modo da avere uno sguardo il più possibile limpido e pulito su una realtà sin troppo spesso vittima di banali luoghi comuni.

Avendo fatto, dunque, da supervisore all’intero lavoro, oltre ad aver selezionato e montato i filmati girati, Ferrente, analogamente a quanto è stato per Le cose belle mostra, su tutto, un grande amore per i propri personaggi e per la loro disarmante innocenza, malgrado la realtà in cui vivono ogni giorno. I giovani Pietro e Alessandro, dal canto loro, ce l’hanno messa davvero tutta, al fine di fornire un quadro completo di ciò che sono le loro vite. E, nel presente Selfie, non manca proprio nulla: dalle folli e spensierate corse in motorino, fino ai maldestri tentativi nel realizzare i primi tagli di capelli, dalle drammatiche testimonianze riguardanti l’ingiusta uccisione di Davide, fino ai pericolosi giochi di strada che vedono giovani e giovanissimi esercitarsi a sparare i primi colpi di pistola.

Malgrado, dunque,le numerose inquadrature lasciate, per forza di cose, inevitabilmente al caso, malgrado, non per ultimo, il velo di drammaticità e di rassegnata tristezza che pervade l’intero lavoro, Selfie ci appare, di fatto, come un vero e proprio inno alla vita, dove la vera amicizia ha la meglio su tutto e dove non è mai troppo tardi per abbandonare i propri sogni.

Memorabili, a tal proposito, i momenti che ci mostrano i due amici mentre si divertono in piscina – con tanto di inquadrature sott’acqua che tanto stanno a ricordarci il grande Jean Vigo – o mentre, sulle colline di Posillipo, fantasticano su un futuro migliore, in un quartiere signorile, dove la malavita sembra quasi un ricordo lontano.

E Selfie, dunque, sta a immortalare proprio questo: la spensieratezza mista a precoce consapevolezza di due giovani nei torridi giorni dell’estate del 2017. Fotografia di un momento che, malgrado il passare del tempo, resterà per sempre impresso nelle menti di chi abbia avuto modo di viverlo. Persino negli anni a venire.


Scheda

Titolo originale: Selfie
Regia: Agostino Ferrente
Paese/anno: Francia, Italia / 2019
Durata: 78’
Genere: Documentario
Cast: Alessandro Antonelli, Pietro Orlando
Sceneggiatura: Agostino Ferrente
Fotografia: Alessandro Antonelli, Pietro Orlando
Montaggio: Letizia Caudullo, Chiara Russo
Musiche: Andrea Pesce, Cristiano Defabriitis
Produttore: Marc Berdugo, Barbara Conforti, Gianfilippo Pedote
Casa di Produzione: Magneto Press, CDV – Casa delle Visioni, Rai Cinema, Istituto Luce, Arte France
Distribuzione: Istituto Luce

Data di uscita: 30/05/2019

Trailer

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Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

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