REVENANT – REDIVIVO

REVENANT – REDIVIVO

Potente e ammaliante, percorso da un respiro da cinema classico, ma a volte squilibrato, Revenant – Redivivo è l’ideale vetrina per le doti tecniche di Alejandro González Iñárritu, e per quelle attoriali di un DiCaprio in odore di Oscar. Un lavoro che, nella sua imperfetta sintesi tra ricerca autoriale ed esigenze da blockbuster, mostra alcuni interessanti elementi di evoluzione nella poetica del suo autore.

Torna a casa, Glass

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La visione di questo Revenant – Redivivo, ultimo lavoro di un Alejandro González Iñárritu già in odore di Oscar, ci ha lasciato (lo ammettiamo) con sensazioni contrastanti. Sensazioni che ci spingono a ragionare sul film in modo il più possibile laico, evitando di schierarci aprioristicamente tra gli estimatori o detrattori del regista messicano. Il nuovo film di Iñárritu, cineasta parimenti amato e odiato dal mondo cinefilo, sembra infatti ribadire – in un contesto maggiormente orientato al blockbuster rispetto al passato – peculiarità e limiti del suo cinema, mostrando tuttavia, nel contempo, alcuni interessanti elementi di evoluzione; elementi legati qui alla capacità mostrata dal regista di adattare la sua estetica – debordante come sempre – alle esigenze di una vicenda dal taglio più essenziale e classico. Una vicenda da revenge movie western, tutta incentrata sulla prova fisica e umorale di un Leonardo DiCaprio che sembra mostrare in ogni momento la sua (più che giustificata) smania di arrivare all’ambita statuetta. DiCaprio, nello specifico, veste qui i panni di Hugh Glass, cacciatore che, nel Nord Dakota del 1823, viene ferito gravemente da un orso grizzly dopo che un gruppo di indiani ha decimato la sua squadra; l’uomo, in fin di vita, assiste impotente all’omicidio di suo figlio da parte di un suo compagno superstite, mosso dallo scopo di incassare la sua parte di ricompensa. Sopravvissuto per miracolo, Glass si mette in cammino attraverso la wilderness, recuperando gradualmente le forze, mosso dall’unico scopo della vendetta.

L’inizio di un’odissea

Revenant - Redivivo, Leonardo DiCaprio in una scena d'azione del film
Revenant – Redivivo, Leonardo DiCaprio in una scena d’azione del film di A.G. Iñárritu

La prima, notevole mezz’ora di Revenant – Redivivo è la parte in cui il regista pone le basi della vicenda, narrando l’evento che muove la storia e riuscendo a catturare in modo efficace – ma senza astuzie di sorta – gli occhi e i nervi dello spettatore. Lo scontro dei cacciatori con gli indiani Ree viene messo in scena in modo diretto e sanguigno, con una fisicità nervosa che mostra una volta di più tutte le doti tecniche di Iñárritu; doti messe qui al servizio (come raramente è successo in passato) di un cinema essenziale e fisico, tutto teso a evidenziare la dimensione terrena – e brutale – del confronto tra uomo e uomo, e tra uomo e natura. Una frazione in cui la macchina da presa del regista resta attaccata a volti e corpi, facendo un largo uso di piani ravvicinati, e servendosi in modo sempre funzionale del piano sequenza (notevole quello corrispondente all’assalto degli indiani); una ricerca sull’immagine e sulla messa in scena che viene supportata dalla notevole fotografia di Emmanuel Lubezki, che nei suoi toni si integra alla perfezione col mood richiesto dalla vicenda. Una vicenda la cui prima parte viene chiusa, idealmente, dall’attacco del grizzly, culmine di un climax che introduce la vera e propria odissea (da intendersi sia come ritorno a casa che come viaggio in cerca di vendetta) del protagonista. Un protagonista la cui prova, a questo punto, passa decisamente in primo piano.

Fisicità e onirismo

Revenant - Redivivo, Leonardo DiCaprio in una sequenza del film
Revenant – Redivivo, Leonardo DiCaprio in una sequenza del film di A.G. Iñárritu

Se nella frazione introduttiva di Revenant – Redivivo, Iñárritu era riuscito in qualche modo a tenere a bada la sua attitudine al formalismo, il suo innamoramento (non sempre giustificato) per la bella immagine e il vezzo autoriale, queste componenti finiscono per avere la meglio nelle fasi successive del film; e lo fanno disturbando a tratti (in modo non eccessivo, ma comunque avvertibile) il vero e proprio tour de force attoriale di un notevole DiCaprio, tutto fisicità e istinto. Il viaggio del cacciatore redivivo si colora di frequenti parentesi oniriche, di sprazzi di visioni e sogni, di momenti simbolici difficili da inquadrare nel contesto della trama; una tendenza alla sovrastruttura che mal si integra con l’essenzialità richiesta dal soggetto, col suo rimandare a pulsioni basilari e ancestrali, e soprattutto terrene. Laddove il regista sembra aver messo da parte i temi del destino e del caso – espressi prima nell’incastro tra storie indipendenti dei primi lavori, poi nell’esibita unità di tempo e luogo del successivo Birdman – Iñárritu pare voler recuperare qui queste suggestioni sul piano metafisico; un piano che tuttavia il regista fatica ad armonizzare con una vicenda che resta, per sua natura, improntata al realismo e alla fisicità. A tratti sembra insomma che Iñárritu punti a diventare una sorta di clone di Terrence Malick, non avendone tuttavia l’attitudine; ma mancando qui, soprattutto, del materiale narrativo necessario per realizzare una simile aspirazione. Una “parentela” che risulta forzata, al di là della presenza in comune di Lubezki.

Una nuova via?

Revenant - Redivivo, Tom Hardy in una scena del film
Revenant – Redivivo, Tom Hardy in una scena del film di A.G. Iñárritu

Visivamente grandioso e percorso da un respiro da cinema classico, magniloquente quanto spesso squilibrato e poco coeso, Revenant – Redivivo resta comunque un film da guardare con occhi scevri da qualsiasi pregiudizio – che sia positivo o negativo; ciò soprattutto in ragione dell’abituale capacità del regista di polarizzare valutazioni (più o meno sommarie) contrapposte e ugualmente fuorvianti. Se è vero che l’eccellente confezione del film non maschera del tutto i suoi problemi narrativi (concentrati soprattutto nel personaggio di Tom Hardy e in quello di Domhall Gleeson, e in azioni e dialoghi che spesso mancano di credibilità) è anche vero che Iñárritu riesce qui a maneggiare efficacemente una vicenda apparentemente fuori dalle sue corde; e lo fa puntando a un equilibrio – difettoso e da rivedere, ma nondimeno interessante nelle premesse – tra magniloquenza da blockbuster, ricerca sull’immagine e fisicità sanguigna e immediata. Un lavoro che appare quasi una premessa, l’inizio di una revisione e di un’evoluzione in un cinema che pareva ripiegato su un’autorialità sterile, che rischiava di farsi – pur nella differenza formale delle storie presentate – ripetitiva e fine a se stessa. Questo incontro, pur imperfetto, con la dimensione da blockbuster, apre insomma suggestioni stimolanti per il futuro del regista; ed è questa una considerazione che ci appare francamente più interessante rispetto alle previsioni sul numero di statuette che il film riuscirà a portare a casa, o sul tanto agognato raggiungimento di questo obiettivo da parte del suo protagonista.

Revenant - Redivivo, la locandina italiana del film
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Scheda

Titolo originale: The Revenant
Regia: Alejandro G. Iñárritu
Paese/anno: Taiwan, Stati Uniti, Hong Kong / 2015
Durata: 156’
Genere: Drammatico, Avventura, Western
Cast: Domhnall Gleeson, Leonardo DiCaprio, Paul Anderson, Tom Hardy, Will Poulter, Brendan Fletcher, Lukas Haas, Kristoffer Joner, Arthur RedCloud, Christopher Rosamond, Duane Howard, Fabrice Adde, Forrest Goodluck, Joshua Burge, Melaw Nakehk'o, Robert Moloney
Sceneggiatura: Alejandro G. Iñárritu, Mark L. Smith
Fotografia: Emmanuel Lubezki
Montaggio: Stephen Mirrione
Musiche: Alva Noto, Ryuichi Sakamoto
Produttore: Steve Golin, Alejandro G. Iñárritu, Alexander Dinelaris, Nicolás Giacobone, Arnon Milchan, Douglas Jones, Mary Parent, Keith Redmon, Scott Robertson, Alex G. Scott, James W. Skotchdopole
Casa di Produzione: Anonymous Content, New Regency Productions, M Productions, RatPac Entertainment, Alpha Pictures, Appian Way, CatchPlay, Taiwanese Revenant
Distribuzione: 20th Century Fox

Data di uscita: 16/01/2016

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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