I RACCONTI DELLA DOMENICA

I RACCONTI DELLA DOMENICA

Rievocazione della vita di un “uomo perbene” sullo sfondo di quarant’anni di storia italiana, I racconti della domenica è sentito e pregnante nella sua dimensione intima, restando tuttavia generico e poco approfondito in quella politica. Il terzo film di Giovanni Virgilio ispira tuttavia simpatia, anche per l’evidente sincerità di intenti che muove il soggetto.

A Francesco

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Siamo in Sicilia, in una piccola cittadina rurale segnata da povertà e arretratezza. Dal 1934 fino alla fine degli anni ‘70 si snoda la storia di Francesco: prima bambino cresciuto senza suo padre – emigrato in America per poter mantenere la famiglia – poi giovane uomo deciso a diventare medico, infine integerrimo sindaco del suo paese, che riesce a migliorare la vita dei suoi cittadini e a modernizzarne le istituzioni, scontrandosi coi vertici di quello che rimarrà il suo partito (la Democrazia Cristiana). In mezzo c’è il collegio, la dura vita sotto i bombardamenti, la formazione segnata dall’importante figura del prete che gli ha fatto da padre (Don Peppino) e l’amicizia ultradecennale con Ture: dapprima piccolo, inseparabile compagno di collegio di Francesco, poi amico che lo introdurrà, tramite l’ambiguo e ambizioso zio, nelle oscure stanze del mondo politico. E poi, l’incontro con Maria, giovane donna che, nonostante sia promessa sposa a un ricco notabile del paese, sarà destinata a diventare la compagna di vita e di battaglie del futuro sindaco. Sullo sfondo, una cittadina che cambia nel contesto più generale di un paese che attraversa tumultuose trasformazioni, dalle macerie della guerra fino alla tragedia del terrorismo, con una politica sempre più lontana dall’idealismo di un uomo deciso a mettersi al servizio del bene comune, senza compromessi.

L’epica intima

I racconti della domenica, Stella Egitto in una scena del film
I racconti della domenica, Stella Egitto in una scena del film di Giovanni Virgilio

Nonostante i credits non menzionino la vicenda a cui si ispira questo I racconti della domenica, si nota da subito l’approccio da biopic del film di Giovanni Virgilio (sua terza regia dopo i precedenti La bugia bianca e Malarazza) segnato da un afflato intimo e personale che si integra – e in qualche modo entra in dialettica – col respiro collettivo e politico dello sfondo della vicenda. Una narrazione evidentemente sentita e personale, il cui segreto – anticipato da quella dedica (“a Francesco”) che chiude il film – è stato svelato dalla madre dello stesso regista al termine della conferenza stampa: il Francesco protagonista del film, interpretato da Alessio Vassallo, è ispirato al nonno materno del regista, Francesco Gurgone, “l’uomo che ognuno di noi avrebbe voluto avere come sindaco o amico”, secondo le parole della stessa signora Gurgone.

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E, di fatto, la descrizione del privato del personaggio, l’intransigenza che ne contraddistingue l’azione accompagnata dal suo sempre più marcato isolamento, restano probabilmente gli elementi più riusciti e centrati del film. È interessante, nella struttura del film di Virgilio, la scelta di dare un approccio piccolo e intimo – sempre centrato sulla figura del suo protagonista, e sull’evoluzione dei rapporti personali con chi lo circonda – a una vicenda che si configurava come a forte rischio retorica, specie in virtù del sempre più ingombrante ruolo pubblico ricoperto dal personaggio. Un’impostazione che solo a tratti viene disturbata da una colonna sonora che – specie nella prima parte del film, quella dedicata all’infanzia del personaggio – si rivela invero un po’ invadente.

Una dimensione pubblica sacrificata

I racconti della domenica, Alessio Vassallo e Vincent Riotta in una scena del film
I racconti della domenica, Alessio Vassallo e Vincent Riotta in una scena del film di Giovanni Virgilio

L’ambizione di raccontare il “privato di un uomo pubblico”, e di farlo sullo sfondo di quarant’anni di storia di una comunità e di un intero paese, segna un approccio tutt’altro che nuovo per il cinema italiano degli ultimi decenni; un approccio che tuttavia nel film di Giovanni Virgilio finisce in parte per scontrarsi con gli evidenti limiti di formato, di budget e di durata del film stesso. Concentrandosi sulla dimensione psicologica e affettiva del personaggio (generalmente ben resa, sia dallo script che dalla prova di Alessio Vassallo), I racconti della domenica rischia di risultare generico e inevitabilmente poco approfondito nella resa del contesto, segnato da una dialettica schematica e solo abbozzata tra l’idealismo del personaggio e lo scaltro pragmatismo delle figure che lo circondano (in primis l’amico di sempre Ture, col volto di Emanuele Aita, e il cinico onorevole Di Nardo interpretato da Vincent Riotta). Complice una gestione forse troppo spregiudicata delle ellissi temporali – di cui spesso non ci avvediamo – gli “echi” delle azioni di Francesco per la sua comunità, e lo stesso legame da lui instaurato con la cittadinanza, restano, più che sullo sfondo, meramente accennati. La dimensione politica del soggetto, insomma – elemento che ha un peso inevitabile nella storia – rimane generica e sacrificata, in un’evoluzione che glissa troppo rapidamente sulle conquiste sociali (e di conseguenza umane) conseguite dal personaggio, finendo per nuocere all’empatia.

La nostalgia e il sogno

I racconti della domenica, Alessio Vassallo ed Emmanuele Aita in una scena del film
I racconti della domenica, Alessio Vassallo ed Emmanuele Aita in una scena del film di Giovanni Virgilio

Genera comunque una certa simpatia, un lavoro come questo I racconti della domenica, anche per la natura evidentemente sincera e poco mediata del soggetto, posto da qualche parte tra il coming of age, la rievocazione di un’epoca e l’album di memorie in forma cinematografica. Una componente che viene fuori con compiutezza soprattutto nella prima parte, che racconta con toni da nostalgico dramedy l’infanzia del protagonista, segnata dalla vita familiare prima e da quella in collegio poi – quest’ultima accompagnata dalla figura del Don Peppino interpretato dal sempre simpatico (e valido) Nino Frassica. Ad accompagnare trasversalmente la narrazione, restando sempre sullo sfondo (ma non troppo) ci sono poi proprio i racconti del titolo; le lettere, cioè, a un padre rimasto fuori campo, modello ideale conosciuto proprio attraverso quella narrazione orale e scritta di cui il titolo stesso celebra il potere. Un titolo che segna anche la rievocazione di un mondo familiare e sociale inevitabilmente lontano del tempo, segnato da quei rituali – la riunione familiare nel giorno di festa – di cui si vuole celebrare il potere formativo e generatore di memorie. Anche laddove il racconto è quello di un mondo – come in questo caso – più sognato che realmente vissuto.

I racconti della domenica, la locandina del film
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Scheda

Titolo originale: I racconti della domenica
Regia: Giovanni Virgiliio
Paese/anno: Italia / 2022
Durata: 101’
Genere: Drammatico
Cast: Nino Frassica, Vincent Riotta, Emmanuele Aita, Francesca Della Ragione, Paolo Briguglia, Alessio Vassallo, Rita De Donato, Simone Raffaele Cordiano, Cosimo Coltraro, Emanuela Paita, Federica De Benedittis, Francesco Foti, Irene Maiorino, Nico Birnbaum, Plinio Milazzo, Stella Egitto
Sceneggiatura: Giovanni Virgiliio, Luca Arcidiacono, Manuela Gurgone, Marco Spagnoli
Fotografia: Giovanni Mammolotti
Montaggio: Emiliano Bellardini
Musiche: Michele Josia
Produttore: Giovanni Virgilio
Casa di Produzione: Movie Side, Rai Cinema
Distribuzione: Movieside Distribution

Data di uscita: 10/11/2022

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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