SENZA FINE, ELISA FUKSAS PRESENTA UN INEDITO RITRATTO DI ORNELLA VANONI

SENZA FINE, ELISA FUKSAS PRESENTA UN INEDITO RITRATTO DI ORNELLA VANONI

La cantante si racconta in un documentario fuori dagli schemi, mettendo in evidenza l’originalità della sua personalità, i ricordi del passato e quell’irrefrenabile voglia di agire che ancora la spinge a essere libera e in movimento. Senza fine, in sala dal 24 febbraio con I Wonder Pictures, è stato presentato oggi in conferenza stampa a Roma.

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Devo dire che sto vivendo bene la vecchiaia, senza angosce. D’altronde, già il fatto di essere viva è molto”. In questo modo Ornella Vanoni ci accoglie nella sua intimità, con quel sorriso un po’ malizioso da persona non più timida e ormai capace dire e fare sempre ciò che desidera senza limiti. A filmarla è Elisa Fuksas per il suo Senza fine, un film completamente fuori dagli schemi che difficilmente può essere definito come semplice documentario. In realtà si tratta di un percorso intimo e personale in cui la Vanoni non è fotografata come uno statico monolite della musica italiana ma come una donna che, totalmente incurante della sua età, continua a essere attiva, fisicamente e mentalmente. Anche il passato non sembra essere un peso da portare sulle spalle come un’eredità da consegnare alla memoria comune. Piuttosto è un insieme di momenti messi sempre a disposizione dello sguardo degli altri. Perché Ornella, nonostante la sua forte personalità, non si sottrae mai alla curiosità degli altri e non conosce domande alle quali non si possa o non si voglia rispondere. A raccontarlo è la stessa regista durante la presentazione romana del film alla stampa, preannunciando un tour molto intenso attraverso l’Italia per accompagnare la pellicola. Un viaggio cui parteciperà la stessa Vanoni per le anteprime a Milano e Roma. Il film sarà in sala dal 24 febbraio, prodotto da I Wonder Pictures.

Senza fine Elisa Fuksas conferenza stampa

Perché scegliere proprio il personaggio di Ornella Vanoni per questo documentario insolito?
Elisa Fuksas: Io non avevo proprio intenzione di realizzare un film sulla Vanoni. In realtà ero molto impegnata a scrivere una nuova sceneggiatura quando ho ricevuto una telefonata in cui mi veniva proposto questo progetto. Fino a quel momento Ornella non aveva nemmeno idea di chi fossi. Per questo motivo le hanno mostrano il mio iSola che, a quanto pare, l’ha colpita per la sua originalità. Nonostante questo, però, ho continuato, per un po’, a essere prevenuta sul progetto perché proprio non avevo intenzione di realizzare un documentario. Anche se, alla fine, è quello che riesco a fare meglio. Con tutti questi dubbi sono arrivata a Milano per un incontro con lei ed è in quel momento tutto è cambiato. Abbiamo iniziato a parlare di tutto tranne che di cinema. Mi ha chiesto come mi piace fare sesso, quanti uomini ho avuto e del mio amore per i cani. A un certo punto, poi, mi ha mostrato delle foto e lì ho notato un particolare, che credo sia stato fondamentale per il nostro rapporto. Guardando la sua immagine da ragazza mi sono accorta di quanto fosse timida. Si tratta di un particolare caratteriale che, a quanto pare, nessuno è riuscito a identificare. Da quel momento Ornella ha cominciato a guardarmi in modo diverso e a credermi.

Qual è, però, l’elemento essenziale che ti ha convinta ad affrontare questa avventura?
Per me Ornella è l’ultimo mito di un secolo che si è estinto. Quando canta viene posseduta dal talento e poi torna a essere una normale signora, come tutti noi. Oltre a questo, poi, riesce a incarnare come pochi la libertà tanto che, a confronto con lei, mi sono sentita molto più imprigionata. E questo è il vero segreto che alimenta il fascino di una donna insopportabile e irresistibile allo stesso tempo. Quindi possiamo dire che Ornella mi ha convinto proprio grazie alla sua libertà di pensiero e azione.

Senza fine Elisa Fuksas conferenza stampa

La location dove è girato tutto il film è molto particolare. Sembra un luogo immobile, fermo nel tempo e scollegato dalla realtà. Com’è stata scelta?
Si tratta di un centro termale un po’ vecchio stile, che riporta un po’ ad atmosfere felliniane. Tanto è vero che, al primo sguardo, mi ha ricordato molto 8 e mezzo. Ornella era andata a riposarsi lì per una decina di giorni e mi aveva invitato a raggiungerla. Dopo una piccola ricerca sul web sono stata colpita dalle foto d’epoca di questo posto, così sono partita con una piccola parte di troupe. Quando sono arrivata ho deciso immediatamente che il film doveva essere girato in quel posto. Si trattava di un luogo di memoria ma che non era collegato in nessun modo alle sue. Certo, secondo la mia idea iniziale sarebbe dovuto essere un road movie ma, in realtà, è stato meglio così. Facendola viaggiare per tutta Italia rischiavamo seriamente di ucciderla. Per quanto riguarda, poi, la sua disponibilità a raccontarsi, non è mai venuta meno. Non c’è stata una sola domanda cui si sia sottratta. Lei non ha zone interiori dove non va. Le sue memorie sono a disposizione di tutti. D’altronde ama immensamente esibirsi.

In questo racconto il suo corpo viene spesso messo in mostra. Perché avete fatto questa scelta?
È il modo più semplice per farla vedere in un modo nuovo. Più di una volta lei mi ha detto di voler apparire com’era, senza veli. E per tradurre questa volontà in immagine c’è solo un modo, ossia mostrarsi. Ma anche in questo caso Ornella è stata complice. Ha apprezzato il gioco. D’altronde è una meravigliosa esibizionista.

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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