LA DONNA ELETTRICA
Con La donna elettrica Benedikt Erlingsson dona al pubblico una commedia dolceamara, ricca di contraddizioni e regressioni animalesche, non scevra dall’immancabile lieto fine.
L'Apocalisse secondo Erlingsson
Combattendo in solitaria contro la multinazionale Rio Tinto, la fervente ambientalista Halla dà voce a una verde agit-prop islandese contro l’avanzata dello sfruttamento del territorio, fino all’arrivo di un’ospite inaspettata.
L’Islanda si rigira convulsamente nella sconfinatezza delle sue montagne. Non dorme sogni silenti da quando le si puntano, al cuore, frecce infuocate. Frecce che urlano, sibilano nella bruma invocando la propria, personalissima verità. Frecce di resilienza, non si accettano feriti nella marcescenza degenerata di una distruttiva economia capitalistica.
Halla lotta.
Lotta spietata perché contro un nemico invisibile, l’etica produttiva, lotta senza quartiere perché combattuta da sola. Nell’ombra dell’anonimato, però, il bagliore fulgido: una bimba, previsione di respiri comuni e sorrisi condivisi. Si combatte con la com-passione, la sordità d’animo?
La forza de La donna elettrica sta nel tempo del ripensamento. Portavoce universale di ogni teodicea del particolare, Halla agisce gonfia di intenzionalità pura, narcisisticamente salda nella potenza autoconferita dell’ideale. Messa dinnanzi alla possibilità di un palliativo al dolore della sua – inconscia – solitudine, una bimba, l’egoismo ruggente del fondamentalismo lascia però spazio al silenzio dell’attesa. Libera.
Non nella donna, dunque, non nel presunto cugino, non nella speculare sorella, non nel reticente impiegato comunale si annida il retrogusto inquietante assaporabile nell’opera. Sciabordio di una pigra apocalisse, ci fa paura l’uomo. Uomo, attenzione, non umano. Uomo in quanto immerso nella dimensione metatecnologica del suo essere, uomo accoccolato al caldo di una babelica televisione, uomo non più conscio del suo essere tale senza la confortante supervisione del proprio portatile. E allora telefoni rinchiusi in refrigeratori, onde sonore evitate da movenze yoga, droni imprigionati al lazo.
A cornice del latente espressionismo de La donna elettrica, colorano la scena musiche vive, palpabili. Erlingsson dispone vividi “a parte” musicali ad accompagnare lo scorrere degli eventi, donando umanità all’impetuosità della protagonista e plasticità alla bellezza mozzafiato dello scenario Islandese.
Notevole l’interpretazione di Halldóra Geirharðsdóttir, candidata agli European Film Award come miglior attrice: nel donar voce e corpo contemporaneamente alla protagonista e alla sorella gemella, l’attrice più acclamata dell’attuale panorama islandese si concede una morbida esplorazione delle luci e ombre animanti il film, di cui Halldóra costituisce l’innegabile fulcro.
Nella sua delicatezza, La donna elettrica riflette silenziosamente ma con accuratezza sulle principali prospettive e inquietudini affollanti la realtà odierna, elevando la domestica realtà dello scenario islandese a una speranzosa riflessione sulla facoltà di scelta.
O, se vogliamo, sulla facoltà di sognare in grande.
Scheda
Titolo originale: Kona fer í stríð
Regia: Benedikt Erlingsson
Paese/anno: Francia, Ucraina, Islanda / 2018
Durata: 101’
Genere: Commedia
Cast: Hilmir Snær Guðnason, Charlotte Bøving, Halldóra Geirharðsdóttir, Juan Camillo Roman Estrada, Albert Halldórsson, Galyna Goncharenko, Gunnar Bersi Björnsson, Halldór Laxness Halldórsson, Helga Braga Jónsdóttir, Iryna Danyleiko, Jóhann Sigurðarson, Jón Gnarr, Jörundur Ragnarsson, Magnús Trygvason Eliassen, Margaryta Hilska, Omar Gudjonsson, Saga Garðarsdóttir, Sólveig Arnarsdóttir, Thorstein Gudmundsson, Vala Kristin Eiriksdottir
Sceneggiatura: Benedikt Erlingsson, Ólafur Egilsson
Fotografia: Bergsteinn Björgúlfsson
Montaggio: David Alexander Corno
Musiche: Davíð Þór Jónsson
Produttore: Carine Leblanc, Marianna Novikova, Jon Palmason, Sigurður Gísli Pálmason, Birgitta Bjornsdottir, Guðbjörg Sigurðardóttir, Bergsteinn Björgúlfsson, Marianne Slot, Benedikt Erlingsson, Kjartan Sveinsson, Serge Lavrenyuk, Bjarni Össurarson
Casa di Produzione: Ríkisútvarpið-Sjónvarp (RÚV), Slot Machine, Gulldrengurinn, Solar Media Entertainment, Köggull Filmworks, Vintage Pictures
Distribuzione: Teodora Film
Data di uscita: 13/12/2018