IN RICORDO DI LIBERO DE RIENZO

IN RICORDO DI LIBERO DE RIENZO

Oggi, 24 febbraio, Libero De Rienzo avrebbe compiuto 45 anni. Cogliamo l’occasione per ricordare l’attore, scomparso la scorsa estate, con cinque dei suoi film più rappresentativi, a testimonianza di un talento che avrebbe avuto ancora molto da dire.

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Attore, sceneggiatore e regista, Libero De Rienzo ha rappresentato e rappresenta tutt’ora una figura vitale nel panorama cinematografico italiano. Se guardiamo alla sua filmografia, è facile rendersi conto di un elemento ricorrente all’interno del suo percorso artistico: Libero De Rienzo aveva tanto da dire.

Oggi avrebbe compiuto 45 anni. In occasione del suo compleanno, abbiamo scelto alcuni film e/o ruoli che più ci hanno colpito, con l’obiettivo di celebrare il talento e la sensibilità di un bravissimo interprete e di un promettente regista, scomparso troppo presto.

1) Sangue – La morte non esiste

In ricordo di Libero De Rienzo

Se parliamo di Libero De Rienzo, è fondamentale menzionare Sangue – La morte non esiste (2005), l’unico film da lui scritto e diretto. La vicenda – suddivisa in tre capitoli – ha come protagonisti due fratelli: Stella e Yuri, quest’ultimo interpretato da un giovanissimo Elio Germano. Il loro rapporto è simbiotico, viscerale e violento; costituisce il punto focale della storia e incarna perfettamente l’atmosfera disturbante del film.

Sangue è un film scomodo e complesso. Da una parte, il regista affronta tematiche scottanti: si parla della violenza delle forze dell’ordine e di fascismo; di religione e profanità; di tossicodipendenza e incesto. Dall’altra, utilizza primi piani soffocanti, inquadrature insolite che mettono quasi a disagio, una struttura non lineare della narrazione, personaggi totalmente sgradevoli e l’assenza di una qualsiasi forma di lieto fine. Il film racconta allo spettatore uno spaccato crudo e grottesco della realtà di tutti i giorni, trasposta sullo schermo in modo volutamente esagerato e tragicomico.

Per quanto controverso, Sangue merita la visione proprio perché sperimentale e fuori dagli schemi, nonché tassello fondamentale per comprendere la visione artistica del suo regista.

2) Miele

In ricordo di Libero De Rienzo

Miele è un film del 2013 diretto da Valeria Golino, che con questo lungometraggio firma il suo esordio dietro la macchina da presa. Presentato al festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, il filmdeve il suo titolo al soprannome dato al personaggio principale, interpretato da Jasmine Trinca. Irene, detta “Miele”, è una giovane donna che svolge un mestiere particolare: quando chiamata, il suo compito è quello di assistere i malati terminali con l’eutanasia, “addolcendone” quindi le sofferenze. Libero De Rienzo è Rocco, la persona che collega Irene ai suoi contatti.

La sua partecipazione in Miele riassume perfettamente alcune caratteristiche chiave del suo percorso artistico: l’essersi dedicato a film non necessariamente dall’ampio respiro commerciale ma senza dubbio di qualità; e l’aver saputo dare peso e dignità a qualsiasi personaggio interpretato, anche quando secondario.

3) Fortàpasc

In ricordo di Libero De Rienzo

Diretto da Marco Risi, Fortàpasc (2009) mette in scena la vera storia di Giancarlo Siani, un brillante giornalista ucciso dalla mafia a soli 26 anni.

“Le persone per scegliere devono sapere; devono conoscere i fatti. E allora quello che un giornalista giornalistadovrebbe fare è questo: informare”, dice Siani in una delle scene più importanti del film. Oltre a raccontare vita e vicissitudini del suo protagonista, il regista rende Fortàpasc un vero e proprio inno al giornalismo d’inchiesta; quello integro e scomodo, fatto da chi crede nel suo mestiere e rischia la vita per farlo.

Nel 2010 il film è stato nominato per tre David Di Donatello e sei Nastri D’Argento; in entrambi i casi Libero De Rienzo ha ricevuto una candidatura come miglior attore protagonista. D’altronde, l’intero film si regge sulla sua splendida interpretazione, attraverso la quale costruisce con grande umanità la figura del giovane giornalista. Potentissimo è il primo piano finale sul volto dell’attore, che guarda i suoi assassini sorridendo rassegnato. In questo ruolo Libero De Rienzo è semplicemente indimenticabile.

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4) Smetto quando voglio

In ricordo di Libero De Rienzo

Smetto quando voglio racconta le disavventure di un gruppo di sfortunati ricercatori universitari. Stanchi della condizione di precarietà nella quale si trovano da anni, decidono di dare una svolta alla loro vita dedicandosi alla produzione e vendita di smart drugs. Divisa in tre film, Smetto quando voglio (2014), Smetto quando voglio – Masterclass (2017) e Smetto quando voglio – Ad honorem (2017), quella di Sydney Sibilia è una trilogia fresca e divertente, che funziona perfettamente grazie a una brillante sceneggiatura e a una solida struttura narrativa.

La banda diSmetto quando voglio non sarebbe la stessa senza Bartolomeo Bonelli, il personaggio interpretato da Libero De Rienzo e sicuramente uno dei suoi più amati e ricordati. Infatti, all’interno di un ensemble di altissimo livello, è proprio l’attore partenopeo a spiccare su tutti: Bartolomeo – “l’economista” – è sagace, spesso scortese, irriverente, goffo ma brillante, ipocondriaco, sarcastico ed esilarante. Se è facile affezionarsi alla “banda”, è ancora più facile voler bene a Bartolomeo; e il merito va sicuramente al suo interprete, che ancora una volta ha dato prova del suo raffinatissimo talento comico.

5) Santa Maradona

In ricordo di Libero De Rienzo

Scritto e diretto da Marco Ponti, qui alla sua opera prima, Santa Maradona (2001) è una commedia nostalgica che racconta l’amarezza di una generazione disillusa e annoiata. Protagonisti della storia sono Andrea e Bart, interpretati rispettivamente da Stefano Accorsi e Libero De Rienzo. I due ragazzi – sui vent’anni e senza lavoro – condividono un appartamento che non riescono a pagare; vivono relazioni fugaci senza mai riuscire a impegnarsi; e lottano troppo poco per dei sogni che non riescono a raggiungere. È proprio questo il punto centrale del film: il non riuscire; in nessun campo. Bart è tutt’altro che un personaggio modello: pigro e cinico, giudica le colpe degli altri per mascherare i propri fallimenti. Tuttavia, grazie al carisma del suo interprete, è naturale immedesimarsi nella delusione che Bart nutre nei confronti della sua stessa vita, immobile e monotona.

Per quest’interpretazione Libero De Rienzo vince il David Di Donatello come miglior attore non protagonista a soli 24 anni. Salito sul palco durante la cerimonia, con la voce tremante e la timidezza di chi si sente quasi fuori luogo, l’attore lancia un messaggio che invece arriva chiarissimo. Quando gli viene chiesto di fare una dedica, Libero non accenna al film o alla sua vita ma – scusandosi per aver rovinato l’atmosfera di festa – usa il momento per dare risonanza alla Croce Rossa italiana internazionale, in quei giorni impegnata in Palestina. “Per quello che può valere la mia umile voce, lancio un appello affinché tutti abbassino la testa di fronte alla Croce Rossa Internazionale e permettano a questi uomini e a queste donne di svolgere il loro lavoro. È inaccettabile che i poveri non abbiano cibo; e che i malati non abbiano medicine”.

Questi sono solo alcuni dei film che hanno caratterizzato la sua carriera. Con impegno e sensibilità, l’attore si è cimentato in ruoli comici e drammatici, dando sempre prova di una brillante versatilità. Grazie al suo lavoro, Libero De Rienzo è diventato un tassello cardine del cinema italiano e ha lasciato dietro di sé un’eredità importante, di cui – oggi più che mai – è fondamentale ricordare il peso.

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Studentessa laureata in Journalism & Media, Culture and Identity presso la Roehampton University di Londra. Durante la mia permanenza in Inghilterra ho collaborato con il sito web cinematografico whatsontheredcarpet, e da settembre 2019 scrivo recensioni per Asbury Movies. Amo tutto ciò che è cinema e scrittura.

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