ANDOR 1X10

ANDOR 1X10

Dopo le premesse lanciate nel nono episodio, in Andor si arriva finalmente al cuore dell’azione. La narrazione non solo accelera ma assume una profondità maggiore, svelando le fragilità che si celano dietro le corazze apparentemente meno scalfibili. E, per la prima volta, viene messo in evidenza il concetto di sacrifico abbinato a quello di rivolta.

L'attesa è finita

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Le promesse fatte non sono andare sfumate. Questo vuol dire che la tensione avvertita, soprattutto nell’episodio nove, si traduce finalmente in azione in questa nuova puntata di Andor. Così, mentre la prima stagione sta volgendo alla sua conclusione, finalmente si entra nel vivo dell’azione. Un’accelerazione attesa a lungo e che ora trova non solo il giusto momento per esprimersi ma anche una motivazione che sembrava ormai dispersa. Da quanto visto fino a questo momento, dunque, si ribadisce e conferma la consapevolezza di quanto questa serie sia diversa da qualsiasi altra creatura nata dalla costola di Star Wars. Basata e strutturata più sull’evoluzione interiore che su quella esteriore, ha scelto di percorrere una strada lunga e, a volte, poco comprensibile, pur di arrivare al punto focale con un’evoluzione del personaggio e della vicenda compiuta o, quanto meno, perfettamente in asse con il momento raccontato.

Per questo motivo, dunque, più volte si è lamentato di non assistere a un crescendo emotivo e, soprattutto, a una presa di coscienza del protagonista. Aspetti che oggi, guardando il decimo episodio, trovano una ragion d’essere. E non solo nel personaggio di Andor. Diversamente da quanto visto precedentemente, infatti, in questo caso si torna a privilegiare un focus su una sola azione e su due uomini in particolare. Cassian e Luthen ritornano a guadagnare la centralità della scena esattamente come all’inizio. Un andamento che e tutt’altro che casuale. I due uomini, infatti, rappresentano il futuro e il passato della ribellione. I pilastri sui quali costruire l’alba di una nuova era che, molto probabilmente, uno dei due non vedrà mai. Ma poco importa. La consapevolezza del sacrificio, in questo caso, è insita con la necessità di un gesto di ribellione che viene direttamente dalla parte più intima di se. In Andor, probabilmente, batterà sempre un cuore meno idealista in cui la rabbia personale, però, sarà il veicolo necessario per raggiungere comunque lo scopo massimo della libertà.

Fuga da Narkina 5

Andor, un'immagine del carcere Narkina 5 nel decimo episodio
Andor, un’immagine del carcere Narkina 5 nel decimo episodio

Fino a questo momento la prigione di Narkina 5 ha sempre dovuto dividere la scena con altre narrazioni da svolgere in modo parallelo. In questo episodio, però, guadagna l’attenzione assoluta e la centralità del racconto. Il suo biancore accecante e asettico, dunque, diventa lo scenario perfetto per una rivolta che ha il sapore della presa di coscienza e del ritorno alla propria individualità. Sottoposti a delle condizioni di vita regolari e particolarmente attente, almeno dal punto di vista del mantenimento fisico, privati dell’oppressione delle sbarre e impegnati ogni giorno nel lavoro, i detenuti cadono in uno stato di apatia e obbedienza in cui l’unico elemento realmente importante è l’orologio che campeggia vicino ai loro letti in cui viene fatto il conto dei giorni che mancano alla scarcerazione.

Una condizione psicologica, dunque, creata dal potere attraverso attività coercitive per non indurre minimamente alla rivolta. Cosa può smuovere, a questo punto, degli animi così addormentati o, comunque, rassegnati all’attesa? Sicuramente la consapevolezza che questa non finirà mai. Animali da laboratorio, braccia necessarie per misteriosi scopi. Questi sono gli uomini imprigionati a Narkina 5 per l’Impero. La loro detenzione, dunque, è destinata a non avere mai un fine, posticipata, rimandata o terminata causa sopraggiunta morte del prigioniero. Tutte rivelazioni che scalfiscono la superficie gelida dell’indifferenza e che permettono a Cassian di avere finalmente l’opportunità di testare le capacità di leader e di rivoltoso. Ancora una volta alla base delle sue azioni c’è un interesse personale ma, in questo caso, il protagonista riesce a dare spazio anche a un sentimento universale di libertà che si esprime in una corsa a perdifiato verso il mare.

Il sacrificio della lotta

Andor, Stellan Skarsgård in una scena del decimo episodio
Andor, Stellan Skarsgård in una scena del decimo episodio

A fare da controcanto alla fuga liberatoria di Cassian torna il personaggio di Luthen che, smessi i panni del tranquillo commerciante d’arte, offre un monologo intenso sul peso della rivolta. Un aspetto che viene evidenziato per la prima volta proprio in questa serie rispetto al passato storico di Star Wars. Finora, infatti, lo spirito ribelle e rivoluzionario è stato descritto quasi come uno stato di grazia, una condizione necessaria ma ammantata di un idealismo così forte da rendere ogni azione quasi aulica e lieve. In questo caso, invece, Luthen carica sulle spalle dello spettatore tutto il peso personale che deve sostenere per aver definito le basi di una lotta necessaria eppure faticosa ed estenuante.

Il suo ego risponde a un richiamo interiore che non può non ascoltare, ma per dare concretezza a questa voce paga un prezzo altissimo per quanto riguarda tranquillità, amore ed onestà. Perché, al di là di qualsiasi teoria utopistica, quando il concetto di rivoluzione viene applicato si trova a dover fare i conti con una realtà che chiede compromessi impensabili. Gli stessi che possono portare chi persegue la libertà a usare i metodi di coloro che combattono. E in questa continua dicotomia tra quelli che sono i propri ideali e i mezzi usati per raggiungerli, l’uomo viene logorato dalla sua stessa necessità di combattere in un circolo vizioso che porta alla propria distruzione. Ma poco importa, se questo porrà le basi per una nuova era.

Andor, la locandina della serie

Scheda

Titolo originale: Andor
Creata da: Tony Gilroy
Regia: Toby Haynes
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Genere: Drammatico, Avventura, Fantascienza, Azione
Cast: Stellan Skarsgård, Diego Luna, Clemens Schick, Alex Ferns, Genevieve O'Reilly, Noof Ousellam, Kingsley Amadi, Kishore Bhatt, Mahesh Patel, Marc Hockley, Steve Brunton, Christian Di Sciullo, Max E McCabe
Sceneggiatura: Tony Gilroy, Beau Willimon
Fotografia: Adriano Goldman
Montaggio: Simon Smith
Musiche: Nicholas Britell
Produttore: Tony Gilroy, Kate Hazell, John Hampian, David Meanti, Michael A. Garcia, Ally O'Leary, Kathleen Kennedy, Diego Luna, John Gilroy
Casa di Produzione: Lucasfilm
Distribuzione: Disney+

Data di uscita: 09/11/2022

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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