BEGINNING

BEGINNING

Bisognerà tenere d’occhio d’ora in poi Dea Kulumbegashvili. Il suo Beginning, al Trieste Film Festival 2021 dopo Cannes e il trionfo a San Sebastian (4 premi principali), è un esordio più che promettente. La storia di Yana, moglie e madre che vede la sua vita sgretolarsi dopo un inatteso episodio di violenza, è rigorosa sul piano estetico e coraggiosa narrativamente. Perde un po' di slancio sul finale ma lo sguardo d’autrice è robusto, e c’è una scena nel bosco che non si dimentica facilmente.

Ritratto di signora

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Un debutto che non passa inosservato, quello della georgiana Dea Kulumbegashvili. Che con Beginning sbarca in anteprima italiana al Trieste Film Festival 2021, dopo l’incetta di premi a San Sebastian e un passaggio in selezione a Cannes e Toronto. Sarà difficile non considerare il suo ritratto di donna inespressa uno degli esordi più stimolanti dell’anno.

Beginning non risolve del tutto, nella sua seconda metà, lo straordinario groviglio di tensioni portate alla luce da un incipit folgorante per potenza emotiva e senso estetico. La direzione imboccata da Yana, Ia Sukhitashvili, moglie e madre in pieno tumulto esistenziale dopo l’attentato che devasta la piccola sede della comunità di Testimoni di Geova presieduta dal marito, Rati Oneli, anche co-sceneggiatore, tende un po’ verso lo stereotipo.

Pure, al netto di qualche sbavatura, Beginning ha molto da offrire. Il senso di questa odissea verso la riscoperta del sé – varrebbe la pena di parlare di una nuova identità ma per amore di precisione meglio sarebbe scordarsi l’aggettivo – è suggerita da una narrazione disadorna, modellata sulle derive contemplative e sui silenzi che spezzano l’azione e gettano un ponte verso l’intimo. La galleria di quadri fissi che punteggiano il racconto, restituiti con il fascino evocativo e granuloso del 35 mm, definiscono con precisione millimetrica il perimetro e i contenuti dell’insoddisfazione della protagonista.

La storia di Yana è la storia di un sacrificio che appartiene, con sfumature, al vissuto di molte donne. Ambizioni di carriera (attrice) immolate per indossare la maschera di moglie e madre; e il copione, suggerisce Beginning, che fa acqua da tutte le parti. Ogni infelicità ha il suo colore specifico, e certo la rigida reclusione autoimposta al consesso religioso dall’intollerante società georgiana (84% cristiana-ortodossa), prima addormenta e poi fa da detonatore alla cornice di desideri inappagati.

La crisi esistenziale della donna passa anche attraverso un percorso di ignobili molestie e angherie subite per mano di un corrotto ufficiale di polizia che tenta, tramite la moglie e giocando una mano di ricatti e intimidazioni, di scoraggiare il marito dal presentare denuncia per l’atto che apre il film e di fatto, inaugura la stagione della crisi.

Rigoroso nella forma, moderato nell’azione esteriore eppure spiazzato sul finale da una ribellione tanto più sconvolgente in quanto solo accennata. Riflesso asimmetrico della violenza molto esplicita del prologo, Beginning guarda al modello di un cinema femminista, analisi intima e precisi contenuti formali, che trova il suo massimo riferimento nel devastante e indimenticabile Jeanne Dielman, 23, quai du commerce, 1080 Bruxelles, capolavoro difficilissimo di Chantal Akerman del 1974, emblema di un cinema che oggi non si può fare. A meno di felici deviazioni di percorso come questo bell’esordio, promessa di molto a venire.

Beginning, di un inizio si tratta e ce lo racconta anche il titolo, stempera nel già visto delle premesse e una tensione interiore fortissime costruite in un incipit notevole. Ma lo sguardo è già definito, la visione robusta, con un po’ di fortuna da qui in poi si può (quasi) solo migliorare.

Beginning (2020) poster locandina

Scheda

Titolo originale: Dasatskisi
Regia: Dea Kulumbegashvili
Paese/anno: Francia, Georgia / 2020
Durata: 130’
Genere: Drammatico
Cast: Ia Sukhitashvili, Kakha Kintsurashvili, Rati Oneli, Saba Gogichaishvili
Sceneggiatura: Dea Kulumbegashvili, Rati Oneli
Fotografia: Arseni Khachaturan
Montaggio: Matthieu Taponier
Musiche: Nicolas Jaar
Produttore: Ilan Amouyal, Steven Darty, Adrien Dassault, Rati Oneli, Nino Shengelaia, David Zerat
Casa di Produzione: First Picture, OFA, Zadig Films, Ga Films, Paradoxal Inc.

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Nato a Roma a un certo punto degli anni '80 del secolo scorso. Laurea in Scienze Politiche. Amo il cinema, la musica, la letteratura. Aspirante maratoneta.

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