GODZILLA II – KING OF THE MONSTERS

GODZILLA II – KING OF THE MONSTERS

Sequel del Godzilla del 2014, buona prova di regia per Michael Dougherty, Godzilla II - King of The Monsters offre la sua robusta – e inoffensiva – dose di intrattenimento, pur restando un gradino sotto al suo predecessore in quanto a qualità di scrittura.

L’apocalisse dei titani

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Quello di Godzilla, creatura partorita nel 1954 dalla fantasia del produttore giapponese Tomoyuki Tanaka, in seguito protagonista di una sterminata serie di film, è quello che si può dire un mito immarcescibile. Un mito, nato e prosperato in un Giappone ancora stretto dalla perdurante inquietudine per il nucleare, di cui il cinema occidentale si è in seguito appropriato in due differenti occasioni: dapprima alla fine degli anni ‘90, col poco riuscito blockbuster omonimo di Roland Emmerich, e successivamente nel 2014, col fortunato reboot diretto da Gareth Edwards. Il film di Edwards, in particolare, è anche il primo capitolo di quello che si sarebbe poi andato a configurare come un vero e proprio media franchise, frutto della sinergia tra Warner Bros. e Legendary Pictures, chiamato MonsterVerse: al film di Edwards si è infatti successivamente aggiunto il Kong: Skull Island (2017) diretto da Jordan Vogt-Roberts, dedicato a un’altra icona dei mostri cinematografici quale King Kong, e ora questo sequel Godzilla II – King of The Monsters, che vede il ritorno della creatura preistorica, affiancata dagli altri leggendari mostri Rodan, Mothra e King Ghidorah. Il film di Michael Dougherty sarà inoltre propedeutico al già preannunciato incontro tra Godzilla e Kong, nel prossimo Godzilla vs. Kong (annunciato per il 2020).

Un sogno di bambino

Godzilla II - King of The Monsters recensione

Ciò che la nuova saga realizza non è in fondo che l’attualizzazione di qualcosa che era stato già presente, nei decenni passati, nelle tante produzioni giapponesi dedicate alla creatura, che già abbiamo visto scontrarsi con lo stesso King Kong, oltre che con una serie di altre entità. La rivisitazione, insomma – riveduta e aggiornata – di quello che è in definitiva il più basilare sogno infantile: l’incontro e lo scontro tra personaggi – possibilmente potentissimi – appartenenti in origine a universi distinti. Questa dimensione gioiosamente ludica, tra i film del neonato MonsterVerse, era presente in misura decisamente maggiore in Kong: Skull Island – vero e proprio b-movie realizzato coi mezzi di una major – e torna ora in modo più organizzato in questo nuovo Godzilla II – King of The Monsters. Un sequel, quello di Michael Dougherty (regista messosi in luce con gli horror indipendenti La vendetta di Halloween e Krampus – Natale è sempre Natale) che vede protagonista lo scienziato Mark Russell (interpretato da Kyle Chandler) che ha perso suo figlio negli eventi del 2014, e cova desiderio di vendetta nei confronti di Godzilla; dall’altra parte, troviamo un eco-terrorista convinto della necessità della distruzione e rigenerazione della vita sulla Terra, che punta a un risveglio indiscriminato delle gigantesche creature, e riesce a coinvolgere nei suoi propositi la moglie e la figlia di Russell. In mezzo, il dottor Serizawa (di nuovo col volto di Ken Watanabe), convinto dell’utilità di Godzilla e della necessità di un nuovo equilibrio tra le specie viventi.

Un titano-custode

Godzilla II - King of The Monsters recensione

Così come il suo predecessore del 2014, questo Godzilla II – King of The Monsters attualizza il mito cercando di mantenere una fedeltà anche iconografica – contrariamente a quanto fece Emmerich – alla concezione originale della creatura, spingendo al contempo sul carattere “globale” della minaccia rappresentata dai titani preistorici. Qui, il palcoscenico che corrisponde al raggio d’azione delle creature si estende da Chicago fino alla regione dello Yunnan, in Cina, passando per l’Antartide e per il Sud America; così come nel film precedente, Godzilla smette i panni di minaccia per prefigurarsi come sorta di difensore di una Terra che considera come “suo” territorio, da preservare di fronte all’azione distruttiva degli altri titani (e di una parte degli uomini). Fedele al carattere “divino” e mitico che fin dal film originale di Ishirō Honda gli era stato conferito, il gigantesco essere rimane fuori campo per quasi tutta la prima metà del film – lasciando la scena alle roboanti imprese prima di Rodan, poi dell’enigmatica e luminosa Mothra, e infine del drago a tre teste King Ghidorah – prima di riapparire in un climax finale ad alto tasso adrenalinico. L’effetto-moltiplicazione, nel film di Dougherty, viene sostenuto sul piano narrativo dai riferimenti alle leggende che preconizzavano il ritorno sulla terra delle creature, rilanciando – più che in passato – l’origine mitica dell’universo di riferimento, e cercando così di stemperare l’evidente natura ludica – in fondo manifesta e dichiarata – del soggetto.

Narrativa carente

Godzilla II - King of The Monsters recensione

Ciò che in Godzilla II – King of The Monsters funziona meno bene rispetto al film precedente è la sceneggiatura, in parte schiacciata dalla robusta preponderanza delle sequenze d’azione, ma anche penalizzata dalla presenza di un villain – umano, col volto di Charles Dance – che resta involuto e poco sviluppato in quanto a motivazioni e background. L’alone di mistero che nel film precedente avvolgeva l’attività della Monarch – entità che resterà il trait d’union tra tutti i film del MonsterVerse – qui è ormai sciolto, mentre l’attenzione si concentra soprattutto su un più convenzionale (ed esile) scontro tra visioni del mondo, con risaputo sottofondo ecologista. La regia di Dougherty valorizza la presenza di una creatura come Mothra con qualche interessante soluzione visiva (la luce che ne preannuncia l’arrivo), ma ciò per cui il film vuole farsi ricordare è la lunga frazione finale, nel segno di una distruzione globale che tuttavia quasi non sembra – in ossequio a un’autocensura di cui possiamo capire le basi – provocare vittime umane. Alcuni passaggi, nell’ultima parte del film, presentano qualche problema di logica e chiamano a una suspension of disbelief un po’ forzata (pensiamo soprattutto al personaggio della giovane Madison Russell, col volto della Milly Bobby Brown di Stranger Things), ma è un limite su cui si può in parte soprassedere.

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Il bicchiere mezzo pieno

Roboante e genuinamente infantile, naïf come sa esserlo un blockbuster che porta allo status di materiale hollywoodiano e mainstream la rimasticazione di un’estetica da b-movie – attentamente studiata e assimilata – Godzilla II – King of The Monsters offre le sue robuste dosi di intrattenimento, disseminando qua e là almeno qualche traccia delle sue origini cinematografiche (ne è un esempio la citazione del nome dell’arma ripresa dal primo Godzilla del 1954, l’oxygen destroyer). Quello del film di Dougherty, per difettoso che sia a livello di sceneggiatura, è se non altro un esempio di blockbuster di fronte al quale ci si può sedere, abbandonandosi alla sua estetica e al suo ritmo, senza complessi di colpa di sorta: un risultato in fondo non così frequente, nel suo contesto di riferimento. Ci si può accontentare.

Scheda

Titolo originale: Godzilla: King of the Monsters
Regia: Michael Dougherty
Paese/anno: Stati Uniti / 2019
Durata: 132’
Genere: Avventura, Fantastico, Fantascienza, Azione
Cast: Vera Farmiga, Charles Dance, O’Shea Jackson Jr., Sally Hawkins, Ken Watanabe, Kyle Chandler, Millie Bobby Brown, Bradley Whitford, David Strathairn, Anthony Ramos, Thomas Middleditch, Zhang Ziyi, Aisha Hinds
Sceneggiatura: Zach Shields, Michael Dougherty, Max Borenstein
Fotografia: Lawrence Sher
Montaggio: Roger Barton
Musiche: Bear McCreary
Produttore: Mary Parent, Brian Rogers, Alex Garcia, Jon Jashni, Thomas Tull
Casa di Produzione: Warner Bros., Legendary Entertainment, Wanda Qingdao Studios
Distribuzione: Warner Bros.

Data di uscita: 30/05/2019

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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