RIMINI

RIMINI

Si ride, durante la visione di Rimini, ma non così tanto come è avvenuto per le precedenti opere di Ulrich Seidl. Situazioni al limite del grottesco sono comunque pervase da una tangibile malinconia di fondo. E il tutto, come di consueto nei film del cineasta di Vienna, prende a un certo punto una piega totalmente diversa, inferendo allo spettatore forti scossoni emotivi.

Glorie del passato

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Non capita spesso, purtroppo, di veder arrivare nelle sale italiane un film di Ulrich Seidl. A parte, infatti, l’acclamato – e controverso – Canicola (vincitore del Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2001) e il documentario Safari (realizzato nel 2016 e distribuito soltanto da poche sale in tutta la penisola), le pellicole del cineasta austriaco, spesso anche a causa delle spinose tematiche trattate, hanno sovente faticato a trovare una soddisfacente distribuzione in Italia. Questo non è il caso, però, di Rimini, già presentato in corsa per l’Orso d’Oro alla Berlinale 2022 e, come già si può intuire dal titolo, ambientato (quasi) interamente in Italia.

Non una, ma due storie

Rimini, Michael Thomas in una sequenza del film
Rimini, Michael Thomas in una sequenza del film di Ulrich Seidl

La genesi di Rimini ha avuto luogo già nel 2018, quando inizialmente Seidl aveva pensato di realizzare il lungometraggio Wicked Games, incentrato sulla storia di due fratelli, ognuno dei quali ha pensato di farsi una vita all’estero, uno dei due in Italia, l’altro in Romania. Da questo progetto, tuttavia, hanno preso vita ben due film, Rimini, appunto, e Sparta (quest’ultimo verrà presentato in anteprima, in concorso, al San Sebastian Film Festival 2022).

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Protagonista di Rimini, dunque, è l’indimenticabile Richie Bravo (impersonato da Michael Thomas), il quale un tempo era un cantante di successo, specializzato in particolare nello Schlager, musica popolare austriaca. Non più giovanissimo e in costanti difficoltà economiche, l’uomo si esibisce solo sporadicamente nei locali e, al fine di riuscire ad arrivare a fine mese, è costretto ad affittare la sua villa a turisti (Villa Bravo) e a prostituirsi. Le cose si complicheranno ulteriormente nel momento in cui sua figlia Tessa (Tessa Göttlicher) lo rintraccerà dopo molti anni e gli chiederà un’ingente somma di denaro.

Indimenticabile anti-eroe

Rimini, Michael Thomas e Claudia Martini in una scena del film
Rimini, Michael Thomas e Claudia Martini in una scena del film di Ulrich Seidl

Richie Bravo non è assolutamente un eroe senza macchia. Dopo molti fallimenti, anch’egli si fa spesso tentare dalla truffa e dall’illegalità. Eppure, fondamentalmente, è un puro di cuore. E di questo Ulrich Seidl è ben consapevole. A differenza di molti altri protagonisti dei suoi film e documentari, infatti, egli non viene assolutamente osservato dalla macchina da presa con sguardo critico e giudicante, ma, al contrario, ci viene mostrato in tutte le sue più umane sfaccettature, rivelandosi, al contempo, carismatico al punto di restare impresso nella memoria dello spettatore per molto e molto tempo.

Passato e presente

Rimini, Ulrich Seidl con Hans Michael Rehberg
Rimini, una foto di Ulrich Seidl con Hans Michael Rehberg

Vestiti dai colori sgargianti, un andamento goffo, ma anche gigantografie del cantante ai tempi d’oro che, tutte insieme, contribuiscono a rendere l’arredamento di Villa Bravo ancora più kitch, caratterizzano le ambientazioni del presente Rimini divenendo, così, una sua componente fondamentale. Tutto, in Rimini, ruota intorno al suo protagonista. Il suo difficile presente è una lotta costante, eppure del suo passato ben poco ci viene detto, fatta eccezione per i momenti in cui vediamo suo padre (Hans-Michael Rehberg, qui nel suo ultimo ruolo cinematografico prima della sua morte, avvenuta nel 2018), ricoverato presso una casa di riposo in Austria, che, affetto da demenza senile, sembra ricordare soltanto i tempi in cui militava nel partito nazionalsocialista. Non sappiamo quanto questo suo passato abbia realmente influenzato la vita di Richie. Ulrich Seidl non ce lo ha detto. Allo spettatore, il compito – e la libertà – di trarre le proprie conclusioni.

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Un “inconsueto” Seidl

Rimini, una scena del film
Rimini, una scena del film di Ulrich Seidl

Si ride, durante la visione di Rimini, ma non così tanto come è avvenuto per le precedenti opere dell’autore. Situazioni al limite del grottesco sono comunque pervase da una tangibile malinconia di fondo. E il tutto, come di consueto nei film del cineasta di Vienna, prende a un certo punto una piega totalmente diversa, inferendo allo spettatore forti scossoni emotivi. In molti hanno storto il naso al termine della visione di Rimini. Forse perché, “viziati” dal cinema di Seidl, siamo tutti portati ad aspettarci sempre di più. Eppure non si può non riconoscere al presente lungometraggio un’importante sincerità di fondo, oltre, ovviamente, a una più volte provata maestria nel dar vita a personaggi a tutto tondo. Personaggi che, come nel caso del nostro Richie Bravo, non dimenticheremo molto facilmente.

Rimini, la locandina italiana del film

Scheda

Titolo originale: Rimini
Regia: Ulrich Seidl
Paese/anno: Francia, Germania, Austria / 2022
Durata: 114’
Genere: Commedia, Drammatico
Cast: Amir Kozman, Claudia Martini, Georg Friedrich, Hans-Michael Rehberg, Ibrahim Isiktas, Inge Maux, Michael Thomas, Natalya Baranova, Rosa Schmidl, Silvana Sansoni, Tessa Göttlicher
Sceneggiatura: Ulrich Seidl, Veronika Franz
Fotografia: Wolfgang Thaler
Montaggio: Monika Willi
Musiche: Fritz Ostermayer, Herwig Zamernik
Produttore: Philippe Bober, Michel Merkt, Veronika Franz, Ulrich Seidl
Casa di Produzione: Essential Filmproduktion GmbH, Société Parisienne de Production (SOPRA), Arte France Cinéma, Österreichischer Rundfunk (ORF), Ulrich Seidl Film Produktion GmbH, Bayerischer Rundfunk (BR), Sovereign Films (II), Bord Cadre Films, ARTE
Distribuzione: Wanted Cinema

Data di uscita: 25/08/2022

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Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

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