THE WITCHER: BLOOD ORIGIN

THE WITCHER: BLOOD ORIGIN

Creata da Declan De Barra

Voto: 6.5

The Witcher: Blood Origin debutta su Netflix a Natale per regalare ai fan di Geralt of Rivia la storia di come è nata la sua razza: non è questo gran dono, ma è comunque migliore di altri fantasy televisivi contemporanei.

Il prequel di cui non si sentiva il bisogno

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Sarà che ormai, dopo mesi di incessante fantasy televisivo, siamo sfiancati, ma The Witcher: Blood Origin non è la quest in formato miniserie entusiasmante cui Netflix ambiva. La delusione proviene anche dal fatto che è tediosamente prevedibile (contrariamente a quanto affermi il trovatore Jaskier nel primo episodio, ricevendo un assaggio della storia che imparerà a divulgare), nonostante sia comunque più intrigante della serie madre di origine videoludica The Witcher, e vanti la presenza della perennemente affascinante e sobriamente carismatica Michelle Yeoh (star della recente annata cinematografica con Everything Everywhere All at Once). Blood Origin è ambientato diversi secoli prima delle avventure del granitico Geralt of Rivia, quando i witcher non esistevano ancora e gli umani non avevano mai incontrato un elfo o un nano. Lo show in quattro parti è infatti la cronaca della genesi di questi mercenari fortissimi e malvisti – una creazione innaturale e magica – ingaggiati in futuro per sterminare i demoni, e di come i mondi popolati dalle specie più diverse siano collassati l’uno sull’altro nel cataclismatico evento della Congiunzione della sfere.

La compagnia

The Witcher: Blood Origin, due dei protagonisti della serie
The Witcher: Blood Origin, due dei protagonisti della serie Netflix

Il massiccio Fjall (in islandico significa “montagna”) è il guerriero eletto di una tribù che ha giurato di proteggere la famiglia reale, di cui la principessa Merwyn è la pedina prescelta per mettere fine a una lunga faida con un altro regno. Quando lui viene esiliato e lei promessa in sposa contro la sua volontà, quest’ultima si ribella incrinando l’equilibrio tra le varie fazioni. Una manciata di guerrieri e maghi diversissimi per etnia e temperamento formano una compagnia votata a portare a termine una quest impossibile: contrastare il regno di Merwyn (Mirren Mack), controllato dallo stregone Balor (Lenny Henry) bramoso di un potere proibito e fatale. Al brusco e monolitico Fjall (Laurence O’Fuarain) e a Éile (Sophia Brown) trovatrice che ha rinunciato a una vita da guerriera per diventare la cantautrice di storie chiamata Lark (l’allodola), si uniscono la spadaccina Scian (Michelle Yeoh) ultima sopravvissuta di un clan estinto, il malandrino Brother Death (Huw Novelli) munito di mannaia, i maghi Syndril (Zach Wyatt) e Zacaré (Lizzie Annis) e la nana Meldof (Francesca Mills) con il fedele martello Gwen.

Cosa funziona e cosa no

The Witcher: Blood Origin, Michelle Yeoh in una foto della serie
The Witcher: Blood Origin, Michelle Yeoh in una foto della serie Netflix

Il gruppetto, inizialmente tutt’altro che coeso ma gradualmente sempre più affiatato, affronterà temibili sfide per abbattere il mostro al soldo di Balor e le altre orride creature che hanno invaso il mondo; accetterà enormi sacrifici e subirà tragiche perdite per abbattere Merwyn e il suo regno, arrivando a sfidare i limiti della magia attingendo a un potere oscuro e incontrollabile. Questa la sintesi di una narrazione banale ma efficace che punta dritto – senza episodi riempitivo e deviazioni inopportune – al climax finale. The Witcher: Blood Origin, in qualità di prequel funzionale alla rappresentazione della mitologia nata nelle opere fantasy dell’autore polacco Andrzej Sapkowski, ha il pregio della sintesi: i suoi showrunner Declan de Barra e Lauren Schmidt Hissrich non ambiscono a spremerne le potenzialità all’inverosimile, e lo show mantiene un buon livello di ritmo e tensione fino alla fine. Quello che turba è invece la distribuzione del tempo filmico tra i vari personaggi: per quanto, per esempio, Fjall sia un personaggio primario, la scelta di un interprete robotico e inespressivo ha esiti sconsolanti sui livelli di attenzione dello spettatore. Al contrario, una perla come la Yeoh si ritrova di nuovo relegata a un ruolo tutt’altro che marginale eppure poco sfruttato.

Meglio di Gli Anelli del Potere, peggio di Willow

The Witcher: Blood Origin, una scena d'azione della serie
The Witcher: Blood Origin, una scena d’azione della serie Netflix

Analogamente, due spalle come Brother Death e Meldof, che assieme mostrano una buona alchimia, sono ridotte a poco più che comparse adibite ai siparietti comici. Un peccato, perché avrebbero avuto senz’altro di più da offrire. In generale non c’è il tempo e non c’è la volontà da parte degli autori di soffermarsi sui protagonisti per farne più che figurine stereotipate. Non ci sono novità eclatanti sul fronte della messa in scena; ormai siamo assuefatti ai medesimi effetti speciali, alle scenografie esotiche delle città in contrasto con i panorami suggestivi e selvaggi; di memorabile rileviamo solo gli spettacolari costumi di Merwyn disegnati da Lucinda Wright. The Witcher: Blood Origin è un prodotto compatto ed efficiente, privo delle pretese e delle lungaggini di Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere ma anche povero dell’ironia e della profondità dell’altrettanto recente Willow. La sensazione, dopo averlo visto, è che se ne potesse fare a meno: narra un evento chiave della storia di The Witcher che poteva essere riassunto in poche battute, e non offre alcuna possibilità ai suoi personaggi di avere una voce autentica.

The Witcher: Blood Origin, la locandina della serie
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Scheda

Titolo originale: The Witcher: Blood Origin
Creata da: Declan De Barra
Regia: Vicky Jewson, Sarah O'Gorman
Paese/anno: Stati Uniti, Polonia / 2022
Genere: Drammatico, Fantasy, Avventura, Azione
Cast: Michelle Yeoh, Lenny Henry, Minnie Driver, Amy Murray, Dylan Moran, Francesca Mills, Hebe Beardsall, Hjörtur Jóhann Jónsson, Huw Novelli, Jacob Collins-Levy, James Boyland, Kim Adis, Laurence O'Fuarain, Lizzie Annis, Mirren Mack, Nathaniel Curtis, Sophia Brown, Vissolela Lucas, Zach Wyatt
Sceneggiatura: Declan De Barra, Tania Lotia, Kiersten Van Horne, Alex Meenehan, Aaron Stewart-Ahn, Lauren Schmidt
Fotografia: Jean-Philippe Gossart, Terry Stacey
Montaggio: Jesse Parker, Kate Baird, Richard Smither, Jo Smyth
Produttore: Sean Guest, Michelle Camp, Sasha Harris
Casa di Produzione: Netflix, Platige Films, Hivemind
Distribuzione: Netflix

Data di uscita: 25/12/2022

Trailer

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Giornalista pubblicista, persona per niente seria. Fissata con gli anni ’80, la fantascienza e l’horror, i film di arti marziali e le serie coreane, i cartoni animati e i manga. E altre cose, ma non ne scrivo.

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