TROPPO CATTIVI

TROPPO CATTIVI

La nuova animazione della DreamWorks riporta lo spettatore verso un’interpretazione estetica e narrativa tradizionale. Per questo Troppo cattivi, infatti, è opportuno rispolverare il termine ormai poco utilizzato di cartone animato. E certo non in modo negativo. La sua semplicità tecnica, infatti, viaggia di pari passo con quella narrativa, volta a creare un progetto ludico e di piacevole intrattenimento.

I cinque di Mr. Wolf

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Chi sono Mr. Wolf, Mister Snake, Mr. Shark, Mr. Piranha e Miss Tarantola? A prima vista potrebbero sembrare dei nickname dietro i quali nascondere delle misteriose personalità dai talenti a dir poco bizzarri. In realtà si tratta di una gang di animali fuorilegge protagonisti niente meno che dell’ultima animazione prodotta dalla DreamWorks. A dire il vero, prima di prepararsi a conquistare il grande schermo, questa “sporca cinquina” è già riuscita a diventare protagonista di una graphic novel intitolata proprio Troppo cattivi e realizzata dallo scrittore e illustratore australiano Aaron Blabey. Per conquistare il pubblico delle sale, però, questi cinque delinquenti “gentiluomini” hanno scelto di cambiare completamente pelle. In effetti, rispetto alla grafica scelta dal loro creatore negli anni settanta, il look utilizzato dal regista Pierre Perifel ha optato per un aspetto più glamour e patinato.

Oltre a questo, poi, una chiara virata cinematografica è stata imposta anche all’atmosfera generale dell’animazione, puntando tutto su un ritmo e un sottile rimando alle avventure di Ocean’s Eleven. Non è un caso, ad esempio, che Mr. Wolf vanti un fascino dinoccolato e ammiccante alla George Clooney d’annata, mentre il resto della banda abbia un modus operandi molto simile a quello mostrato per l’ormai storico colpo al Belagio. Oltre a questo, poi, la narrazione è stata arricchita da un ritmo piuttosto alto dove ironia e giochi di parole riescono a prendere il sopravvento su un intreccio che, a dire il vero, non brilla certo per originalità. Nonostante questo limite, però, la caratterizzazione dei personaggi è così netta e definita da colmare qualsiasi lacuna e prevedibilità dell’architettura narrativa. In effetti la nuova creatura della DreamWorks sembra avere un fine essenziale: intrattenere. Un risultato che ottiene senza alcun dubbio.

Cattivi ma con tradizione

Troppo cattivi: il protagonista Wolf
Troppo cattivi: il protagonista Wolf in un’immagine del film animato

In questi ultimi anni la Disney e, soprattutto, la Pixar, hanno abituato il pubblico a delle animazioni estremamente curate dal punto di vista estetico e, soprattutto, dotate di una profondità di contenuti capace di unire trasversalmente più generazioni. Una visione che, però, non viene volutamente abbracciata dalla DreamWorks, che, con Troppo Cattivi, cerca di elaborare una creatura sicuramente più semplice, ma non per questo meno valida dal punto di vista strettamente ludico. L’elemento caratteristico di questo progetto è una visione in 2D che, dal disegno tradizionale, fino all’intreccio piuttosto elementare e privo di grandi sottotesti, consegna al pubblico un chiaro ritorno a quello che, prima dell’avvento di Alla ricerca di Nemo, veniva chiamato cartone animato.

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Oggi questa denominazione è considerata quasi offensiva o limitante, soprattutto se utilizzata per delle opere animate come quelle della Pixar o provenienti dalla visione orientale di Miyazaki. Un giudizio, però, che non sembra coinvolgere i reparti creativi e produttivi della DreamWorks che, cercando anche di diversificare il proprio lavoro e di puntare su un linguaggio personale, hanno preferito cavalcare l’onda alta del divertimento leggero e privo di troppa introspezione. Per questo motivo, dunque, la scelta grafica di unire la CGI moderna con un rendering non completamente realistico viene sostenuta da un senso dell’ironia degno di una pellicola in live action, dove magari il protagonista è un ladro sbruffone in stile Lupin. Perché, al di la dei loro colpi rocamboleschi messi a punto tra inseguimenti e travestimenti, è praticamente impossibile non sentire un’immediata simpatia per questa banda che, a dirla tutta, di cattivo non ha proprio nulla.

Famiglia, amicizia e appartenenza

Troppo cattivi: i protagonisti si preparano a un colpo
Troppo cattivi: i protagonisti si preparano a un colpo nel film d’animazione

Nonostante la voluta leggerezza dei toni e il disimpegno tematico cercato, non esiste animazione senza una morale di fondo, essendo una diretta discendente del racconto favolistico. Un destino, dunque, a cui anche Troppo cattivi non può minimamente fuggire, mettendo in evidenza degli elementi essenziali e, allo stesso tempo, elementari della vita come il senso della famiglia, l’appartenenza e la ricerca dell’accettazione. Questi cinque fuorilegge, infatti, sono uniti da un forte legame che, partendo da un’amicizia per scopi comuni, fonda le basi di una vera e propria famiglia. A legarli è soprattutto la convinzione di essere degli emarginati, rifiutati dalla società per il loro aspetto o per una natura poco incline alla socializzazione.

Nonostante una facciata da ribelli, però, il desiderio di essere applauditi e considerati dalla comunità si fa sempre più evidente. E poco importa che a riportare a galla questa sensazione sia un personaggio ambiguo e doppiogiochista. La morale, in questo caso, non riguarda strettamente il concetto di bontà quanto la capacità di far parte di una comunità senza rinunciare alle proprie peculiarità, sapendole dosare con le necessità di un gruppo più ampio. In sostanza, dunque, Troppo cattivi, pur non volendo indagare troppo a fondo, offre la possibilità di considerare il concetto stesso di società e cosa vuol dire farne parte.

Troppo cattivi: la locandina italiana

Scheda

Titolo originale: The Bad Guys
Regia: Pierre Perifel
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Durata: 100’
Genere: Commedia, Animazione, Azione, Poliziesco
Cast: Awkwafina, Sam Rockwell, Marc Maron, Zazie Beetz, Anthony Ramos, David P. Smith, Richard Ayoade, Alex Borstein, Craig Robinson, Walt Dohrn, Barbara Goodson, Dina Morrone, Jesse Averna, John Venzon, Kelly Cooney Cilella, Lilly Singh, Michael Godere
Sceneggiatura: Hilary Winston, Yoni Brenner, Etan Cohen
Montaggio: John Venzon
Musiche: Daniel Pemberton
Produttore: Rebecca Huntley, Damon Ross
Casa di Produzione: DreamWorks Animation, Universal Pictures
Distribuzione: Universal Pictures

Data di uscita: 31/03/2022

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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