IL PRINCIPE CERCA FIGLIO

IL PRINCIPE CERCA FIGLIO

Arrivato più di un trentennio dopo il cult di John Landis, Il principe cerca figlio raduna attorno a Eddie Murphy volti noti e meno noti che avevano contribuito al successo del primo film, con una galleria che sorprendere per completezza; il problema, tuttavia, è che al film di Craig Brewer manca una sceneggiatura degna di questo nome, che riesca a giustificare la prosecuzione di una storia che sembrava compiuta e autoconclusiva. Su Amazon Prime Video.

Reunion di famiglia?

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Ci siamo accostati con una certa curiosità, a questo Il principe cerca figlio, curiosità riservata a tutte le operazioni-nostalgia (tra sequel, remake e reboot) che negli ultimi anni hanno popolato le sale cinematografiche prima, e i cataloghi delle piattaforme streaming poi. Curiosità in parte provocata dal legame affettivo, comune a tutta la generazione di spettatori intorno ai 30-40 anni, che molti di noi sentono con l’originale Il principe cerca moglie, cult della commedia anni ‘80 firmato da John Landis; in secondo luogo, ci si chiedeva come potesse continuare, a oltre un trentennio di distanza, una storia come quella del film di Landis, così compiuta e autoconclusiva nella sua semplicità. Ci si chiedeva anche – e forse soprattutto – come un ormai sessantenne Eddie Murphy potesse replicare la comicità che aveva caratterizzato il suo personaggio nel film originale, così scatenata e sboccata eppure sempre sorretta da un’intelligente costruzione del personaggio. La risposta, paradossalmente, il film di Craig Brewer (che aveva già recentemente diretto Murphy in Dolemite Is My Name) evita di darla. Il suo film, infatti, somiglia più a una reunion di vecchi amici fine a se stessa che a un vero e proprio sequel. Ma vediamo di andare con ordine.

Il seme reale era stato sparso

Il principe cerca figlio recensione

Nel plot de Il principe cerca figlio, il principe Akeem vive felicemente nel suo regno di Zamunda, con la moglie Lisa e le tre figlie Meeka, Omma e Trinashe. La morte dell’anziano padre, il re Joffy (qui di nuovo col volto di James Earle Jones) incorona Akeem come nuovo re, ma gli pone al contempo un serio problema: l’uomo non ha infatti eredi maschi che possano garantirne la successione. Nel frattempo, il vicino generale Izzi (Wesley Snipes) dittatore della nazione di Nextdoria, non nasconde le sue ambizioni su Zamunda, nonché la mai sopita ira per quando, un trentennio prima, Akeem rinunciò al programmato matrimonio con sua sorella. Un modo per impedire una guerra che sembra imminente si presenta tuttavia inaspettato: Akeem, infatti, apprende di aver avuto un figlio durante il suo soggiorno a New York di trent’anni prima, quando una donna conosciuta in un bar lo aveva drogato e spinto in un rapporto sessuale di cui l’uomo non conserva memoria. Akeem, insieme al fidato Semmi, parte così di nuovo alla volta del Queens di New York, alla ricerca di quell’erede che, se dato in sposa alla figlia di Izzi, potrebbe placarne l’ira e ricucire lo strappo tra le due nazioni.

Fondamenta di argilla

Il principe cerca figlio recensione

È già esile di suo, lo spunto alla base de Il principe cerca figlio (in originale un Coming 2 America che gioca foneticamente col titolo del primo film), andando a inventare una premessa che cozza contro il personaggio interpretato da Murphy così come lo avevamo conosciuto, nonché con tutto il suo background. La difficoltà di cui parlavamo in apertura, quella di trovare una solida base per un sequel per cui non pareva esserci spazio, viene risolta dalla sceneggiatura con un escamotage narrativo (visivamente sottolineato da un flashback con scena aggiunta ex novo) già pretestuoso di suo, portato avanti oltretutto nel modo più scontato. La sceneggiatura si preoccupa di riassumere didascalicamente la trama del primo film con flashback e richiami diretti, forse per facilitare la visione a quegli spettatori che non conoscessero il film di Landis; ma le fondamenta su cui poggia tutta la costruzione di questo Il principe cerca figlio restano assai fragili, e il suo sviluppo narrativo non fa che confermare la pretestuosità della premessa. Laddove il film di Landis usava il viaggio di Akeem in America per fare un’intelligente satira sul sogno americano e sul “mito” della mobilità sociale (rovesciandone le premesse) qui il tutto appare molto più vuoto e fine a se stesso. E non è un caso che, a dispetto del titolo, gran parte del film si svolga in realtà nel regno di Zamunda, con la parte ambientata nel Queens ridotta a due brevi segmenti.

Galleria di volti noti

Il principe cerca figlio recensione

Ha voluto tirare dentro praticamente tutte le facce presenti nel primo film, Eddie Murphy, presenze importanti e meno importanti (da Arsenio Hall a John Amos fino a Louie Anderson), ritagliandosi di nuovo, da par suo, lo spazio per interpretare un altro paio di ruoli oltre a quello del protagonista. Tornano i due barbieri patiti di boxe della bottega del Queens, torna l’istrionico reverendo Brown interpretato da Hall, torna persino il Randy Watson della band dei Sexual Chocolate, in una giocosa quanto chiassosa family reunion che tuttavia denuncia da subito il suo carattere fine a se stesso. Più che un vero e proprio sequel, Il principe cerca figlio sembra uno special televisivo che omaggia il film di Landis, con una sfilata di personaggi la cui presenza prescinde allegramente dalle necessità narrative e dalla coerenza col contesto creato nel primo film. Il modello di comicità qui presentato cerca di ricalcare quello de Il principe cerca moglie, ma lo stesso Eddie Murphy, più di tutti, non pare credere davvero nel film; la sua recitazione è stanca, la verve del personaggio sfiatata, la sua nuova funzione “conservatrice” (generazionalmente contrapposta a quello del giovane Jermaine Fowler) interpretata con scarsa convinzione. Il tentativo di ricalcare lo sviluppo del film di Landis, concentrato nella seconda parte, appare pretestuoso, la love story tra il personaggio di Fowler e quello interpretato dall’attrice sudafricana Nomzamo Mbatha addirittura imbarazzante.

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La ragion d’essere di un sequel

Privo di una sceneggiatura degna di questo nome e fiacco nella regia, Il principe cerca figlio procede per forza d’inerzia, inanellando gag che strappano al massimo qualche incerto sorriso, portando il plot verso una conclusione più che prevedibile. È paradossale che, in un dialogo tra Fowler e la sua improvvisata fiamma amorosa, il film abbozzi un discorso metacinematografico sui sequel fatti “a decenni di distanza”, forse convinto di averne in qualche modo dimostrato la ragion d’essere. Inoltre, la domanda che i due personaggi si fanno, “se una cosa è bella, perché rovinarla?”, è in fondo mal posta: il valore del film di Landis, per fortuna, resta intatto, e non è l’idea in sé di proseguire la storia a costituire un problema. Il problema, semmai, è trovare un’istanza forte che regga il peso di un sequel a più di un trentennio di distanza: e in questo – ma si sarà ormai capito – il film di Craig Brewer ha mancato completamente il bersaglio.

Il principe cerca figlio poster locandina

Scheda

Titolo originale: Coming 2 America
Regia: Craig Brewer
Paese/anno: Stati Uniti / 2020
Durata: 110’
Genere: Commedia
Cast: James Earl Jones, Leslie Jones, KiKi Layne, Eddie Murphy, Luenell, Tracy Morgan, Wesley Snipes, Arsenio Hall, Bella Murphy, Garcelle Beauvais, Jermaine Fowler, John Amos, Louie Anderson, Michael Blackson, Nomzamo Mbatha, Rick Ross, Rotimi, Shari Headley, Teyana Taylor, Vanessa Bell Calloway
Sceneggiatura: Kenya Barris
Fotografia: Joe ‘Jody’ Williams
Montaggio: Billy Fox
Musiche: Jermaine Stegall
Produttore: Kevin Misher, Mark Anthony Little
Casa di Produzione: Paramount Pictures, Eddie Murphy Productions, New Republic Pictures, Misher Films
Distribuzione: Amazon Prime Video, Paramount Pictures, Eagle Pictures

Data di uscita: 05/03/2021

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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