ALLEN V. FARROW: PER WOODY ALLEN LA DOCU-SERIE È “UN LAVORO PIENO DI FALSITÀ”

ALLEN V. FARROW: PER WOODY ALLEN LA DOCU-SERIE È “UN LAVORO PIENO DI FALSITÀ”

Dopo il debutto su HBO della docu-serie incentrata sulle accuse di molestie al regista, quest’ultimo ha fatto sapere di non riconoscervisi assolutamente.

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Ha debuttato ieri su HBO – con la prevedibile scia di discussioni e polemiche – la docu-serie Allen v. Farrow, realizzata dai registi Amy Ziering e Kirby Dick e incentrata sulle controverse accuse che hanno colpito Woody Allen nel 1992, quando il regista fu accusato di aver molestato sua figlia adottiva Dylan Farrow. La serie, in quattro episodi, si basa su interviste esclusive a Mia Farrow e ai suoi figli (inclusi Dylan, Ronan, Lark, Quincy e Fletcher) oltre che ad altre persone a vario titolo coinvolte nel caso, tra cui il procuratore Frank Maco e alcuni testimoni. Il documentario ricostruisce anche la battaglia legale per la custodia, e la relazione del regista con un’altra figlia adottiva di Mia Farrow, Soon-Yi Previn, poi divenuta sua moglie.

Proprio Allen e Previn si sono voluti esprimere, seppur indirettamente, sul documentario appena andato in onda, con un commento del loro portavoce a Deadline: “Questi documentaristi non avevano nessun interesse per la verità. Hanno passato invece anni a collaborare surrettiziamente coi Farrow e coi loro sostenitori, per covare un lavoro pieno di falsità. Woody e Soon-Yi sono stati contattati solo due mesi fa, e hanno dato loro solo pochi giorni per ‘rispondere’. Ovviamente, si sono rifiutati di farlo”.

Un’intervista al New York Times dei due registi rivela inoltre che Mia Farrow non voleva inizialmente prendere parte ad Allen v. Farrow. “Non voleva esserne parte”, ha rivelato Ziering. “L’ha fatto per sua figlia Dylan. Nell’intervista in cui la vedete, indossa la mia camicia: ho dovuto farmi prestare una camicia da un’altra persona e dare la mia a lei, perché quando si è presentata non voleva fare l’intervista, era infelice. Cosa indossava? Neanche me lo ricordo”.

Secondo Ziering, l’attrice le avrebbe detto: “Mia figlia è venuta da me, e mi ha detto che questa cosa era importante per lei, e che aveva bisogno che la facessi per lei. Io sto dalla parte dei miei ragazzi. E mi prenderò tutto il fuoco che mi arriverà addosso. Io non ti conosco, Amy, e non conosco Kirby. Conosco però il vostro lavoro. Sono stata scorticata per non aver fatto nulla”.

Le preoccupazioni della Farrow si incentravano principalmente sulla possibile reazione di Woody Allen. Nell’episodio finale della serie, l’attrice dichiara: “Ho paura di lui, è una persona che non ha mai detto la verità, e ora sarebbe capace di tutto. Una persona capace di tutto è qualcuno di cui avere paura. Quindi sono preoccupata che, quando questo documentario uscirà, tornerà di nuovo all’attacco. Farà di tutto per salvarsi, sapete, dalla verità, dal disastro che ha fatto”.

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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