L’ACCADEMIA DEL BENE E DEL MALE

L’ACCADEMIA DEL BENE E DEL MALE

Una confezione sontuosa dal trucco e parrucco strepitosi, quella de L’accademia del Bene e del Male, per un film young adult troppo lungo che razzia le serie Disney per ragazze e non funziona in nessun modo.

Tutto fumo e niente arrosto

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Netflix ha più volte puntato al lucroso pubblico young adult, offrendogli varie declinazioni dei prodotti più invitanti per quella fascia d’età: dai teen horror ai coming of age young adult, dagli anime all’appena conclusosi fantasy Locke & Key fino a questo nuovissimo film, L’accademia del Bene e del Male, studiatissima operazione a tavolino che fonde gli elementi vincenti delle serie per ragazze della Disney in stile Descendants con il fantasy di ascendenze letterarie (Harry Potter, Animali fantastici, Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali, solo per citarne alcuni). Il tutto condito con un’ammiccante – e teoricamente irresistibile – salsa rock-musical, una confezione stilosa e un cast inutilmente prestigioso. Il risultato, come spesso quando si vuole strafare e si tenta di vincere a tutti i costi affidandosi “all’algoritmo” (ovvero riponendo troppa fiducia in una formula – anzi “pozione magica” – che mischia elementi popolari), è una rovinosa disfatta. Basato sul primo libro della serie di Soman Chainani, L’accademia del Bene e del Male (in originale The School for Good and Evil) è incentrato sulle migliori amiche Sophie (Sophia Anne Caruso) e Agatha (Sofia Wylie) rapite dal loro villaggio medievale per diventare studentesse della scuola incantata del titolo. È qui che gli aspiranti eroi e cattivi delle favole classiche vengono addestrati a garantire con le loro presenze l’equilibrio tra il Bene e il Male.

Genesi di un successo che si credeva annunciato

L'accademia del Bene e del Male, una scena del film
L’accademia del Bene e del Male, una scena del film di Paul Feig

Sophie, biondissima, angelica e sfortunata come Cenerentola, è una teenager minuta e insignificante ma coraggiosa e ambiziosa; il suo sogno è quello di diventare una principessa delle fiabe, ma il destino sembra dirigerla altrove quando viene consegnata alla Scuola del Male. La sua migliore amica, l’intelligente, pragmatica e saggia Agatha, additata dagli abitanti del villaggio di Gavaldon come una strega, viene scelta per diventare una studentessa della Scuola del Bene, un esito che metterà a rischio l’amicizia tra le due e il futuro del mondo delle favole. L’adattamento cinematografico di L’accademia del Bene e del Male era in cantiere fin dalla pubblicazione del primo libro di Chainani nel 2013, dopo che il successo di saghe letterarie fantasy young adult come Hunger Games e affini aveva ispirato i grandi studio a razziare i libri con del potenziale “alla J.K. Rowling”. Netflix ha cominciato a produrlo due anni fa, affidando la regia al Paul Feig di Ghostbusters e finendo per lasciare un film della durata estenuante di due ore e mezzo che getta le basi per gli inevitabili sequel (la saga di Chainani permette di attingere da un’altra mezza dozzina di capitoli).

La verità sul Bene e sul Male

L'accademia del Bene e del Male, Sofia Wylie, Michelle Yeoh e Kerry Washington in un'immagine
L’accademia del Bene e del Male, Sofia Wylie, Michelle Yeoh e Kerry Washington in un’immagine del film

È un film ambizioso che si avvale della presenza di star riconoscibili come la Kerry Washington di Scandal, Laurence Fishburne di Matrix, la Michelle Yeoh di Everything Everywhere All at Once e Charlize Theron in una versione al femminile – in termini di look – del Cappellaio Matto di Johnny Depp. Le protagoniste sono la talentuosa Sofia Wylie e la meno entusiasmante Sophia Anne Caruso, a cui, va detto, spetta l’ingrato ruolo della principessina capricciosa, egocentrica e insulsa. L’accademia del Bene e del Male parte da una buona premessa narrativa: dimostrare che la distinzione manichea tra bianco e nero non è applicabile nella realtà, e neanche nel mondo delle fiabe; che in ciascuno di noi c’è un po’ di ogni cosa e che è il libero arbitrio a determinare il percorso da scegliere. Sono le stesse direttrici delle due scuole a suggerirlo inconsapevolmente, la “perfida” Lady Lesso (il Severus Piton potteriano della situazione) – sotto sotto indulgente e paziente – e l’eterea professoressa Clarissa Dovey – apparentemente l’incarnazione della bontà ma prevenuta e razzista.

Il bello è brutto, il brutto è bello

L'accademia del Bene e del Male, un momento del film
L’accademia del Bene e del Male, un momento del film di Paul Feig

È evidente la cura con cui è stato costruito l’universo del film, anche in ossequio ai libri. Feig ha tolto alcuni elementi dal primo libro ma non è riuscito a snellire abbastanza un film prolisso e ripetitivo che funzionava con un’ora di meno. Feig, come dimostrano Le amiche della sposa e Ghostbusters, è bravo a mettere in scena storie di amicizie al femminile, eppure L’accademia del Bene e del Male si perde nella sua confezione sgargiante, soffocata dal peso della sua opulenza. I dialoghi affannano nell’ovvietà, le dinamiche della relazione vacillante tra le due amiche del cuore si ripetono in un tira e molla infinito, e si va avanti solo perché tutta quell’attesa deve essere ricompensata dalla visione dei buoni che mettono da parte la propria arroganza e il senso spocchioso di superiorità per ammettere di essere meschini, viziati, invidiosi e “brutti”. Perché il film parla anche e soprattutto di questo, di convenzioni, di persone belle fuori che per forza devono essere belle anche dentro e di brutti che sono per forza cattivi.

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Quello che non funziona

L'accademia del Bene e del Male, Kerry Washington e Charlize Theron in una sequenza
L’accademia del Bene e del Male, Kerry Washington e Charlize Theron in una sequenza del film

La verità è che la bellezza è più che altro trucco e parrucco: le principessine della scuola dei buoni sono agghindate con abiti fiorati dai colori pastello ma non sono più carine delle “cattive”: è solo che queste ultime vengono svilite con abiti goffi e scuri. L’abito fa il monaco: quando Sophie fa makeover e si rivoluziona il guardaroba trasformando le informi divise e la corona di spine in invidiabili abiti goth con tanto di tiara come una sprezzante Lady Gaga, le posizioni si ribaltano e la verità emerge. Il problema è che di memorabile in L’accademia del Bene e del Male ci sono solo gli abiti e le chiome delle protagoniste. Spesso, infatti, è più interessante fissare la vaporosa massa di capelli di Agatha e la curiosa chioma rossa e geometrica di Lady Lesso che ascoltare le lamentele vittimiste di Sophia. Il disordine nella sceneggiatura, il sovraccarico narrativo, il dejà vu di quel tutto derivativo, la pretenziosità che permea un lavoro ridondante e quel finale imbevuto di girl power disneyano: no, non funzionano.

L'accademia del Bene e del Male, la locandina del film

Scheda

Titolo originale: The School for Good and Evil
Regia: Paul Feig
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Durata: 147’
Genere: Drammatico, Fantasy, Azione, Fantastico
Cast: Cate Blanchett, Rob Delaney, Adam Ray, Earl Cave, Kit Young, Patti LuPone, Rachel Bloom, Abigail Stones, Callum Henson, Denis Coleman, Ella Hehir, Liam Woon, Mahli Perry, Malik Ibheis, Mark Charles, Olivia Booth-Ford, Sandra Cole, Sofia Wylie, Sophia Anne Caruso, Stephanie Siadatan
Sceneggiatura: David Magee, Paul Feig
Fotografia: John Schwartzman
Montaggio: Brent White
Musiche: Theodore Shapiro
Produttore: Joe Roth, Jeff Kirschenbaum, Greg Lubin, Kane Lee, Laura Fischer, Paul Feig, Jane Startz
Casa di Produzione: Universal Pictures, Jane Startz Productions, Roth/Kirschenbaum Films, Roth Films, Feigco Entertainment, Netflix
Distribuzione: Netflix

Data di uscita: 19/11/2022

Trailer

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Giornalista pubblicista, persona per niente seria. Fissata con gli anni ’80, la fantascienza e l’horror, i film di arti marziali e le serie coreane, i cartoni animati e i manga. E altre cose, ma non ne scrivo.

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