GIRL POWER – LA RIVOLUZIONE COMINCIA A SCUOLA
di Amy Poehler
Arrivato su Netflix alla vigilia della Festa della Donna, Girl Power - La rivoluzione comincia a scuola è il secondo film da regista di Amy Poehler; una teen comedy vista dagli occhi di una studentessa, abbastanza efficace nel descrivere l’ambiente liceale, ma gravata da un’eccessiva retorica e da una costruzione narrativa non sempre solida.
Teen revolution al femminile
Iniziamo questa recensione di Girl Power – La rivoluzione comincia a scuola con una piccola nota critica: era proprio necessario necessario modificare il titolo originale Moxie (traducibile pressapoco con “fegato” o “coraggio”) con un titolo italiano che è sì attinente alla trama, ma anche piuttosto scontato, e di scarsa presa “istintiva” per larghe fette di pubblico? Sappiamo che la scelta segue quella fatta dalla casa editrice che ha pubblicato il romanzo omonimo di Jennifer Mathieu, a cui il film si ispira; ma la replica di quella scelta per l’adattamento cinematografico non era in fondo scontata. Questo è uno di quei casi in cui a un titolo inglese ne viene sostituito un altro nella stessa lingua – sottotitolo a parte – reputato per qualche ragione più accettabile. Sicuramente il secondo film da regista di Amy Poehler (fresca della conduzione della serata dei Golden Globe) non vuole limitarsi ad affermare un generico “potere femminile”, ma cerca di fare un discorso un po’ più complesso sul tema della parità, e sul suo carattere solo apparente in un ambiente come quello liceale. Netflix rende disponibile questo titolo a partire dal 3 marzo, anticipando così la giornata della Festa della Donna, che cade l’8 dello stesso mese. Il film di Amy Poehler si rivela tematicamente adatto a tale ricorrenza, a prescindere dalla sua riuscita o meno.
L’arena guardata a testa bassa
Il plot di Girl Power – La rivoluzione comincia a scuola segue le vicende di Vivian, sedicenne timida che è finora sopravvissuta all’ambiente del liceo facendo conto su poche e fidate amicizie. Vivian ha legato principalmente con Laura, sua compagna di classe alla prestigiosa Rockport High School, ragazza proveniente da una famiglia di immigrati cinesi. Nella scuola vige un sessismo strisciante e onnipresente, fatto di battutine, imbarazzanti classifiche stilate dai ragazzi della scuola che hanno per oggetto le loro compagne, e qualche volta di contatti fisici non richiesti; il tutto sotto gli occhi tolleranti della preside Marlene Shelly e del professor Davies. Difficile opporsi quando l’elemento che più alimenta questo sessismo è anche il ragazzo più popolare della scuola, il capitano della squadra di football Mitchell. Ma, spinta dalla determinazione mostrata dalla nuova studentessa Lucy, che ha il coraggio di contestare l’impostazione di una lezione di inglese, Vivian decide un giorno di ribellarsi, pubblicando anonimamente la fanzine Moxie! di impostazione femminista. Ne deriva un terremoto, che si rivelerà più destabilizzante del previsto anche per la stessa Vivian.
Il sessismo (in)visibile
Lo sguardo della regista – che nel film interpreta anche il ruolo della madre di Vivian, Lisa, ex sessantottina combattiva e dall’apparente mentalità aperta – è lieve ma non privo di sostanza, descrivendo un’istituzione scolastica incapace di fornire le giuste basi agli studenti; un’istituzione dall’apparenza democratica e aperta (si vedano le lezioni del professor Davies, interpretato con fare volutamente macchiettistico dall’attore Ike Barinholtz), eppure arresa a un sessismo e a un classismo che vengono semplicemente accettati come dati di fatto. Solo una presenza esterna come quella di Lucy, ragazza afroamericana appena trasferitasi nel quartiere, riesce a dare una scossa a una situazione passivamente subita dalle sue vittime, così data per scontata da diventare quasi invisibile. La sceneggiatura descrive nel personaggio di Vivian (una Hadley Robinson abbastanza intensa e convincente) la più classica delle storie di formazione, con una presa di coscienza che è in realtà risveglio da un torpore, eredità del combattivo gene materno che il coraggio mostrato da Lucy (in un riuscito confronto scolastico con l’”intoccabile” Mitchell) semplicemente fa emergere. La crescita e la maturazione di Vivian si concretizzano anche nel rapporto con Seth, unico ragazzo che sposa la causa di Moxie!, con cui la giovane inizia una storia descritta in modo equilibrato e realistico.
La costruzione dei personaggi
Convincente nella descrizione del contesto in cui si muovono i personaggi, e anche delicato nella resa di alcune dinamiche (il primo appuntamento tra Vivian e Seth, interpretato dal simpatico Nico Haraga), Girl Power – La rivoluzione comincia a scuola scivola tuttavia nella retorica man mano che la sua trama progredisce, risultando incapace di cogliere i chiaroscuri e le nuances di tutti i personaggi, in particolari di quelli descritti in chiave più negativa. Poco credibile risulta a questo proposito la figura della preside, a cui la sceneggiatura non dà la possibilità di evolvere e modificarsi gradualmente, che nell’ultima parte sembra semplicemente “illuminata” da un’improvvisa comprensione; allo stesso modo, monodimensionale appare il personaggio di Mitchell (interpretato con poca convinzione dal figlio d’arte Patrick Schwarzenegger) di cui non capiamo mai le reali motivazioni. Il turning point della trama – che non riveliamo – che cambia per sempre il rapporto di Moxie! con l’istituzione scolastica, risulta piuttosto meccanico e pretestuoso; la descrizione di alcune dinamiche, poi – prima tra tutte l’amicizia tra Vivian e Laura – si rivela abbastanza incerta e zoppicante. L’ultima parte di Girl Power – La rivoluzione comincia a scuola è un crescendo efficace sul piano emotivo e spettacolare, ma sostenuto da basi narrative deboli, che non hanno favorito a sufficienza l’empatia dello spettatore coi personaggi. Per questo, del film di Amy Poehler restano in mente singole scene (la presa di coscienza di Vivian e la prima scrittura della fanzine, la sua prima uscita con Seth) più che il messaggio – veicolato nel modo più facile e scontato. Una teen comedy al femminile che aveva le potenzialità per graffiare più a fondo, ma che non è riuscita se non in minima parte a sfruttarle.
Scheda
Titolo originale: Moxie
Regia: Amy Poehler
Paese/anno: Stati Uniti / 2021
Durata: 111’
Genere: Commedia, Drammatico
Cast: Ike Barinholtz, Amy Poehler, Clark Gregg, Marcia Gay Harden, Aaron Holliday, Hadley Robinson, Patrick Schwarzenegger, Alycia Pascual-Pena, Anjelika Washington, Avery Bagenstos, Corey Fogelmanis, Emily Hopper, Eon Song, Greg Poehler, Joshua Walker, Josie Totah, Lauren Tsai, Nico Hiraga, Roman Arabia, Ron Perkins, Sabrina Haskett, Sydney Park
Sceneggiatura: Dylan Meyer, Tamara Chestna
Fotografia: Tom Magill
Montaggio: Julie Monroe
Musiche: Mac McCaughan
Produttore: Kim Lessing, Amy Poehler, Morgan Sackett
Casa di Produzione: Paper Kite Productions
Distribuzione: Netflix
Data di uscita: 03/03/2021