AVA DUVERNAY: UN FONDO CONTRO GLI ABUSI DELLA POLIZIA

AVA DUVERNAY: UN FONDO CONTRO GLI ABUSI DELLA POLIZIA

fonte: TheWrap

Nel pieno delle proteste per la morte di George Floyd, la regista ha lanciato un fondo che promuova una diversa “narrativa” sulle azioni poliziesche contro le persone di colore.

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Lo ha chiamato Law Enforcement Accountability Project (LEAP): lo scopo del nuovo fondo lanciato da Ava DuVernay, regista afroamericana, è quello di “creare un cambiamento narrativo” sulla brutalità della polizia americana, finanziando progetti che raccontino storie incentrate sull’argomento.

Secondo la descrizione ufficiale, tratta dal sito del progetto, il LEAP è “un fondo propulsivo dedicato a rinforzare l’azione degli attivisti che perseguono un cambiamento narrativo sul tema degli abusi della polizia sulle persone di colore. La nostra missione è infrangere il codice di silenzio che esiste intorno alla polizia e agli abusi. Non accetteremo più ciò. L’obiettivo di LEAP è di elevare lo storytelling degli attivisti sulla brutalità della polizia e sugli omicidi, finanziando progetti a breve termine nel campo di cinema, teatro, fotografia, arte, musica, poesia, letteratura, scultura e danza. Il cambiamento inizia con le storie che ci raccontiamo l’un l’altro sulla polizia e le persone di colore. Questo è il nostro lavoro. Il fondo è sostenuto da avvocati che credono nella trasparenza e visibilità della polizia”.

Secondo il Washington Post, LEAP finanzierà 25 progetti entro i prossimi due anni. L’iniziativa è sostenuta tramite la realtà noprofit Array Alliance di Ava DuVernay, con un budget iniziale di 3 milioni di dollari, proveniente da contributori come Ryan Murphy e la Ford Foundation.

Ava DuVernay ha annunciato la creazione del fondo nella puntata di lunedì della trasmissione The Ellen DeGeneres Show. “Ho pensato molto alla mia rabbia, alle mie emozioni”, ha detto la regista. “Quando guardo la registrazione di George Floyd, è come se vedessi i miei zii, e non per modo di dire: lui assomiglia davvero ad alcune persone della mia famiglia. Così, ogni volta che vedo quel video, vedo persone a cui voglio bene stese a terra, che implorano per la loro vita. C’è un senso in quelle immagini, e sta nelle storie che nascondono, e che ora vogliamo raccontare. Dobbiamo cambiarle, quelle storie, e cambiare il modo in cui le raccontiamo. La domanda è ‘perché non sappiamo cos’è che ci uccide?’”

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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