ADOLESCENTI

ADOLESCENTI

Su Amazon Prime Video e MUBI c’è Adolescenti, documentario del 2019 di Sebastien Lifshitz che segue cinque anni decisivi nella vita di due ragazze francesi, Emma e Anaïs. Il tempo lavora instancabile sui volti e i corpi delle due ragazze, inseguite in ogni aspetto della loro vita. Amicizia, amore, sesso, scuola, lavoro. Il paragone con Boyhood (2014) tiene fino a un certo punto. Qui c’è un’attenzione più marcata al dettaglio sociale, economico e storico. Non riesce a materializzare il tempo come il film di Linklater, ma il risultato è comunque notevole. Da vedere, assolutamente.

Cinque anni, due vite

Pubblicità

C’è qualcosa di molto intimo e vero, man mano che Adolescenti procede, nel tono e nel senso della distanza attraverso cui la regia di Sebastien Lifshitz riproduce quotidianità e sfumature del romanzo giovanile di Emma e Anaïs, le due giovani protagoniste. La seconda metà del racconto, in particolar modo, aggiusta la sincronia tra il respiro della macchina da presa e il più insignificante movimento delle ragazze che quasi ci si dimentica che gli sfondi non sono di cartapesta, che quella lì è vita reale. È un modo abbastanza perverso di fare i complimenti a un documentario. Ma se è vero che il cinema è l’arte di portare una bugia al massimo livello di spudoratezza possibile e tirarne poi fuori il massimo grado di verità il cinema documentario, per sua natura, si carica di un peso ulteriore e va celebrato quando centra il bersaglio. Qui la verità, qualunque cosa voglia dire la parola, ha a che fare con cinque anni nella vita di due adolescenti francesi. Su Prime Video e MUBI.

Emma, Anaïs, la Francia, tutto il resto

Adolescenti (2019) recensione

Emma e Anaïs hanno tredici anni quando il film comincia e diciotto quando finisce. Basterebbe questo. Vivono a Bivre, Francia centro-sud-ovest. Sono migliori amiche grazie a, o magari nonostante, quello che le separa. Estrazione sociale non coincidente; un retroterra che in altri tempi si sarebbe definito altoborghese per una, tenacemente popolare per l’altra. E i caratteri. Focoso, estroverso contro contemplativo e sprezzante. Il conflitto generazional/familiare, quello, si somiglia. Ribellione aperta contro l’autorità materna, la figura del padre anche se con differente intensità è fuori fuoco.

Adolescenti non si risparmia niente. La scuola, il lavoro, le amicizie, l’amore e il sesso insieme e separatamente. E poi il mondo intorno. I cinque anni del film sono i cinque anni faticosissimi della Francia di Charlie Hebdo e del Bataclan, l’ascesa dell’ultradestra di Marine Le Pen e il trionfo di Macron. Il resoconto elettorale è emblematico perché illumina per un momento una parte di discorso che il film per lo più racconta di sbieco, di contrabbando rispetto al corso principale che sarebbe il ritratto di un’età fluida. La polarizzazione politica delle due famiglie (e del paese). L’una, che accoglie il presidente eletto battezzandolo senza troppi fronzoli borghese di merda. L’altra, che liquida sbrigativa la candidata sconfitta e i suoi seguaci (un branco di cretini) mentre in sottofondo si mormora che un tempo, Mitterand, si votava per un’idea. Mentre oggi vale la rassegnazione al meno peggio.

Boyhood alla francese?

Adolescenti (2019) recensione

La meccanica del racconto è la cronaca spalmata pluriennale, testimonianza del passaggio della vita sul corpo e l’interiorità delle due ragazze. Va da sé l’analogia tra Adolescenti e Boyhood, ricorderete (!) il capolavoro del 2014 di Richard Linklater. Il paragone è ineludibile, ma va precisato. Perché certo, il lavoro sul tempo è simile, addirittura l’americano Linklater sfonda la barriera del decennio (2002, 2013). Ma il suo film sceglie la strada della pura fiction. E, puntando su un’identificazione immediata e totalizzante col protagonista, scompone la vita in una galleria di tanti piccoli frammenti confusionari cui dà coerenza un corpo, un sentimento. Si tratta dunque di spiegare il tempo e dargli fisicità.

Adolescenti segue una strada diversa. L’adolescenza delle due ragazze è letteralmente una risposta specifica a un problema universale, crescere. La macchina da presa di Lifshitz si prende però del tempo per armonizzare il suo passo con quello delle due ragazze. E non a caso. Questo perché il film ci tiene a precisare che Emma e Anaïs, come chiunque altro, sono il prodotto di caratteri particolari, retaggi famigliari e condizionamenti ambientali. Vale dunque la pena di scostare leggermente l’obiettivo e guardarsi intorno. Il tratto di convergenza autentica tra i due film è il respiro trattenuto di fronte al futuro. Un senso di inquietudine rispetto a quello che verrà e che, rileggendo ciò che è stato, impietosamente riscriverà la storia. Se Linklater trovava in questa ambiguità il senso ottimista di una sfida, qui il tono si fa leggermente più ansioso.

Adolescenti (2019) poster locandina

Scheda

Titolo originale: Adolescentes
Regia: Sébastien Lifshitz
Paese/anno: Francia / 2019
Durata: 135’
Genere: Documentario
Cast: Anaïs, Emma
Sceneggiatura: Sébastien Lifshitz
Fotografia: Paul Guilhaume, Antoine Parouty
Montaggio: Tina Baz
Musiche: Tindersticks
Produttore: Olivier Père, Muriel Meynard
Casa di Produzione: AGAT Films & Cie, Chaocorp, Arte France Cinéma
Distribuzione: Amazon Prime Video

Pubblicità

Trailer

Pubblicità
Nato a Roma a un certo punto degli anni '80 del secolo scorso. Laurea in Scienze Politiche. Amo il cinema, la musica, la letteratura. Aspirante maratoneta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.