LUPIN – PARTE 1

LUPIN – PARTE 1

Interessante operazione di rivisitazione moderna (e libera) di un personaggio perfettamente scolpito nella memoria collettiva, Lupin convince e avvince per larghi tratti dei suoi primi cinque episodi, lasciando aperti i giochi e “chiamando” con mestiere all’attesa per la sua prosecuzione. Su Netflix dall’8 gennaio.

L'icona e il suo erede

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Rivisitare, nel 2021, il mito di Arsenio Lupin, ladro gentiluomo uscito dalla penna di Maurice Leblanc oltre un secolo fa, potrebbe apparire un’operazione autoreferenziale, se non addirittura fuori tempo massimo. I romanzi di Leblanc, infatti, hanno già dato origine a un gran numero di adattamenti cinematografici, televisivi, fumettistici e addirittura radiofonici, influenzando inoltre un gran numero di prodotti dell’industria culturale del ‘900 – a cominciare dal celebre manga Lupin III, fonte di una lunga serie di film e serie anime la cui lista si protrae dagli anni ‘70 a oggi. Eppure, basta uno sguardo (non superficiale) al primo trailer della serie, per rendersi conto che questo Lupin targato Netflix fa in realtà un’operazione diversa, prendendo liberamente spunto dai romanzi di Leblanc e costruendovi intorno una trama ambientata in epoca contemporanea, con un protagonista che è più emulo moderno che alter ego del famoso ladro di Leblanc. I nemici a tutti i costi del politically correct si sono indignati preventivamente alla visione del trailer, notando il ruolo di protagonista affidato all’attore di colore Omar Sy, senza neanche darsi pena di verificare che appunto di rivisitazione libera e contemporanea si tratta, e non di adattamento diretto. Paradossi della comunicazione istantanea dell’epoca social.

La trama di Lupin ruota intorno al personaggio di Assane Diop – ladro gentiluomo ed emulo delle gesta del famoso personaggio di Leblanc – impegnato nel tentativo di vendicare suo padre, morto suicida in carcere 25 anni prima, dopo essere stato incriminato per un furto che non aveva commesso. Assane, a cui prima di morire suo padre aveva donato il libro Arsenio Lupin, ladro gentiluomo, che diverrà per lui una sorta di “guida”, concentra la sua attenzione in particolare sulla famiglia Pellegrini, proprietaria di un immenso patrimonio e accusatrice principale – specie nella persona del patriarca Hubert – del defunto Babakar Diop. Assane, così, decide per prima cosa di sottrarre davvero alla famiglia il gioiello del cui furto era stato accusato suo padre, nel frattempo misteriosamente rinvenuto e venduto all’asta al Louvre; ma la sua azione sarà solo il prodromo di una lunga, personale indagine, che vedrà l’uomo impegnato nel tentativo di riabilitare la memoria del padre e di condurre alla rovina i suoi antichi accusatori.

Netflix ha reso disponibili, per ora, solo i primi cinque episodi dei dieci che dovrebbero comporre la prima stagione di questo Lupin, utilizzando una formula (“parte 1”) che lascia intendere che il lancio della seconda tranche di episodi non sia così lontano nel tempo. La brusca interruzione della narrazione, d’altronde, con un cliffhanger sicuramente più adatto a un episodio centrale che a un vero season finale, trasmette perfettamente l’idea di un prodotto ancora incompleto, che finora ha semplicemente posto le basi (o poco più) per gli eventi che lo caratterizzeranno nel futuro. Forzatamente, anche questa recensione andrà quindi a esaminare un’opera ancora da concludere, i cui sviluppi potrebbero portare la storia in varie, possibili direzioni. Tuttavia, esprimere una prima impressione su questa serie di produzione francese, ideata da George Kay e François Uzan, e diretta dagli esperti Marcela Said, Ludovic Bernard e Louis Leterrier, è operazione certamente lecita, se non doverosa. E l’impressione è quella di un prodotto sicuramente interessante, che gioca in modo intelligente coi rimandi ai romanzi originali (tanti, a cominciare dallo spettacolare furto iniziale all’interno del Louvre) ma strizza l’occhio anche a tanto cinema contemporaneo, la serie di Ocean’s Eleven – e i suoi tanti derivati – in primis. Non è un caso, d’altronde, che lo stesso Louis Leterrier sia stato regista di un divertissment moderno (il film Now You See Me – I maghi del crimine del 2013), che tanto doveva in termini di atmosfere e mood al franchise creato da Steven Soderbergh.

Inizia iniettando una robusta quantità di azione nel suo script, Lupin, non dimenticando mai la componente di commedia e inscenando un primo colpo in cui i ruoli di ladro e vittima vengono più volte ribaltati e sovrapposti. Lo script tiene sempre a mente il personaggio di Leblanc coi suoi tratti principali – abilità nel camuffamento, fantasia, capacità di arrivare sempre un attimo prima dei suoi avversari – sovrapponendolo tuttavia a una figura di figlio di immigrati vittima di un’ingiustizia; gli sceneggiatori danno così alla vicenda un’interessante (seppur non certo nuova) coloritura proletaria, e giocano contemporaneamente col tema del confronto coi poteri forti (qui incarnati dalla figura del rapace industriale Pellegrini). La narrazione si snoda attraverso i cinque episodi alternando passato e presente, mostrando la storyline principale e ricostruendone parallelamente le basi, con l’infanzia del personaggio, la perdita di suo padre, l’incontro con quella che diverrà la donna della sua vita e la sua “educazione criminale”. Proprio il tema della famiglia, e della protezione degli affetti, è forse una delle novità più importanti introdotte dalla serie rispetto al modello originale, trattato come tema trasversale (che coinvolge tanto il protagonista quanto i suoi avversari) e reso base per un personaggio in noir come il vecchio ispettore di polizia che fece condannare il padre di Assane. Altrettanto interessante, anche in termini di confronto/rimando alle storie originali di Leblanc, la figura del poliziotto che intuisce l’ispirazione letteraria delle gesta del ladro, versione aggiornata della nemesi storica di Lupin, l’ispettore Galimard dei romanzi.

Questa prima tranche di episodi di Lupin diverte e intrattiene, dosando con attenzione azione, noir e commedia, e costruendo un elaborato background (tanto per il personaggio quanto per i suoi nemici) i cui contorni restano ancora parzialmente da sviscerare. L’impostazione cinematografica del prodotto convince e per larghi tratti avvince, facendo sorvolare su alcuni passaggi poco credibili, in cui, anche considerando l’universo fantastico in cui vuole vivere la serie, si fa più fatica del dovuto a sospendere l’incredulità. Sbavature comunque di poco conto nel complesso dei circa 225 minuti totali di questa prima frazione di serie, la cui conclusione lascia aperti i giochi, e rimanda a una prosecuzione che già desta una giustificata curiosità.

Lupin (2021) poster locandina

Scheda

Titolo originale: Lupin – Dans l’ombre d’Arsène
Regia: Marcela Said, Ludovic Bernard, Louis Leterrier
Paese/anno: Francia / 2021
Durata: 43-52’
Genere: Commedia, Azione, Poliziesco
Cast: Hervé Pierre, Ludivine Sagnier, Omar Sy, Johann Dionnet, Nicole Garcia, Nicolas Wanczycki, Soufiane Guerrab, Vincent Garanger, Adama Niane, Antoine Gouy, Christian Gazio, Clotilde Hesme, Eric Paul, Etan Simon, Fargass Assandé, Jocelyne Vignon, Léo Boucry, Mamadou Haidara, Marie Barraud, Moussa Sylla, Shirine Boutella, Vincent Londez, Xavier Lemaître
Sceneggiatura: George Kay, François Uzan, Marie Roussin, Florent Meyer, Tigran Rosine
Fotografia: Christophe Nuyens, Martial Schmeltz
Montaggio: Jean-Daniel Fernandez-Qundez, Richard Marizy, Audrey Simonaud
Musiche: Mathieu Lamboley
Produttore: Isabelle Degeorges, Nathan Franck
Casa di Produzione: Gaumont Television
Distribuzione: Netflix

Data di uscita: 08/01/2021

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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