BABY BOSS 2 – AFFARI DI FAMIGLIA

BABY BOSS 2 – AFFARI DI FAMIGLIA

Con Baby Boss 2 - Affari di famiglia, Tom McGrath porta nuovamente sul grande schermo il mondo della Baby Corp e dei suoi bambini geniali nati dalle pagine di Marla Frazee. In questo secondo capitolo utilizza ritmo e ironia per gestire l’impianto narrativo senza cadere troppo nella sterile ripetizione di schemi narrativi già vincenti. Un risultato che ottiene anche grazie alla gestione di più tematiche, comunque legate all'ambiente famigliare, per ricordarci che si è bambini una volta sola.

Il ritorno di Baby Boss

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Nell’ambito cinematografico c’è una consuetudine, quasi una regola non scritta, secondo cui il sequel di un film di successo, solitamente, non riesce a uguagliare la qualità narrativa o l’originalità del primo. Si tratta di una sorta di “maledizione” che in alcuni casi, però, viene disattesa con soddisfazione dello spettatore. Una sorte così positiva ha sorriso a Baby Boss 2 – Affari di famiglia, secondo lungometraggio dedicato alle avventure dei fratelli Templeton e della Baby Corp. Tom McGrath e la sua squadra, infatti, sono riusciti nell’intento di far vivere questo secondo film di una vita propria, pur collegandolo inevitabilmente al primo capitolo. La chiave del successo si trova nella giusta mediazione di un cuore narrativo importante, anche se non particolarmente innovativo, con una ironia dal ritmo sempre sincopato che non lascia spazio ad attese o tempi dilatati. In sostanza McGrath riprende la creatura nata dalle pagine scritte da Marla Frazee per riportarla sul grande schermo attraverso forme e corpi sperimentati senza, però, appoggiarsi troppo a un successo già ottenuto. Questo vuol dire, dunque, che Baby Boss 2 – Affari di famiglia riesce ad avere una vita e un percorso narrativo indipendenti, rispetto al primo lungometraggio, anche se li spunto narrativo iniziale deriva inevitabilmente da questo.

Tim, Ted, Tina e Tabata, la squadra si allarga

Baby Boss 2 - Affari di famiglia recensione

Ma dove avevamo lasciato i fratelli Templeton al termine della loro avventura? Ted, dopo aver ottenuto la sua promozione nella Baby Corp, si rende conto di aver stretto un rapporto affettivo molto forte con il fratello maggiore Tim e, in nome di questo, decide di rinunciare alla sua eterna forma di bambino per crescere accanto a lui. Dunque un lieto fine che, però, ha dei risvolti meno positivi nel futuro. Con Baby Boss 2 – Affari di famiglia, infatti, McGrath ci accompagna in un salto temporale tra le mura della casa di Tim, diventato genitore di due bambine, Tabata e Tina. Grazie a loro riesce a mantenere intatta la sua fantasia che continua a trasportarlo, anche se adulto, in un mondo di immaginazione totale. Unica nota dolente il rapporto con Ted che, diventato un facoltoso uomo d’affari, fa sentire la sua presenza solo attraverso costosi e bizzarri regali, come il pony Precious. Nonostante questo, però, tutto sembra scorrere serenamente nella vita di Tim fino a quando Tabata inizia ad allontanarsi da lui, assorbita dalla realtà più razionale e pericolosa di una scuola esclusiva. Come se non bastasse, poi, la piccola Tina svela la sua identità di nuovo membro della Baby Corp. Questa volta la missione prevede di scoprire cosa si nasconde dietro le attività dell’istituto frequentato dalla sorella. Per fare questo Tina decide di riunire una squadra vincente; quella formata da Tim e Ted. Come è facile immaginare, però, non sarà semplice trovare la vecchia sintonia per due fratelli diventati estranei

Non si è bambini per sempre

Baby Boss 2 - Affari di famiglia recensione

La griglia narrativa in cui si muove McGrath è piuttosto semplice, quasi elementare nel suo schema. Di fatto abbiamo due protagonisti che, trovato un accordo finale al termine della prima avventura, oggi si scoprono lontani, divisi da scelte di vita opposte. È chiaro, dunque, che il fine ultimo di tutto l’impianto del secondo capitolo è quello di riportare Tim e Ted a scoprirsi nuovamente fratelli. Questa apparente semplicità di fondo, però, permette a McGrath di giocare con diverse tematiche legate alla famiglia e al mondo dei bambini che richiamano chiaramente alla gestione attuale del rapporto tra genitori e figli. Così, tra un look grafico dai colori sgargianti e l’irrinunciabile motivo musicale firmato da Hans Zimmer, uno che sa come creare ambientazioni sonore per il cinema, si viene messi improvvisamente a confronto con le aspettative esagerate che gli adulti riversano sui propri figli. Seguendo le indagini di Tim e Ted, infatti, si entra nei misteriosi ambienti della scuola fondata dal Dr. Erwin Armstrong, un luogo votato a educare bambini eccezionali e che incarna perfettamente l’attuale filosofia pedagogica seguita da molte famiglie. La squadra creativa di McGrath, infatti, fa riferimento alla quotidianità sempre più complessa e ricca di appuntamenti culturali che, spesso, appesantisce la giornata dei bambini tra lezioni di musica, danza, lingue e informatica. Tutto nel nome della cosiddetta stimolazione intellettuale che, però, se gestita con poco senso della misura, porta a un risultato allarmante; una generazione di bambini straordinariamente capaci e tendenzialmente autonomi dalla famiglia, ma che devono fare i conti con una serie quasi infinita di ansie da prestazione. In questa visione della vita, ovviamente, il gioco e la fantasia non trovano spazio. Ed è qui che, secondo McGrath, si concentra il senso stesso della missione di Tim e Ted; ridare ai ragazzi la loro infanzia. Non si è bambini per sempre, questo è il concetto che viene ripetuto spesso, quasi come un mantra. Per questo motivo l’età del gioco e della fantasia deve essere garantita e protetta dai genitori stessi. Gli stessi che l’animazione della DreamWorks, a un certo punto, invita ad alzare gli occhi dallo smartphone, fotografare meno e guardare maggiormente i propri figli.

Baby Boss 2 - Affari di famiglia poster locandina

Scheda

Titolo originale: The Boss Baby: Family Business
Regia: Tom McGrath
Paese/anno: Stati Uniti / 2021
Durata: 107’
Genere: Commedia, Avventura, Animazione
Cast: Ariana Greenblatt, Jeff Goldblum, Alec Baldwin, James Marsden, Amy Sedaris, David P. Smith, Lisa Kudrow, Eva Longoria, James Ryan, Raphael Alejandro, Ashlyn Lundahl, Dave Needham, David Soren, James McGrath, Jimmy Kimmel, Nicholas Gist, Nova Reed, Serenity Reign Brown, Tom McGrath
Sceneggiatura: Michael McCullers
Montaggio: Mary Blee, Mark A. Hester
Musiche: Hans Zimmer, Steve Mazzaro
Produttore: Jon Eric Schmidt, John Swanson, Jeff Hermann
Casa di Produzione: DreamWorks Animation
Distribuzione: Universal Pictures

Data di uscita: 07/10/2021

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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