IL MIO AMICO MASSIMO
Il mio amico Massimo, documentario diretto da Alessandro Bencivenga e prodotto da Piano B Produzioni, arriva al cinema per un evento speciale dal 15 al 21 dicembre.
Memorie di una vita da leone
Il 19 febbraio 2023 Massimo Troisi avrebbe compiuto settant’anni. Una data importante che oggi ricorda, a tutti gli appassionati di cinema, il fatto di aver posato lo sguardo sui molti mondi di un artista dalla sensibilità incredibile. Più di tutto, però, riporta a galla anche il vuoto causato da una mancanza avvenuta troppo presto, sia dal punto di vista umano che da quello professionale. Perché, se c’è un elemento che viene evidenziato chiaramente da qualsiasi progetto dedicato a lui e che, oggi, muove anche i passi del documentario di Alessandro Bencivenga Il mio amico Massimo, è il fatto che Troisi manchi indistintamente a chiunque abbia incrociato la propria strada con la sua.
E con questo non si fa riferimento solamente a chi fisicamente si è trovato a condividere un’esperienza diretta come, per esempio, la sua controfigura Gerardo Ferrara; ma anche e soprattutto al pubblico, cui Massimo ha sempre parlato attraverso quei film in cui ha portato la vita dell’uomo comune, con tutte le difficoltà, i rallentamenti e le piccolezze del quotidiano. E questo è uno dei motivi principali per cui Troisi è stato così profondamente amato e la sua scomparsa prematura ha causato un dolore reale in molti. Lui somigliava agli uomini che raccontava e, di riflesso, a quella umanità imperfetta che si trovava dall’altra parte dello schermo.
Tutte motivazioni fortemente emozionali che oggi rendono il documentario di Bencivenga una visione coinvolgente anche se, di fatto, non apporta nessun tipo di novità narrativa, fatta eccezione quella dell’evitare qualsiasi tipo di immagine di repertorio cinematografico. Una chiara scelta stilistica che, però, è troppo poco incisiva per lasciare il segno e dare personalità all’insieme.
Ma, ai fini ultimi del risultato, non ha molta importanza perché al centro di tutto c’è sempre Massimo che, con la sua serafica ironia, continua ad attrarre su di sé l’attenzione del pubblico e a dare senso a qualsiasi tipo di storia narrata. Una magia, questa, che veramente pochi artisti sono riusciti a realizzare durante la loro vita, figurarsi a molti anni dalla scomparsa.
Lello Arena, la voce del ricordo
In questo caso, però, Troisi non si presenta da solo alla ribalta ma lo fa attraverso quella spalla storica che lo ha accompagnato negli inizi difficili, durante il successo della Smorfia e l’apprezzamento dei suoi film. Lello Arena è quel filo rosso che unisce il privato e il pubblico, il professionista e l’amico. Perché, a conti fatti, nessuno conosce Massimo come lui.
Per questo motivo, dunque, Bencivenga lo sceglie ne Il mio amico Massimo come una sorta di voce guida, un Virgilio capace di condurre lo spettatore attraverso il cosiddetto viale dei ricordi. Questa volta, però, il compito è più importante e arduo. A essere ricostruite non sono le tappe essenziali di una professione ma, bensì, un ritratto privato e intimo, grazie al quale mettere momentaneamente da parte Troisi e lasciare voce esclusivamente a Massimo.
E, come è già stato accennato, si tratta di un intento tutt’altro che semplice, visto che ci si confronta con la personalità complessa di un uomo a tratti sfuggente ma anche profondamente appassionato, capace di vedere il lato ironico della vita e, al tempo stesso, di essere vittima di grandi malinconie. Tutto questo e molto di più era Massimo. Una persona profonda e lieve che oggi riprende corpo attraverso i ricordi strettamente personali dei suoi amici. Di quelli che hanno segnato gli anni giovanili a San Giorgio a Cremano, come Alfredo Cozzolino e Carmine Faraco, ma anche di chi lo ha amato successivamente come Clarissa Burt, Roberto Benigni e Carlo Verdone, con cui ha condiviso gli esordi al cinema. Nelle loro parole, tra i sorrisi malinconici e l’emozione spesso frenata con difficoltà, Massimo riprende corpo e con lui il tocco indelebile che ha impresso sulle vite degli altri.
Gerardo Ferrara, l’altro volto di Massimo
Tra le testimonianze più emozionanti che Il mio amico Massimo, documentario dalla struttura classica, ci consegna c’è quella di Gerardo Ferrara. E non solamente perché la sua presenza porta alla memoria l’ultima grande interpretazione di Troisi e, soprattutto, il ricordo della sofferenza sopportata per portare a termine il suo progetto più ambizioso. Ciò che colpisce realmente al cuore è vedere, attraverso la sua immagine, una probabile proiezione di come Massimo sarebbe stato oggi.
Ferrara, infatti, è stato la sua controfigura ne Il postino, sostenendo l’impegno importante di sollevarlo da alcuni sforzi durante le riprese. Un ruolo che deve soprattutto alla sua particolare somiglianza con Troisi, e che lo ha portato a condividere con lui gli ultimi giorni della sua vita. Un privilegio immenso, che l’uomo ricorda lasciandosi andare a un’emozione evidente. E le sue lacrime diventano quelle del pubblico, ricordando gli occhi ardenti di una fretta irrefrenabile incastonati in quel volto scavato. Il viso di un uomo consapevole dei suoi limiti, del tempo che non gioca a favore ma che, nonostante tutto, tenta di tutto per conquistare fino all’ultima possibilità. Ecco, tutto questo è Massimo Troisi che, a un certo punto, si è chiesto se valesse la pena vivere cinquant’anni da orsacchiotto, scegliendo invece un lungo giorno da leone.
Scheda
Titolo originale: Il mio amico Massimo
Regia: Alessandro Bencivenga
Paese/anno: Italia / 2022
Durata: 85’
Genere: Documentario
Cast: Nino Frassica, Carlo Verdone, Maria Grazia Cucinotta, Valentino Picone, Lello Arena, Renzo Arbore, Clarissa Burt, Cloris Brosca, Gerardo Ferrara, Massimo Troisi, Pippo Baudo, Salvo Ficarra
Sceneggiatura: Alessandro Bencivenga
Fotografia: Giorgio Fracassi
Montaggio: Corrado Measso
Produttore: Gabriele Costa, Gianni Russo
Casa di Produzione: Piano b Produzioni, Lambda, Screen Studio, Spaghetti picture
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita: 15/12/2022