THE UMBRELLA ACADEMY 3

THE UMBRELLA ACADEMY 3

Creata da Steve Blackman

Voto: 8

L’irriverenza senza il gusto dell’ostentazione e della provocazione gratuita alla The Boys, l’ironia screziata di amarezza, la follia di quelle che non hanno bisogno di terapia e pasticche: la terza stagione di The Umbrella Academy risolleva la serie dopo una seconda meno briosa.

The Umbrella Academy è tornata quella della prima stagione

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La prima stagione di The Umbrella Academy culminava nell’apocalisse. La seconda, pure. La terza… ovviamente, annovera l’avvento dell’apocalisse. La serie di Netflix ispirata agli omonimi comics e da alcuni definita supereroistica – laddove di supereroe non se ne avvista manco per sbaglio – è ora reperibile sulla piattaforma streaming con la stagione a oggi più folle, surreale e squinternata. Se mai questo fosse possibile. Dopo un’annata d’esordio alquanto bizzarra, incentrata sulle peripezie di una famiglia disfunzionale di fratelli dotati di facoltà soprannaturali, e una seconda meno coesa e divertente, la terza è la più stramba e gloriosamente bislacca. E la più irriverente, ma epurata dall’ostentata oscenità di uno show con cui condivide il concetto di partenza, il The Boys di Prime Video.

La storia si ripete

The Umbrella Academy 3, Justin H. Min e Britne Oldford in una scena
The Umbrella Academy 3, Justin H. Min e Britne Oldford in una scena della serie

In comune, come accennato, le prime stagioni condividevano il canovaccio: gli Hargreeves mettevano da parte rivalità e idiosincrasie personali per impedire che il mondo – o tutta la galassia, o tutto l’universo – finisse. Curiosamente la colpa dell’armageddon era sempre loro e non c’è motivo per cui la tradizione non si perpetui. La terza tranche di episodi riprende esattamente da dove finiva la precedente: i fratelli tornavano dal loro viaggio negli Anni Sessanta al presente solo per realizzare di avere la casa occupata. Gli squatter, tuttavia, sono loro: la Storia ha preso una piega diversa e il padre putativo ha scelto altri ragazzi dotati di poteri al loro posto, ribattezzando l’Umbrella Academy… la Sparrow Academy. In questa ucronia Ben, il fratello defunto dieci anni prima e lungamente pianto, sta benone, ma a sopravvivere in questa timeline alternativa è una versione arrogante, ambiziosa e ostile. Assieme a Fei, una giovane donna stilosa senza occhi che vede tramite i corvi – come un Odino col senso della moda – è l’unica new entry degna di nota.

Una serie sempre più character-centric

The Umbrella Academy 3, Aidan Gallagher, Emmy Raver-Lampman e Elliot Page in una scena
The Umbrella Academy 3, Aidan Gallagher, Emmy Raver-Lampman e Elliot Page in una scena della serie

La rivalità tra i due gruppi di Hargreeves è l’elemento inedito di una trama che si porta dietro gli strascichi della stagione precedente: Numero Cinque deve ancora fare i conti con i viaggiatori del tempo, Vanya affronta l’ultimo stadio della sua presa di coscienza identitaria, Klaus scopre i limiti dei suoi sconcertanti poteri, Diego realizza che la sua relazione con Lila non è del tutto conclusa. Il fatto che una minaccia informe si annidi nella cantina di casa minacciando l’integrità strutturale dell’universo sembra l’ostacolo minore. Il cast è ormai un ensemble in compiaciuta armonia. Possiamo trovare discutibile il fatto che la transizione di Elliot Page sia stata inserita nella narrativa del suo personaggio (perché mai un attore non può interpretare un personaggio femminile?), come se il pubblico di The Umbrella Academy non fosse abbastanza evoluto di suo da dover essere educato a essere tollerante nei confronti dei personaggi non cis.

Una formula rodata

The Umbrella Academy 3, Robert Sheehan in una scena
The Umbrella Academy 3, Robert Sheehan in una scena della serie

Detto questo, l’integrazione dell’esperienza personale di Page è talmente ben diluita nella dinamica della narrazione da giustificarsi da sola, e anche irresistibilmente tenera. Non basta tuttavia a scippare il trono del personaggio più intrigante della serie: The Umbrella Academy è ancora lo show di Robert Sheehan e di Klaus, l’outsider tra gli outsider. Una sequenza verso fine stagione che illustra il suo percorso alla scoperta di se stesso e delle proprie facoltà elabora il rapporto tra il suo irrisolto personaggio e il genitore (poche serie dramedy hanno descritto figure genitoriali tanto esecrabili come Reginald Hargreeves) con un espediente al contempo tragicomico e geniale, il frangente auspicabilmente migliore dell’annata. Ed è proprio questo senso soffuso di tragedia e amarezza – appena percepibile nel clamore di uno show che raramente devia dai toni del grottesco e del sopra le righe – che rende la serie un piccolo gioiello. Questa annata, seppur più fluttuante tra alti e bassi qualitativi, è decisamente più strutturata, coesa, coerente – seppur ancora dominata da una compiaciuta anarchia – della precedente. Alcuni personaggi ne escono più accattivanti, come Diego, altri decisamente degni di insofferenza, come Allison. Di altri si nota appena l’esistenza – e non è solo colpa di archi narrativi inconsistenti – cioè di figure come quella di Luther, risucchiate dal carisma nerd di Cinque, Klaus e il citato Diego.

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Avanti così

The Umbrella Academy 3, un'immagine di gruppo
The Umbrella Academy 3, un’immagine di gruppo della serie

Il pubblico può essersi vagamente assuefatto allo stile narrativo funambolico dello show e alle idiosincrasie degli Hargreeves, ma la serie regge: dal ritmo narrativo al registro, dagli espedienti comici alle battute sagaci, dalle scene più irriverenti a qualche liberatorio guizzo di sarcasmo, The Umbrella Academy è ormai una macchina perfettamente rodata, una serie deliziosamente spensierata. Si sa cosa aspettarsi, e alcuni momenti e situazioni – l’immancabile balletto corale sulle note di qualche hit iconica, preferibilmente degli anni ’80 – sono addirittura diventati parte di un rituale che lo spettatore attende con frenesia. Di meglio non ci aspettiamo dalla quarta stagione.

The Umbrella Academy 3, la locandina italiana

Scheda

Titolo originale: The Umbrella Academy 3
Creata da: Steve Blackman
Regia: Sylvain White, Jeremy Webb, Cheryl Dunye
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Genere: Commedia, Avventura, Fantascienza, Fantastico
Cast: Ritu Arya, Marin Ireland, Adam Godley, Tom Hopper, Britne Oldford, Colm Feore, Elliot Page, Emmy Raver-Lampman, Javon ‘Wanna’ Walton, Aidan Gallagher, Cazzie David, David Castañeda, Genesis Rodriguez, Jake Epstein, Jordan Claire Robbins, Justin Cornwell, Justin H. Min, Justin Paul Kelly, Robert Sheehan, Yusuf Gatewood
Sceneggiatura: Aeryn Michelle Williams, Robert Askins, Jesse McKeown, Jeremy Slater, Michelle Lovretta, Elizabeth Padden, Steve Blackman
Fotografia: Craig Wrobleski, Neville Kidd
Montaggio: Wendy Tzeng, Amy K. Bostrom, Timothy A. Good
Musiche: Perrine Virgile, Jeff Russo
Produttore: Steve Blackman, Jason Neese, Bonnie Zipursky, Jamie Neese, Everett Burrell, Chris Tongue
Casa di Produzione: Netflix, Universal Cable Productions, Dark Horse Entertainment
Distribuzione: Netflix

Data di uscita: 22/06/2022

Trailer

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Giornalista pubblicista, persona per niente seria. Fissata con gli anni ’80, la fantascienza e l’horror, i film di arti marziali e le serie coreane, i cartoni animati e i manga. E altre cose, ma non ne scrivo.

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