LA COSPIRAZIONE DEL CAIRO

LA COSPIRAZIONE DEL CAIRO

Tarik Saleh, dopo Omicidio al Cairo, torna a puntare i riflettori sull’Egitto ne La cospirazione del Cairo: l’ambientazione suggestiva di Al-Azhar, la più importante istituzione accademica dell’Islam sunnita, delinea il quadro politico-culturale in cui si svolge il thriller. Con sguardo consapevole – disincantato e affascinato nei confronti di una tradizione religiosa molto antica – Saleh ci conduce tra le dispute interne di un mondo ancora poco conosciuto da noi occidentali. Già presentato a Cannes, poi nella sezione Best Of della Festa del Cinema di Roma 2022.

L’angelo

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Tarik Saleh sa affascinare sicuramente il pubblico occidentale attraverso il suo La cospirazione del Cairo (Boy from Heaven), ambientato nella suggestiva Al-Azhar, università islamica fondata nel X secolo D.C., che emana bellezza attraverso una delle moschee più conosciute e antiche del mondo islamico; dopo Omicidio al Cairo (2017) il regista svedese (di origini egiziane) torna a parlare dell’Egitto e dei suoi conflitti politici e religiosi. Non solo dei conflitti, però: perché attraverso il ritratto del mondo contemporaneo di Al-Azhar emerge tutta la ricchezza e la varietà delle differenti dottrine dell’islam sunnita, che – come la maggior parte delle tradizioni religiose – presenta una moltitudine di interpretazioni dei testi, e in fondo, anche del rapporto tra politica e religione.

Scongiurare una guerra civile

Boy from Heaven, una foto del film
La cospirazione del Cairo, una foto del film di Tarik Saleh

Al centro del thriller politico e religioso un giovane ragazzo, Adam (interpretato da Tawfeek Barhom), figlio di un pescatore che, attraverso l’Imam del suo villaggio, viene scelto per studiare ad Al-Azhar.

All’iniziale fascino e spaesamento per la bellezza e la vastità dell’università islamica, si aggiungerà presto il panico nato dall’omicidio dell’informatore del Dipartimento di Sicurezza Egiziano. Il momento è cruciale: morto Il Grande Imam di Al-Azhar (carica a vita) l’elezione del futuro Imam coinvolge Stato e Università in reciproci tentativi di spionaggio e intrighi (che ricordano vagamente lavori come The Departed – il bene e il male di Martin Scorsese). Intrighi in cui, suo malgrado, verrà coinvolto anche Adam, proprio in virtù del suo essere lontano da qualsiasi legame politico e religioso e “figlio di pescatore”; a sceglierlo. il colonnello Ibrahim (interpretato dal bravissimo Fares Fares), personaggio chiave al centro delle dinamiche, che fino alla fine spingerà lo spettatore a chiedersi da che parte stia giocando.

Politica e religione

Boy from Heaven, una scena del film
La cospirazione del Cairo, una scena del film di Tarik Saleh

La profondità e la bellezza di un lavoro come quello de La cospirazione del Cairo sono difficili da spiegare: formalmente un thriller e un film di genere, affronta il delicato tema del rapporto tra religione e politica nel mondo egiziano contemporaneo, toccando un tasto scoperto anche per la storia di altri stati e tradizioni religiose, lontane da quelle islamiche.

Affrontare questo difficilissimo tema attraverso il mondo islamico è un’arma a doppio taglio: una scelta efficace, poiché nei paesi islamici il legame è esplicito e difficilmente rimovibile, che tuttavia può sempre essere soggetta a fraintendimenti dall’una o dall’altra parte.

In realtà, Saleh, non risparmia critiche a nessuno: da parte politica evidenzia il cinismo e la sete di potere di chi si trova al comando, come anche lo spirito di sacrificio di chi cerca di scongiurare una possibile guerra civile. E si può dire che altrettanto faccia per gli esponenti delle diverse dottrine teologiche sunnite: ritratto fedele di una delle possibili deviazioni estremiste dell’Islam conservatore (i Fratelli Musulmani), mostra anche il lato più umano e progressista dell’Islam sunnita.

Luci e ombre

Luci e ombre da entrambe le parti, dunque, ne La cospirazione del Cairo: senza risparmiare nessuno e senza ingenuità di sorta. Tra l’altro, l’unico a potersi permettere un’iniziale ingenuità è proprio Adam, il figlio del pescatore. E qui, nell’immagine del pescatore, sta una delle immagini più icastiche della letteratura e del cinema, se non delle religioni monoteistiche: paradossalmente sarà proprio la figura di Adam a scongiurare il disastro.

La cospirazione del Cairo, la locandina italiana del film
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Scheda

Titolo originale: Walad Min Al Janna
Regia: Tarik Saleh
Paese/anno: Francia, Svezia, Danimarca, Finlandia / 2022
Durata: 126’
Genere: Drammatico, Thriller
Cast: Tawfeek Barhom, Fares Fares, Makram Khoury, Ramzi Choukair, Abduljabbar Alsuhili, Ahmed Laissaoui, Jawad Altawil, Mehdi Dehbi, Moe Ayoub, Mohammad Bakri, Mouloud Ayad, Okan Bozkus, Sherwan Haji, Yasser Ashraf, Yunus Albayrak
Sceneggiatura: Tarik Saleh
Fotografia: Pierre Aïm
Montaggio: Theis Schmidt
Musiche: Krister Linder
Produttore: Misha Jaari, Kristina Åberg, Mark Lwoff, Linda Mutawi, Alexandre Mallet-Guy, Fredrik Zander
Casa di Produzione: Arte France Cinéma, Haymaker, Oy Bufo Ab, Atmo Production, Mikael Ahlström Films, Film i Väst, Memento Films, B-Plan Distribution, Sveriges Television (SVT), TriArt Film, Canal+, Memento Films International, Movies Inspired, Ciné+, Final Cut for Real, Post Control
Distribuzione: Movies Inspired

Data di uscita: 06/04/2023

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Appassionata di filosofia con un’attenzione particolare rivolta alla storia delle religioni, all’antropologia e alla diverse forme d’arte, si è specializzata in pratiche filosofiche nel 2018, presso la SUCF di Roma. Come giornalista si occupa di cultura, cinema, politica e attualità.

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