LA MIA OMBRA È TUA

LA MIA OMBRA È TUA

Tutto, in La mia ombra è tua, è minuziosamente studiato al dettaglio, in particolar modo per quanto riguarda la caratterizzazione dei due protagonisti. Eppure, purtroppo, il film di Eugenio Cappuccio – che tanto vuole presentarsi come un inno alla vita, al vero amore, in grado di rimanere invariato per anni, e all’importanza di seguire i propri sogni e la propria vocazione – non decolla mai a causa, soprattutto, di numerosi cliché e di una pericolosa prevedibilità.

Crescere insieme

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Due mondi (apparentemente) diversi. Due generazioni e due realtà che faticano a “incontrarsi”, a comprendersi a vicenda. L’inizio di una nuova età e di un nuovo, importante, percorso di vita. E poi, non per ultimo, un romanzo scritto venticinque anni fa, tornato alle luci della ribalta grazie ai nuovi social media. Tutto questo è La mia ombra è tua, ultima fatica del regista Eugenio Cappuccio, presentata in anteprima in occasione del Taormina Film Fest 2022 – prima di approdare nelle sale cinematografiche – e tratta dall’omonimo romanzo di Edoardo Nesi.

Nuovi incarichi

La mia ombra è tua, Giuseppe Maggio e Marco Giallini in una scena
La mia ombra è tua, Giuseppe Maggio e Marco Giallini in una scena del film

La storia messa in scena, dunque, è quella del venticinquenne Emiliano De Vito (impersonato da Giuseppe Maggio), laureato a pieni voti in Lettere, ma che, purtroppo, fatica a trovare un impiego fisso e per arrivare a fine mese dà ripetizioni. Un giorno, la sua vita subisce una svolta: egli dovrà fare da assistente allo scrittore Vittorio Vezzosi (un ottimo Marco Giallini), il quale è divenuto famoso anni prima grazie a un romanzo divenuto immediatamente best seller, riscoperto in tempi recenti da una influencer che lo ha fatto immediatamente tornare in voga. Sarà compito di Emiliano, dunque, cercare di scoprire sempre di più sulla lavorazione di un fantomatico sequel, che a sua volta dovrà essere presentato durante un evento a Milano.

Tentativi poco riusciti

La mia ombra è tua, Marco Giallini in una scena
La mia ombra è tua, Marco Giallini in una scena del film

Vittorio è un uomo che da anni vive in un’enorme villa nella campagna toscana. Egli non vuole assolutamente che su internet trapelino notizie su di lui. Nemmeno una foto. Almeno questo è ciò che inizialmente dice Mamadou – che presso Vittorio lavora come domestico – a un impacciato Emiliano. Poi, di punto in bianco, tutte le “regole” iniziali vengono infrante (senza elemento alcuno che giustifichi tale repentino cambiamento). Ma questo, però, è solo uno dei tanti elementi che del presente La mia ombra è tua poco convincono. Le maggiori problematiche riguardano, infatti, principalmente la scrittura, dove, di fianco a tematiche importanti come possono essere la disoccupazione, lo scontro generazionale e il potere dei social media, nascono altrettanti cliché che altro non fanno che rendere il tutto pericolosamente banale e – ahimé! – anche fortemente prevedibile.

Cose (già) viste

La mia ombra è tua, Giuseppe Maggio e Marco Giallini in un momento
La mia ombra è tua, Giuseppe Maggio e Marco Giallini in un momento del film

La mia ombra è tua – attraverso la formula (anch’essa più e più volte scelta) del road movie – mette in scena dunque qualcosa che ci è già stato presentato, nel corso degli anni, in tutte le salse (e, in determinati casi, anche con una “confezione” migliore). Questo ultimo lungometraggio di Eugenio Cappuccio ci racconta, infatti, fondamentalmente la storia di due solitudini che si incontrano in un periodo storico in cui ognuna delle due si trova in un momento decisivo della propria esistenza. I fatti ci vengono raccontati esclusivamente dal punto di vista del giovane Emiliano, la cui voice over ci accompagna dall’inizio alla fine (anche questa, soluzione parecchio in voga nell’ambito della commedia italiana contemporanea). La campagna toscana (vista, spesso, come una sorta di comfort zone) si contrappone fortemente alla cosmopolita Milano, in cui, al contrario, la vita frenetica ci porta spesso a compiere scelte drastiche e repentine.

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Guardando al passato

La mia ombra è tua, Marco Giallini, Isabella Ferrari e Giuseppe Maggio in una scena
La mia ombra è tua, Marco Giallini, Isabella Ferrari e Giuseppe Maggio in una scena del film

Tutto, in La mia ombra è tua, è minuziosamente studiato al dettaglio (in particolar modo per quanto riguarda la caratterizzazione dei due protagonisti). Eppure, purtroppo, il lungometraggio – che tanto vuole presentarsi come un inno alla vita, al vero amore, in grado di rimanere invariato per anni, e all’importanza di seguire i propri sogni e la propria vocazione – non decolla mai. Colpa, come già menzionato, di pretenziose riflessioni che altro non fanno che rivelarsi banali cliché; colpa di numerosi elementi tirati in ballo, ma che non vengono mai caratterizzati o approfonditi come meriterebbero (vedi, per esempio, la figura della influencer); colpa anche – e soprattutto – di una desolante prevedibilità, che ci dà quasi l’impressione che il presente La mia ombra è tua sia stato realizzato con il pilota automatico, e che altro non faccia che rivelare una stanchezza produttiva purtroppo riscontrabile in molti prodotti realizzati negli ultimi anni in Italia.

La mia ombra è tua, la locandina del film

Scheda

Titolo originale: La mia ombra è tua
Regia: Eugenio Cappuccio
Paese/anno: Italia / 2022
Durata: 107’
Genere: Drammatico
Cast: Isabella Ferrari, Marco Giallini, Anna Manuelli, Giuseppe Maggio, Massimo Molea, Sidy Diop
Sceneggiatura: Eugenio Cappuccio, Edoardo Nesi, Laura Paolucci
Fotografia: Valerio Evangelista
Montaggio: Fabio Nunziata
Musiche: Vincenzo Lucarelli
Produttore: Domenico Procacci, Laura Paolucci
Casa di Produzione: Fandango, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution

Data di uscita: 29/06/2022

Trailer

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Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

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