ENNIO MORRICONE, L’UOMO CHE HA RESO MELODIOSO IL CINEMA

ENNIO MORRICONE, L’UOMO CHE HA RESO MELODIOSO IL CINEMA

Fotografato nel documentario diretto da Giuseppe Tornatore e molto voluto dal compositore stesso, Ennio Morricone ha segnato in modo indelebile i ricordi cinematografici di diverse generazioni di spettatori, utilizzando la musica per riscrivere emozioni e sensazioni.

L’uomo delle colonne sonore

Pubblicità

Ennio Morricone è stato l’uomo che più di ogni altro è riuscito a raccontare e riscrivere il cinema grazie alle sette note. Il potere evocativo e narrativo della musica non è certo una novità ma il compositore, scomparso pochi anni fa ed ora ricordato nel documentario Ennio diretto da Giuseppe Tornatore, è stato molto di più di un semplice compositore di colonne sonore. Le sue creature, infatti, sono delle sofisticate orchestrazioni che, partendo spesso da delle intuizioni inaspettate come il richiamo di un coyote, sono riuscite ad avere un respiro ampio e profondo, capace di avvolgere gli spettatori e definire in modo indelebile una pellicola. La musica di Morricone, infatti, ha un’incredibile potenza emotiva, capace di ricreare le atmosfere e le sensazioni di una storia trasformandole in ricordi e immagini attraverso la melodia.

Per questo motivo è sufficiente chiudere gli occhi, ascoltare il tema principale di C’era una volta il West, per vedere nettamente e chiaramente Claudia Cardinale immortalata nel primo frame mentre scende dal treno. Lo stesso si può di dire di Mission, per cui le note scelte da Morricone portano immediatamente all’interno di una foresta pluviale. In sostanza le sue melodie hanno lo stesso effetto della madeleine di proustiana memoria, capace di riportare la mente e gli occhi verso una memoria e un’emozione al solo ascolto di poche note. Ma da dove nasce questa rara capacità di creare immagini e sensazioni attraverso le note e la loro orchestrazione? Sicuramente molto si deve a un talento naturale, capace di rendere la musica tangibile. Pochi, però, conoscono effettivamente il background del Maestro e le sue molte curiosità che lo hanno aiutato nel processo creativo. Perché, al di la della preparazione accademica, Ennio Morricone non ha mai perso di vista il mondo intorno a se, traendo una grande energia creativa dalla sua naturale musicalità.

All’inizio furono solo canzonette

Ennio Morricone approfondimento

Quando si parla di Morricone si usa, giustamente, sempre il tono ossequioso dedicato ai grandi talenti. Anche per questo motivo, dunque, quando si ricorda la sua carriera non si fa altro che ricordare i 500 film che ha musicato e contribuito a rendere immortali. Non tutti sanno, però, degli inizi e di come tutto è cominciato grazie alle “canzonette” italiane. Negli anni sessanta, infatti, il musicista comincia a collaborare con la Rca, dove inizia ad arrangiare brani entrati nella nostra storia musicale e nei ricordi di molte persone. Stiamo parlando di Se telefonando cantata Mina, In ginocchio da te, per cui ha creato un attacco indimenticabile, e altre canzoni interpretate da Paul Anka e Edoardo Vianello. In tutti questi casi un giovane Morricone ha messo lo stesso entusiasmo che il compositore più navigato avrebbe utilizzato in seguito anche per le colonne sonore.

Così, in un costante rimando tra alto e basso, Ennio dimostra la sua incredibile capacità di essere trasversale passando dagli studi al Conservatorio al pop musicale. Due diverse esperienze che, ben dosate e armonizzate insieme, sono state la caratteristica essenziale delle sue partiture. Ma com’è iniziata la sua avventura nel cinema? All’inizio non ha il coraggio di usare il suo nome e per questo si firma con uno pseudonimo, probabilmente ancora molto condizionato dalla preparazione accademica che divideva la musica in alta e bassa. Tutto, però, è destinato a cambiare quando riceve una telefonata da un certo Sergio Leone. I due erano stati compagni di scuola, e da quel momento iniziano una nuova avventura portando la musica e la partitura cinematografica a un livello dove non era mai giunta prima.

I successi e gli Oscar negati

Ennio Morricone approfondimento

Se guardiamo esclusivamente le famose 500 colonne sonore e i nomi di tutti i registi con cui ha collaborato, la carriera e il percorso artistico di Ennio Morricone non possono che essere considerati di successo. Nonostante questo, e il riconoscimento del suo talento a livello internazionale, il famoso premio dell’Academy si è fatto attendere, forse troppo a lungo. L’Oscar, infatti, arriva solo nel 2007 come tributo alla sua carriera, bissato poi da un secondo nel 2016 per le musiche di The Hateful Eight, diretto da Quentin Tarantino. Una gioia e soddisfazione che si aggiunge a tre Grammy Awards, tre Golden Globe, sei BAFTA, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Awards, un Leone d’oro alla carriera e un Polar Music Prize. Oltre a più di 70 milioni di dischi venduti. Solo tre anni dopo la consegna del secondo Oscar, però, Ennio Morricone scompare lasciando il panorama musicale dedicato al cinema inevitabilmente più vuoto senza che nessuno sia effettivamente in grado di prendere il suo testimone. Una morte, la sua, che si è fatta sentire in modo prepotente perché, nonostante l’età, la sua creatività non era ancora esaurita e aveva molta vita da comporre in musica.

Pubblicità
Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.