SIR GAWAIN E IL CAVALIERE VERDE

SIR GAWAIN E IL CAVALIERE VERDE

Inusuale adattamento di un poema cavalleresco medievale, Sir Gawain e il Cavaliere Verde è un grande piacere per gli occhi e un interessante testo carico di riflessioni, se non vi si cerca una profondità eccessiva. Fantasy, avventura e horror sono filtrate dall'occhio di un autore ormai riconoscibile come David Lowery, aiutato da un cast molto ben assortito di cui fanno parte Dev Patel, Alicia Vikander, Joel Edgerton, Sarita Choudhury, Sean Harris e Ralph Ineson. Su Amazon Prime Video.

Il destino di un cavaliere

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A time of valor, and legends born
A time when honor meant much more to a man than life
And the days knew only strife to tell right from wrong
Through lance and sword.

Why, why can we never be sure till we die
Or have killed for an answer
.”
(Time Table, dall’album Foxtrot dei Genesis)

Tratto da un celeberrimo poema cavalleresco del 14esimo secolo omonimo, Sir Gawain e il Cavaliere Verde rappresenta il nuovo tentativo del regista David Lowery di ambire a un posto d’onore nel cuore dei cinefili mondiali, supportato da una casa di distribuzione, l’ormai famosa A24, specializzata in pellicole horror d’autore e in generale in tutto ciò che può essere definito weird.

Fantasy, romanzo di formazione, tentazioni horror e un fortissimo impianto metaforico sono gli ingredienti di un film che fa di tutto per lasciare incantato lo spettatore, tenendosi molto vicino alla fonte originale per poi distaccarsene in tutta una serie di dettagli e snodi di trama. Quella proposta è una rilettura di un classico della letteratura, attualizzato pur senza essere stravolto, quasi a sottolinearne l’intrinseca modernità. In streaming su Amazon Prime Video.

Mena il tuo colpo migliore, amico. Non mi fai paura”

Sir Gawain e il Cavaliere Verde recensione

Mattina di Natale, Camelot. Gawain (Dev Patel) – non ancora cavaliere, come scopriremo presto – si sveglia in un bordello accanto alla sua amata, una popolana di nome Essel. Dopo aver subito i rimbrotti della madre, che vorrebbe un futuro più radioso per il figlio scapestrato e decisamente poco incline alla cavalleria, Gawain partecipa a una festa indetta dallo zio, Re Artù, il quale lo invita a sedere al suo fianco, confessandogli di riporre grande fiducia in lui e nelle sue capacità inespresse.

La riunione viene interrotta dall’arrivo di un misterioso Cavaliere Verde, essere metà uomo e metà albero (evocato tramite un sortilegio dalla madre del ragazzo, la mai nominata Morgana). Questi propone una tradizionale tenzone ai presenti: chi vorrà potrà sferrargli un colpo a suo piacimento, che verrà restituito esattamente al passaggio di un anno, nella Cappella Verde in cui risiede. Gawain coglie al volo l’occasione e, spinto dalla baldanza e da un principio di ambizione, decapita con un solo colpo lo sfidante.

Recuperato il proprio capo tra lo stupore dei presenti, il Cavaliere lascia la sala, ricordando al giovane la promessa fatta e l’appuntamento con il destino sigillato dal fendente. Dopo un anno di bagordi e dopo aver goduto ingiustamente della fama associata alla tenzone, Gawain deve mettersi in sella per cercare il misterioso luogo in cui si compirà il proprio destino.

L’Odissea di un Ulisse indegno

Sir Gawain e il Cavaliere Verde recensione

Inizia così un viaggio ricco di incontri in un mondo mitico, un medioevo nient’affatto idealizzato e quasi astratto (si notino le molte etnie presenti, tutt’altro che anglosassoni), dipinto come un luogo incantevole, dalla bellezza abbacinante e al tempo stesso decadente.

Prima contrapposizione presente in Sir Gawain e il Cavaliere Verde: se lo splendore dei ricchissimi ed esotici costumi e delle monumentali scenografie riempie gli occhi dello spettatore, allo stesso tempo si respira un senso di corruzione e un’atmosfera da fine di un’epoca, evidenziata anche dalla figura del Re, gracile, esile e ammantato di una dolcezza senile che mal si addice a un regnante ed è forse più adatta a un santo di una cristianità in disarmo; i paesaggi attraversati dal protagonista, anche grazie alla fotografia di chiara ispirazione pittorica e alla color correction di Andrew Droz Palermo (decisamente sugli scudi), diventano dei quadri da ammirare inondati da luci che spesso hanno un lampante intento metaforico. Nonostante ciò la pur rigogliosa natura non nasconde la sua primordiale indifferenza all’uomo, sicura di ricoprire un giorno persone e cose, in special modo quando dall’altra parte ci sono le rovine di una civiltà basata sulla menzogna e terrorizzata dalla propria ineluttabile caducità.

Seconda contrapposizione, anzi contraddizione. Gawain sin dall’inizio sfugge alle proprie responsabilità, ma forse anche perché consapevole di non poter essere ciò che gli altri si aspettano da lui. Ben poco valoroso, combattivo, scaltro, onesto, generoso o deciso, il pellegrino compie un viaggio alla ricerca del suo onore con il dubbio di non essere all’altezza del compito. Il regista e sceneggiatore allora, partendo da una prospettiva maschile in genere poco esplorata, parrebbe provare a riflettere su quanto possa essere schiacciante e paralizzante il peso di valori, obblighi, aspettative e consuetudini virili su cui si impernia(va) una società fondata sull’onore, il riconoscimento del proprio valore da parte dei propri pari. D’altro canto Lowery non dimentica di sottolineare la posizione laterale delle figure femminili, costrette a chiedere aiuto, a ricorrere al sortilegio, alla seduzione o al sotterfugio. Tra tutte si nota l’ingombrante, proteiforme e oppressiva presenza di Morgana, madre di Gawain intenzionata a proteggerlo in ogni modo, che per contrasto fa emergere ancor più l’inadeguatezza del figlio.

Terza e ultima dicotomia, i cui termini agiscono in sinergia: il tempo e lo spazio. Molte delle sequenze di Sir Gawain e il Cavaliere Verde sono dirette a infondere un senso di meraviglia, grazie ad ampi spazi aperti, costruzioni geometriche delle inquadrature, tagli di luci, chiaroscuri caravaggeschi e in generale un’eleganza molto ricercata. Ma è il tempo e la sua gestione la vera ossessione del cineasta, come avveniva nel precedente Storia di un fantasma. Manipolando le aspettative del pubblico, il regista e montatore accorcia e sopratutto allunga la durata delle scene, suggerendo visioni, realtà alternative, meditazioni, riflessioni e rivolgimenti dell’animo del protagonista, come per esempio nel finale, quando l’incontro conclusivo assume toni meditabondi e un colpo di scena lascia spazio a un montaggio più veloce, contraddicendo le regole del “genere”.

Finale, in cui si tirano le somme

Sir Gawain e il Cavaliere Verde recensione

Oggetto più affascinante che misterioso, più parabola che metafora, Sir Gawain e il Cavaliere Verde presta il fianco a una certa prolissità nella parte che introduce la conclusione ma sopratutto Lowery sembra meno interessato al piacere del racconto, sacrificato in favore dello stupore, della meraviglia e di un certo tentativo di riflessione, anche attraverso un’ambiguità forse sin troppo esibita e programmatica.

Il senso del film arriva in modo sin troppo chiaro – un viaggio verso il destino ultimo di ogni uomo, la morte o la grandezza in vita, la scelta tra l’integrità e il compromesso – eppure a mancare è la profondità inesausta del classico, confermando come Lowery sia forse destinato alla velocità di consumo tipica del postmoderno: alla fine la pellicola somiglia più a un grande arazzo dai colori sgargianti che a un poema arricchito da miniature simboliche che ne moltiplicano le letture. Il che non è necessariamente un male, basta tarare lo sguardo sulla superficie delle immagini, di enorme suggestione, senza aspettarsi abissi di senso.

Sir Gawain e il Cavaliere Verde poster locandina
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Scheda

Titolo originale: The Green Knight
Regia: David Lowery
Paese/anno: Regno Unito, Stati Uniti, Irlanda, Canada / 2021
Durata: 130’
Genere: Drammatico, Fantasy, Avventura
Cast: Erin Kellyman, Joel Edgerton, Barry Keoghan, Ralph Ineson, Alicia Vikander, Sean Harris, Dev Patel, Donncha Crowley, Kate Dickie, Anaïs Rizzo, Anthony Morris, Atheena Frizzell, Brendan Conroy, Chris McHallem, Emilie Hetland, Emmet O’Brien, Joe Anderson, Nita Mishra, Noelle Brown, Sarita Choudhury, Tara Mae
Sceneggiatura: David Lowery
Fotografia: Andrew Droz Palermo
Montaggio: David Lowery
Musiche: Daniel Hart
Produttore: Toby Halbrooks, Tim Headington, Jeanie Igoe, James M. Johnston, David Lowery, Theresa Steele Page
Casa di Produzione: A24, Sailor Bear, Ley Line Entertainment, Wild Atlantic Pictures, BRON Studios, Creative Wealth Media Finance
Distribuzione: Amazon Prime Video

Data di uscita: 16/11/2021

Trailer

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Giornalista pubblicista, appassionato di filosofia, ha iniziato a interessarsi di cinema ai tempi del liceo quando registrava pellicole a caso su Fuori orario. Scrive di tutto e per tutti, ha lavorato brevemente in tv e fa parte della redazione di un podcast a tema serie tv e cinema. Sogna di fare la fine di Balthazar circondato da nuvole di pecore.

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