IL SIGNORE DEGLI ANELLI – GLI ANELLI DEL POTERE 1X01 – 1X02

IL SIGNORE DEGLI ANELLI – GLI ANELLI DEL POTERE 1X01 – 1X02

Nonostante la sua presentazione sia stata accompagnata da non pochi preconcetti, la serie tv ideata da J.D.Payne e Patrick McKay riesce nell’intento di costruire un nuovo capitolo di una narrazione epica dalle infinite possibilità. Un racconto in grado di rispettare la tradizione pur reclamando la sua autonomia.

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Deponete i dubbi e lasciate andare ogni esitazione. La serie TV prodotta e realizzata da Amazon Prime, Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del potere non delude ma, anzi, dissolve ogni tipo d’incertezza e mancanza di fiducia nata prima della visione. Almeno per quanto riguarda i primi due episodi, disponibili da oggi, 2 settembre, sulla piattaforma streaming. Certo, come procederà nelle prossime sei puntate ancora non è dato saperlo ma le premesse lasciano ben sperare rispetto alla cautela mostrata successivamente alla presentazione ufficiale del progetto. Inutile negare, infatti, che alla notizia di questo nuovo capitolo legato alla saga di J.R.R. Tolkien non tutti hanno espresso un irrefrenabile entusiasmo.

Al massimo si è parlato di una curiosità frenata dall’idea che aggiungere del nuovo materiale a quello già esaustivo, dal punto di vista narrativo ed estetico, prodotto da Peter Jackson fosse di per sé impossibile. I dubbi più grandi, in particolare, hanno investito proprio l’impianto narrativo. Le possibilità che risultasse completamente distaccato per stile ed atmosfera rispetto al corpo centrale erano altissime. Così come il pericolo di un continuo e posticcio riferimento, capace solo di creare una brutta copia dell’originale. Se a questo, poi, si aggiunge anche la presentazione di nuovi personaggi distaccati temporalmente da quelli così fortemente riconoscibili, l’opzione di un fallimento non si presentava così remota.

Gli anelli del potere, recensione dei primi due episodi
Morfydd Clark in primo piano. Al suo fianco, alla tua sinistra, Benjamin Walker e Robert Aramayo

“Il male non dorme. È in attesa”

Nonostante tutti questi preconcetti, però, la serie tv creata J.D.Payne e Patrick McKay sembra proprio essere capace di catturare perfettamente l’essenza del racconto epico di Tolkien per produrre nuove pagine di mitologia. Il suo scopo è riportare la narrazione ancora più indietro nel tempo rispetto alle avventure di Bilbo, in un’epoca particolare in cui le quattro razze della Terra di Mezzo sembrano riuscire a convivere e gli anelli del potere non sono stati ancora forgiati. All’interno di questa atmosfera particolare, in cui tutto deve ancora accadere, lo spettatore assume un ruolo attivo, essendo a conoscenza di ciò che avverrà nei decenni successivi.

Nonostante questo, però, la narrazione non appare mai scontata e, anzi, riesce a trasportare in un mondo che, pur avendo dei tratti famigliari, si presenta immediatamente come altro. Lo stesso effetto è prodotto dalla presentazione dei personaggi principali che, pur avendo dei tratti riconoscibili, in realtà sono portatori di un’ individualità forte e unica. Ed è proprio in questo continuo gioco di rispetto e autonomia in relazione alla tradizione tolkeniana, che Gli Anelli del potere si fondono armoniosamente con tutta la materia precedente mantenendo, allo stesso tempo, un’individualità evidente.

Gli anelli del potere, la recensione dei primi due episodi
Un luminoso primo piano di Morfydd Clark nei panni di Galadriel

“Hai combattuto abbastanza Galadriel. Metti via la spada”

Dal punto di vista strettamente temporale abbiamo detto che la vicenda muove i suoi primi passi in un tempo veramente lontano, antecedente a tutto ciò che accadrà ne Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. Nello specifico ci si trova negli anni in cui, dopo aver sconfitto il malvagio Morgoth ed i suoi orchi, si pensa di aver abbracciato un periodo di pace. Ma sarà veramente così? Alcuni segnali dicono il contrario. In modo particolare insospettisce la scomparsa improvvisa di Sauron che, dopo aver radunato sotto di sé eserciti di mostruose creature, sembra essersi dissolto nel nulla. Eppure molti elfi hanno combattuto valorosamente e perso la vita per ostacolare la sua ascesa. Tra questi il fratello di Galadriel, una giovane guerriera elfo dall’animo indomito e bisognoso di vendetta per mettere a tacere il dolore causato dalla perdita dei suoi affetti.

Ed è proprio questo personaggio a rappresentare la novità più grande di una narrazione che, declinata in passato fortemente al maschile, questa volta sceglie dei volti femminili per incarnare la forza, l’intelligenza, la curiosità e il desiderio di avventura. Così, la bionda Galadriel, interpretata da Morfydd Clark, diventa il personaggio guida di tutto il primo episodio, portando lo spettatore in un viaggio che, costantemente, si muove dai suoi mondi interiori a quelli esteriori. Nonostante l’aspetto leggiadro e la naturale eleganza che la contraddistingue, esattamente come la sua gente, è chiaro che nell’animo viva un continuo contrasto tra la voglia di scegliere la luce e l’attrazione per le profondità dell’oscurità. Una lotta continua che in lei si concretizza nella disubbidienza e nella necessità, prima di tutto, di rispondere ad una sorta di chiamata interna, a quell’ansia di combattimento, ricerca e vendetta che nutre e divora il suo cuore.

Gli anelli del potere, la recensione dei primi due episodi
Robert Aramayo e Morfydd Clark

Tutti elementi, dunque, che definiscono una grande figura di protagonista capace di diventare la voce portante di una narrazione ampia e sviluppata su più livelli. Ma non è certo l’unica. In questo inedito ritorno nella Terra di Mezzo, infatti, anche ad altre figure femminili vengono affidati degli snodi essenziali. Ognuna di loro, dunque, sembra avere il compito di scrivere dei capitoli autonomi che, però, andranno a comporre un’unica opera armonica. In questo modo si va a definire una sorta di racconto corale in cui i componenti hanno la possibilità di personalizzare atmosfere e avvenimenti attraverso la loro voce, arricchendo il tutto con un punto di vista ed una interpretazione della materia del tutto autonoma.

“Non ti sei mai chiesta cosa c’è la fuori?”

Se osserviamo con attenzione l’elemento alla base de Il Signore degli Anelli, altro non c’è che il concetto di viaggio, cui si lega a doppio filo anche quello di conoscenza, di sé stessi e del mondo intorno a noi. Rispetto a tutto questo l’impresa ha un valore assolutamente secondario perché ciò che veramente conta è mettersi alla prova e la curiosità che muove le azioni. Un elemento, quest’ultimo, che va a definire in modo netto e chiaro il secondo personaggio femminile che domina i primi due episodi de Gli Anelli del Potere. Si tratta di Nori, una giovanissima pelopiede. Da alcuni tratti estetici come la bassa statura e i grandi piedi, sembra di trovarsi di fronte a degli antenati degli hobbit. Se a questo, poi, si aggiunge anche un certo timore per l’ignoto e la necessità di vivere racchiusi in comunità per sentirsi più protetti, ecco che il collegamento sembra quasi scontato.

Gli anelli del potere, la recensione dei primi due episodi
Markella Kavenagh è la pelopiede Nori

Nonostante questo, però, il personaggio di Nori risuona di un’armonia del tutto diversa rispetto quella della sua gente. Per lei la curiosità e la scoperta del mondo oltre i limiti imposti è un necessità cui rispondere costantemente. In questo senso, dunque, ci troviamo di fronte ad una personalità che, dal punto di vista caratteriale, è completamente diverso dal prudente e restio Frodo. Tanto uno pone resistenza alla chiamata dell’avventura, quanto l’altra si getta alla ricerca di un evento sconvolgente, di una conoscenza esterna che, probabilmente, la porterà a scoprire molto su sé stessa.

In questo senso, dunque, pur se mossa da una leggerezza ed una fiducia nell’esterno che non appartiene minimamente a Galadriel, con questa compone un insieme articolato di una femminilità protagonista del proprio percorso. Una fotografia piuttosto sfaccettata cui, negli episodi successivi, si aggiungeranno, sicuramente, anche i tratti di Bronwyn, una guaritrice umana che, in fuga dall’attacco di un orco, riesce a mettere in salvo un intero villaggio. Donne, dunque, destinate, ognuno a modo proprio, a scrivere le pagine di un nuovo racconto dove una narrazione dal gusto epico torna a fondersi con i principi fondamentali che muovono la vita di ognuno.

Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere, la locandina
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Scheda

Titolo originale: The Lord of the Rings: The Rings of Power
Creata da: John D. Payne, Patrick McKay
Regia: J.A. Bayona
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Genere: Fantasy, Avventura
Cast: Robert Aramayo, Charles Edwards, Cynthia Addai-Robinson, Morfydd Clark, Nazanin Boniadi, Peter Mullan, Ema Horvath, Joseph Mawle, Maxim Baldry, Trystan Gravelle, Ismael Cruz Cordova, Owain Arthur, Benjamin Walker, Lenny Henry, Markella Kavenagh
Sceneggiatura: John D. Payne, Patrick McKay
Fotografia: Aaron Morton
Musiche: Howard Shore, Bear McCreary
Produttore: Christopher Newman, Jake Rice, Ron Ames
Casa di Produzione: Amazon Studios, New Line Cinema, Harper Collins Publishers, Warner Bros. Television, Tolkien Enterprises
Distribuzione: Amazon Prime Video

Data di uscita: 02/09/2022

Trailer

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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