DECISION TO LEAVE

DECISION TO LEAVE

Detective perde la testa per la principale sospettata del delitto su cui sta indagando. Decision to Leave, premio a Cannes 2022 e inspiegabilmente snobbato dagli Oscar, è mistero, romanticismo e un’estetica curatissima. Dirige il grande Park Chan-wook (Old Boy). Francamente imperdibile.

La nebbia

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Nelle sale italiane arriva il 2 febbraio 2023 per Lucky Red, si chiama Decision to Leave ed è il nuovo film di Park Chan-wook, quello di Old Boy e Lady Vendetta, per intenderci. Quella che segue è la recensione del film, imprevedibilmente monca. Manca un passaggio, un breve paragrafo, importante per giunta. La distribuzione avrebbe gradito, potete scommetterci, anche perché poteva funzionare, nei limiti del caso, come incoraggiamento ulteriore per gli indecisi. Tra l’uscita italiana e la notte degli Oscar (12 marzo) passano trentotto giorni. In un mondo normale, Decision to Leave, protagonisti Tang Wei e Park Hae-il, avrebbe attraversato quest’attesa col vento in poppa di una meritata nomination al Miglior film internazionale e conseguente esplosione di appeal. Invece niente di tutto questo, vai a capire perché.

I premi, o anche solo le nomination, sono importanti

Decision to leave, Tang Wei e Park Hae-II in un'immagine del film
Decision to leave, Tang Wei e Park Hae-II in un’immagine del film di Park Chan-wook

I premi, vale anche per gli Oscar, hanno una loro utilità, oltre il glamour, i ceffoni e gli equivoci tragicomici. In questo senso, l’ingiusta esclusione dell’Academy grida vendetta. C’è di che consolarsi: Prix de la mise en scène al Festival di Cannes 2022 e tanto amore da parte della critica. I premi però servono, specialmente per film che non partono col favore dei pronostici da un punto di vista commerciale. Sono benzina per la discussione, margine di manovra contrattuale per l’autore, pubblicità gratuita, la possibilità di attirare fette di pubblico insperate; in due parole, visibilità e potere. Non saranno poi così tanti i film che supereranno in classifica, alla fine dell’anno (a proposito, avete dato un’occhiata ai nostri Best Of 2022?), Decision to Leave, Oscar o meno. Non gli manca niente. C’è un gran lavoro sull’atmosfera, due protagonisti che funzionano, il recupero del genere (thriller, noir), una rilettura intelligente della classicità, romanticismo, malinconia e umorismo. C’è anche tanta nebbia. Ecco, volendo trovare un titolo alternativo al film, varrebbe la pena di chiamarlo così: la nebbia.

La storia di due misteri che si svelano

Decision to leave, Park Hae-II e Tang Wei in una sequenza del film
Decision to leave, Park Hae-II e Tang Wei in una sequenza del film di Park Chan-wook

Jang Hae-joon (Park Hae-il) è un detective sudcoreano che passa la notte a fare appostamenti perché non riesce a dormire (non il contrario), non riesce a dormire perché è letteralmente infestato dai fantasmi del suo lavoro, è letteralmente infestato dai fantasmi del suo lavoro perché è infelice. Stropicciato fuori, inespresso a casa. Il rapporto con la moglie (Lee Jung-hyun) è un capolavoro di frustrazione repressa, quieta disperazione e sesso una volta a settimana, anche quando ci odiamo, dice lei. Poi arriva Song Seo-rae (Tang Wei) e tutto cambia. Per il meglio e per il peggio.

La donna, cinese di origine, non parla granché coreano. Suo marito è morto, assassinato, almeno questo crede Hae-joon. Si incontrano e lui è subito molto preso. Il problema è che Hae-joon è sposato, c’è un’indagine in corso e Seo-rae è la principale sospettata. Ma l’ha davvero ucciso lei? I colleghi di Hae-joon pensano di sì, lui la difende a spada tratta. Non si capisce bene se a parlare per il detective siano le risultanze dell’indagine, o più semplicemente un cuore innamorato.

La storia del film è la storia di due misteri che si svelano. Un rompicapo poliziesco che piano piano si apre alla verità, quanto soddisfacente lo giudicherà lo spettatore, e il mistero di un amore impossibile e fortissimo. La bomba scoppia malgrado tutto, le distanze emotive e materiali, le posizioni (detective-sospettata) che non combaciano, un pessimo tempismo, l’incapacità di parlare la stessa lingua. Il gatto e il topo si innamorano solo per capire quanto è difficile stare insieme. Tenuto conto della nebbia, che falsa le prospettive, stordisce i sensi e rende tutto opaco. La nebbia è protagonista: un dato di fatto e un efficace strumento drammaturgico.

Il film risponde, a suo modo, al predecessore, che si chiamava Mademoiselle

Decision to leave, Park Hae-II in un'immagine del film
Decision to leave, Park Hae-II in un’immagine del film di Park Chan-wook

Si può affermare con una certa sicurezza che Decision to Leave, del cinema di Park Chan-wook, recupera molte ossessioni rileggendole. Gira intorno alla verità, senza prenderla di petto. Allusivo nei toni, carico di tensione e sensualità, ma senza arrivare al punto di rottura. Il mantra è suggerire, più che mostrare. Qualità, queste, intrinsecamente cinematografiche, che rendono il film il perfetto contrappunto del precedente e riuscito Mademoiselle. Presentato a Cannes nel 2016, uscito in Italia nel 2019 – se consideriamo che per Decision to Leave riusciamo a tenere presentazione e uscita da noi dentro l’anno possiamo legittimamente gridare al miracolo – anche in quel caso si parlava di sensualità, romanticismo e identità sfuggenti. Lì tutto (o quasi) era esplicito, viscerale, esteriore. Qui a farla da padrone sono le sfumature.

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Un film che guarda a riferimenti precisi, sceglie la via della sottigliezza e racconta una verità scomoda sull’amore

Decision to leave, Tang Wei e Park Hae-II in una scena del film
Decision to leave, Tang Wei e Park Hae-II in una scena del film di Park Chan-wook

Le sfumature sono più cinematografiche della nuda verità. L’emozione è la somma di ciò che sta dentro e fuori l’inquadratura; in altre parole, è preferibile far sudare un po’ chi guarda e lasciargli compiere un piccolo sforzo di immaginazione: il non detto è mistero, attesa, curiosità positiva. Decision to Leave è un manifesto di piccole e grandi sottigliezze cinematografiche. L’amore, il sesso e la morte, non sono mai sbattuti in faccia allo spettatore, sempre sottintesi; da qui l’emozione, il pathos, la credibilità del mistero.

Al thriller fatto bene ruba una solida tensione. I vagheggiamenti esistenziali, l’atmosfera brumosa e le psicologie appartengono al reame del noir. La premessa, detective si innamora della donna sospettata del delitto su cui sta indagando, splendidamente hitchcockiana. D’altronde Hitch torna spesso nel film, non solo perché Decision to Leave sceglie di citarlo esplicitamente (Vertigo) adattandone e modernizzandone i contorni, ma anche perché è proprio di quel senso (classico) del cinema il mix potentissimo di sensualità, malinconia e umorismo.

Il lavoro sull’immagine, composizione dell’inquadratura e intervento cromatico, è pregevole. Un film nato e pensato per la sala cinematografica, che si concede il lusso di zigzagare tra passato e presente, tra descrizione dei fatti ed esplorazione dell’intimità dei personaggi senza mai smarrire la leggibilità della storia. Lo spettatore ha sempre modo di orientarsi per capire cosa succede, dove e come. Quello che succede, con Decision to Leave, un film che brucia di desiderio, in fondo è il mistero di ogni storia d’amore. Un uomo e una donna che si rincorrono nel tentativo (vano) di essere tutto l’uno per l’altra, nello stesso luogo e nello stesso momento. C’è sempre qualcosa che li separa: il tempo, la lingua, la posizione, la nebbia che confonde. Pure, una possibilità di riscatto c’è. Lo suggerisce, indirettamente, l’emozionante finale, che ovviamente non va spoilerato. Se ogni amore è storia di inseguiti e inseguitori, forse accettando la logica di questa imperfezione, di questa distanza perenne che non si può mai colmare del tutto, si può trovare un modo. Certo, il prezzo da pagare è alto.

Decision to leave, la locandina italiana del film

Scheda

Titolo originale: Heojil kyolshim
Regia: Park Chan-wook
Paese/anno: Corea del Sud / 2022
Durata: 138’
Genere: Drammatico, Thriller, Sentimentale
Cast: Yoo Seung-mok, Go Kyung-Pyo, Park Hae-il, Teo Yoo, Jeong Ha-dam, Jung Yi-seo, Kim Shin-Young, Lee Hak-joo, Lee Jung-Hyun, Park Jeong Min, Park Yong-woo, Seo Hyun-Woo, Sook Jung Young, Tang Wei
Sceneggiatura: Park Chan-wook, Chung Seo-kyung
Fotografia: Kim Ji-yong
Montaggio: Kim Sang-beom
Musiche: Jo Yeong-wook
Produttore: Ko Dae-seok, Back Jisun, Park Chan-wook
Casa di Produzione: CJ Entertainment, Moho Film
Distribuzione: Lucky Red

Data di uscita: 02/02/2023

Trailer

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Nato a Roma a un certo punto degli anni '80 del secolo scorso. Laurea in Scienze Politiche. Amo il cinema, la musica, la letteratura. Aspirante maratoneta.

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