I MIGLIORI GIORNI

I MIGLIORI GIORNI

Recuperando la formula del film a episodi, I migliori giorni mette in scena quattro festività particolarmente sentite (Natale, Capodanno, San Valentino e 8 marzo) tramite altrettante storie in bilico tra commedia e dramma. Qua e là spunta qualche cliché, ma i quattro segmenti diretti da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno risultano complessivamente ben centrati e cinici il giusto.

Feste meste

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In questa seconda metà del periodo festivo, in mezzo ai vari film di produzione nostrana legati, a vario titolo, al tema natalizio, questo I migliori giorni si segnala come un lavoro un po’ decentrato, ispirato da un idea almeno in parte diversa. Recuperando la vecchia formula del film a episodi – già periodicamente frequentata dalla nostra commedia – il nuovo lavoro diretto a quattro mani da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno offre infatti un excursus su alcune delle feste più sentite nel Belpaese, qui beneficiarie di altrettante storie. I quattro episodi, titolati rispettivamente Natale, Capodanno, San Valentino e 8 marzo, hanno lo scopo di gettare uno sguardo sul modo in cui l’”italiano medio” (categoria da sempre sotto la lente di ingrandimento dell’italica commedia) vive le rispettive festività, tra felicità di facciata, piccole e grandi ipocrisie, e voglia di recupero di un senso primario della festa che la modernità sembra aver dissipato. Quattro storie indipendenti che vanno a comporre una sorta di quadro corale di certa borghesia italica, dalle atmosfere variegate ma sempre all’insegna della compenetrazione (spesso senza soluzione di continuità) tra commedia, grottesco e dramma.

Conciati per le feste

I migliori giorni, Paolo Calabresi e Max Tortora in una tesa sequenza
I migliori giorni, Paolo Calabresi e Max Tortora in una tesa sequenza del film

Riassumiamo brevemente le quattro storie. Al centro del primo episodio c’è una tragicomica cena della Vigilia, animata da due fratelli (interpretati proprio dai due registi) che hanno idee diametralmente opposte sull’opportunità della vaccinazione contro il Covid; i loro scontri finiranno per mettere a rischio non solo la serenità della festa, ma anche i programmi della sorella (Anna Foglietta), esponente di partito che spera di fare buona impressione sul suo segretario presente alla cena. Nel secondo segmento, un ricco industriale dalla dubbia moralità (Max Tortora) cerca di ricostruirsi un’immagine presenziando alla cena dei poveri per l’inizio del nuovo anno; sfortuna vuole che si imbatta nel suo ex autista ingiustamente licenziato, che minaccia di rivelare tutti gli scheletri nell’armadio della sua famiglia. Il terzo episodio è incentrato invece su una coppia spostata (rispettivamente Luca Argentero e Valentina Lodovini) che, come da tradizione, decide di celebrare il San Valentino con una romantica cena in un ristorante; ma le pressioni congiunte della di lui giovane amante, e di una dipendente di lei, finiranno per complicare in modi inaspettati la situazione. Nell’ultimo segmento, infine, una nota conduttrice televisiva (Claudia Gerini) si trova a dover chiedere scusa per un contestatissimo servizio televisivo sulla “donna ideale”, proprio in corrispondenza della festa dell’8 marzo.

I giorni peggiori?

I migliori giorni, Luca Argentero, Valentina Lodovini, Greta Scarano e Maria Chiara Centorami in una scena
I migliori giorni, Luca Argentero, Valentina Lodovini, Greta Scarano e Maria Chiara Centorami in una scena

Fin dal titolo (che rifà il verso ironicamente al titolo-cliché I migliori anni della nostra vita, rovesciandone il senso) I migliori giorni punta a contrapporre il clima “da festa” tipico delle ricorrenze prese in esame – clima che finisce per coinvolgere, volenti o nolenti, anche i soggetti che si dichiarano a esso impermeabili – alla rappresentazione, spesso ai limiti del grottesco, dei vari personaggi coinvolti. In questo senso, l’episodio più rappresentativo è forse San Valentino (oltre che, a nostro avviso, il più riuscito) per il suo usare come sfondo la festa kitsch per eccellenza per mettere in scena un singolare quadrilatero amoroso; un quadrilatero che – con le dovute proporzioni – guarda a Pedro Almodóvar e a Woody Allen, in un gioco di coincidenze e flirt multipli informato da un piacevole cinismo. Ma questo contrasto tra l’ostentata distanza dalla festa e la tensione (spesso inconsapevole) verso una loro interpretazione più autentica è un po’ il leitmotiv che torna in tutte e quattro le storie: dagli scontri familiari da parenti serpenti (ma ben più ingenui di quelli del classico di Monicelli) dell’episodio natalizio, alla messa in scena dello scontro di classe (con qualche rimando a Parasite) di quello ambientato a Capodanno, fino al contraddittorio femminismo incarnato dal personaggio interpretato da Claudia Gerini, con annessa – e invero un po’ telefonata – critica di certo showbiz televisivo.

Coerenza e qualche inciampo

I migliori giorni, Claudia Gerini, Stefano Fresi e Tiberio Timperi in una scena
I migliori giorni, Claudia Gerini, Stefano Fresi e Tiberio Timperi in una scena del film

Ciò che risulta senz’altro apprezzabile, di questo I migliori giorni, è la qualità dello sguardo su una borghesia che, nelle sue varie declinazioni, resta terreno di indagine prediletto per la nostra commedia; uno sguardo che qui risulta tuttavia più cinico e realistico rispetto alla media dei film analoghi usciti negli ultimi anni. In questo senso, i quattro episodi hanno il pregio di non cedere a lungaggini – anche in virtù dell’estensione forzatamente ridotta – e di mantenere, nel loro complesso, una buona coerenza nei toni. Toni che, seguendo la tradizione dei maestri, restano sempre in equilibrio tra il sorriso consapevolmente amaro e il ghigno cinico, lasciando quasi sempre fuori la risata spensierata: dovendo stilare una classifica, sceglieremmo in quest’ottica il cinismo del già citato San Valentino, seguito dalla verve grottesca dell’episodio ambientato a Capodanno, e dalle schermaglie familiari di quello natalizio. Poco riuscito a nostro avviso resta il segmento conclusivo, caratterizzato da un subplot irrisolto (quello della figlia della protagonista) e da un tono retorico – incarnato dal poco credibile personaggio della giovane apprendista – che stona un po’ col clima del resto del film. Qualche stereotipo fa capolino qua e là nelle quattro storie (specie in quella iniziale, che rischia di sbandare in una pericolosa equiparazione della querelle pro-vax/no-vax a una qualsiasi disputa politica) ma il quadro che complessivamente ne fuoriesce mantiene un buon livello di realismo e lucidità. Nel panorama dei film “festivi” (in senso ampio) quello di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno resta sicuramente, nel suo complesso, un esperimento interessante.

I migliori anni, la locandina
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Scheda

Titolo originale: I migliori giorni
Regia: Massimiliano Bruno
Paese/anno: Italia / 2023
Durata: 125’
Genere: Drammatico
Cast: Paolo Calabresi, Edoardo Leo, Claudia Gerini, Anna Foglietta, Stefano Fresi, Massimiliano Tortora, Massimiliano Bruno, Giuseppe Ragone, Greta Scarano, Luca Argentero, Max Tortora, Liliana Fiorelli, Ludovica Martino, Pietro De Silva, Malvina Ruggiano, Marco Bonini, Tiberio Timperi, Daniele Locci, Giorgia Salari, Jonis Bascir, Laline Cafaro, Maria Chiara Centorami, Mariachiara Dimitri, Valentina Lodovini
Sceneggiatura: Edoardo Leo, Massimiliano Bruno, Beatrice Campagna
Fotografia: Marco Bassano
Montaggio: Luciana Pandolfelli
Musiche: Maurizio Filardo, Gianluca Misiti
Produttore: Federica Lucisano, Fulvio Lucisano
Casa di Produzione: Sky Italia, Italian International Film, Vision Distribution, Amazon Prime Video
Distribuzione: Vision Distribution

Data di uscita: 01/01/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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