ONDA SU ONDA

ONDA SU ONDA

Resta originale e apprezzabilmente obliqua la visione della commedia di Rocco Papaleo, più interessante di quella della media dei prodotti italiani odierni, ma questo Onda su onda è gravato da una scarsa armonia di registro e dalla prova di un Alessandro Gassmann sottotono.

Chiassose, “oceaniche” malinconie

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Gegè Cristofori è un cantante in là con l’età, che sembra ormai essersi lasciato alle spalle i giorni migliori. Pressato dalle ristrettezze economiche, Gegè deve raggiungere la città uruguaiana di Montevideo per esibirsi davanti al pubblico locale. Ruggero Chiaromonte, invece, vive ormai da anni in mare: senza legami, Ruggero fa il cuoco su una nave mercantile, e ha sempre rifiutato di scendere a terra. L’incontro tra i due, sull’imbarcazione che è ormai la casa di Ruggero, è dapprima burrascoso, ma durante il viaggio i due imparano a conoscersi e ad apprezzarsi. A Montevideo, Ruggero accetta così di aiutare Gegè quando questi, avendo perso la voce per un problema alla gola, capisce di non potersi esibire. Il cuoco accetta di sostituirsi a Gegè e di spacciarsi per lui… ma non tutto andrà come i due uomini avevano previsto.

Artista eclettico, mosso da uno spirito autoctono e originale nelle sue tante attività (equamente suddivise tra cinema, teatro e musica) Rocco Papaleo continua qui nella sua personale esplorazione dei territori della commedia. Lo fa, l’artista lucano, confermando la sua visione meticcia e contaminata del genere, espressione di uno spirito indipendente riportato nel mainstream: un approccio libero e legato a doppio filo alle sue origini di musicista jazz, più istintuale che ragionato, del tutto bagnato nell’elemento musicale e negli umori della sua terra. Rispetto alle precedenti regie di Papaleo (Una piccola impresa meridionale, ma soprattutto l’esordio di Basilicata Coast to Coast) questo Onda su onda è invero un prodotto più strutturato: forte di una scrittura più classica, il nuovo lavoro di Papaleo innesta improvvisazioni e twist narrativi su un canovaccio forte e maggiormente rigido che in passato.

Resta, nel nuovo film dell’attore/regista, la massiccia presenza dell’elemento musicale, la fascinazione per i non luoghi (qui la nave in viaggio, corrispettivo della strada di Basilicata Coast to Coast e del faro solitario di Una piccola impresa meridionale), la passione per i ritratti caricaturali di vite scollate e destrutturate, che hanno lasciato conti in sospeso col passato. Resta il tentativo, ancor più spinto in questo Onda su onda che nei precedenti lavori, di fondere la commedia col dramma, che qui deborda addirittura in una forte, progressivamente sempre più presente componente melò. Resta, infine, l’esplorazione di territori dal forte carattere identitario, qui espressa nella rappresentazione (colorata, iperrealista, sempre vitale) di una terra sudamericana che stabilisce un ideale trait d’union con le campagne e i sobborghi della Basilicata. Un humus in cui Papaleo sposta con naturalezza i suoi ritratti umani grotteschi e ironicamente malinconici.

Quella di Papaleo resta una visione originale, personale, intrinsecamente vitale, di un genere che in Italia soffre da decenni di una forte standardizzazione. L’attore/regista continua in Onda su onda a presentare i suoi personaggi marginali (il Gegé da lui interpretato, il cuoco col volto di Alessandro Gassmann, ma anche la giovane Luz Cipriota) con tocco leggero, intriso di un humour malinconico e un po’ stralunato, ma quasi sempre preciso e centrato. L’ambientazione del film nella prima mezz’ora, quell’imbarcazione in mare aperto così carica di richiami simbolici e persino mitici (il viaggio, la natura liminale di un luogo/non luogo, la carica di malinconia e solitudine che questo porta con sé) stabilisce subito un forte legame emotivo tra spettatore e personaggi. Lo script raggiunge questo risultato con leggerezza, in modo discreto e con piglio quasi casuale. È apprezzabile inoltre la descrizione vitale, mai stereotipata, del centro urbano urugaiano e dei suoi abitanti, teatro ideale per le storie incrociate dei tre protagonisti.

Nonostante i suoi molti motivi di interesse, Onda su onda è gravato comunque da limiti di concezione e messa in scena, che lo rendono l’episodio più debole della filmografia da regista di Papaleo. L’amalgama tra commedia e (melo)dramma non si esprime sempre al meglio, con la prima componente tradotta in un insieme di deboli e poco riuscite gag, di personaggi esili e poco funzionali (il capitano interpretato da Massimiliano Gallo), di situazioni spesso risapute. A non funzionare, ed è un limite piuttosto grave, è però soprattutto l’affiatamento tra i due protagonisti: “colpa” soprattutto di un Gassmann che fin dall’inizio appare fuori parte nel ruolo del cuoco spiantato, dal piglio forzato e poco convinto, tale da rendere più difficile l’identificazione e l’empatia col personaggio. Un limite che, insieme alla scarsa compattezza e armonizzazione dei vari registri del film, ne inficia in parte la riuscita, lasciando intravedere solo a intermittenza l’originale – e comunque presente – approccio di Papaleo al genere.

Scheda

Titolo originale: Onda su onda
Regia: Rocco Papaleo
Paese/anno: Italia / 2016
Durata: 102’
Genere: Commedia
Cast: Alessandro Gassmann, Massimiliano Gallo, Rocco Papaleo, Luz Cipriota, Calogero Accardo, Maximiliano Pereyra, Silvia Pérez
Sceneggiatura: Valter Lupo, Federica Pontremoli, Rocco Papaleo
Fotografia: Maura Morales Bergmann
Montaggio: Christian Lombardi
Musiche: Francesco Accardo, Rudy Pusateri
Produttore: Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Marco Cohen
Casa di Produzione: Indiana Production, Less Is More Produzioni
Distribuzione: Warner Bros. Entertainment Italia

Data di uscita: 18/02/2016

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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