MAGIC MIKE – THE LAST DANCE

MAGIC MIKE – THE LAST DANCE

A undici anni dall’inizio della saga di Magic Mike, Steven Soderbergh ne riprende le redini con quello che è probabilmente il suo capitolo conclusivo: Magic Mike – The Last Dance è giocoso, divertito e (vagamente) malinconico, concepito in modo tale da ispirare simpatia a dispetto della sua dichiarata esilità.

Uno spogliarellista ballerino americano a Londra

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A undici anni dal primo Magic Mike, pellicola che andava a esplorare con giocosa spudoratezza gioie e dolori del mestiere dello spogliarellista, e a otto dal suo sequel Magic Mike XXL, il Mike Lane interpretato da Channing Tatum torna qui per quello che il titolo promette essere “un ultimo ballo”. Stando alle informazioni che abbiamo a disposizione – salvo ipotizzati spin-off dedicati a personaggi collaterali della saga – questo Magic Mike – The Last Dance potrebbe essere davvero il capitolo conclusivo di quella che si configura quindi come una trilogia; un capitolo che vede il ritorno dietro la macchina da presa di Steven Soderbergh, già artefice del successo del primo film, ma anche e soprattutto quello della vera mente creativa della saga, lo sceneggiatore Reid Carolin, autore del copione nonché co-produttore di tutti e tre gli episodi. La regia di questo terzo film segna il ritorno ad atmosfere più ludiche e da commedia per un regista come Soderbergh, molto attivo negli ultimi anni e per niente frenato dalla pandemia (dal 2020 in poi ha diretto l’indipendente Lasciali parlare, il gangster movie No Sudden Move e il thriller Kimi – Qualcuno in ascolto, da noi giunti tutti direttamente in streaming). Fa piacere, se non altro, tornare a poter apprezzare un lavoro di Soderbergh su grande schermo, rilevandone ancora una volta il notevole eclettismo in fatto di generi e atmosfere maneggiate.

Una scintilla che si riaccende

Magic Mike - The Last Dance, Channing Tatum e Salma Hayek in una scena
Magic Mike – The Last Dance, Channing Tatum e Salma Hayek in una scena del film

La pandemia, già al centro della trama del precedente Kimi, viene abilmente incorporata nella sceneggiatura di Magic Mike – The Last Dance; questa vede infatti un Mike Lane in crisi, ormai da anni ritiratosi dall’attività di spogliarellista, ma anche costretto a chiudere il suo mobilificio a causa della crisi generata dal Covid. L’uomo, costretto a lavorare come barista nei locali notturni di Miami, si imbatte in Maxandra, una ricca donna di origini latine, che lo riconosce e gli fa una proposta altamente allettante: trasferirsi a Londra e usare il suo talento per rivoluzionare, a suo modo, lo spettacolo che andrà in scena nel suo teatro, trasformandolo in una performance mai vista. Mike accetta, mettendo in chiaro, tuttavia, che lui non si esibirà più personalmente. Ma è davvero un proposito che riuscirà a mantenere, ora che la scintilla si è riaccesa?

Un nuovo mentore?

Magic Mike - The Last Dance, Channing Tatum e Salma Hayek in una sequenza
Magic Mike – The Last Dance, Channing Tatum e Salma Hayek in una sequenza del film

Ha davvero i crismi del capitolo conclusivo, Magic Mike – The Last Dance, che recupera il meccanismo della voice over (in questo caso quello della figlia adolescente del personaggio interpretato da Salma Hayek) per celebrare il potere socializzante e per certi versi taumaturgico della danza. Un potere che da sempre la saga lega alla naturale carica erotizzante dei corpi in movimento, veri protagonisti del racconto e motori dell’azione quanto (e forse più) dell’intreccio stesso. Un recupero del concetto di base del franchise che qui si colora – fin dalle fasi iniziali – di un tocco malinconico, con la consapevolezza di una stagione che si è chiusa e (forse?) di un passaggio di testimone, anche se ancora non è dato sapere a chi. Se è vero che la saga potrebbe allargarsi con eventuali spin-off, non è improbabile che Mike Lane diventi una specie di equivalente del Rocky Balboa di Creed – Nato per combattere: un mentore, insomma. D’altronde, a ben vedere, questo ruolo qui ha già iniziato a ricoprirlo; in modo dapprima impacciato, poi sempre più convinto, deciso a mettere la sua personale “firma” in territori (geografici e culturali) apparentemente lontanissimi dai suoi usuali.

La danza al potere

Magic Mike - The Last Dance, una sequenza di danza
Magic Mike – The Last Dance, una sequenza di danza del film

Colorato, divertito, giustamente patinato, Magic Mike – The Last Dance fonde bene il sottofondo malinconico (ma forse sarebbe meglio dire agrodolce: quello, cioè, di un periodo che si chiude) con un approccio forse ancor più marcatamente da commedia rispetto ai suoi predecessori. Un approccio che taglia fuori del tutto gli accenni di noir (ma anche di coming of age) che avevamo visto nel primo film, strizzando l’occhio agli spettatori storici solo nei minuti iniziali (con l’incontro del protagonista con una vecchia conoscenza, e un breve rimando al primo Magic Mike). I siparietti che vedono protagonista Salma Hayek, col suo fare umorale e il suo marcato accento latino, insieme al disarmante domestico (eccentrica, macchiettistica ma riuscita “voce della verità” che fa tornare alla ragione, a turno, i due protagonisti) danno al tutto un clima sopra le righe che ne depotenzia qualsiasi componente di dramma: ciò che viene messo in chiaro con gli spettatori è che si è qui un’ultima volta per ballare, celebrare la funzione sociale della danza, rompere vecchi schemi e dare un po’ di sano (e in fondo innocuo) “scandalo” in un contesto ingessato come quello del teatro londinese. Non molto di più, certamente nulla di meno.

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Promesse mantenute

Magic Mike - The Last Dance, Salma Hayek e Channing Tatum in una scena
Magic Mike – The Last Dance, Salma Hayek e Channing Tatum in una scena del film

Nella simpatia che naturalmente ispira, che a tratti diventa quasi toccante – senza, tuttavia, scivolare mai nel patetismo d’accatto – Magic Mike – The Last Dance soffre tuttavia della sua stessa, dichiarata esilità. L’intreccio di base, con la funzione di antagonista del marito della protagonista, è davvero troppo basico e involuto per apparire come qualcosa di più di un pretesto. Se questo terzo film, da un lato, si giova del cambio di ambientazione e del conseguente cambio di atmosfere (si rivela molto divertente, a questo proposito, la lunga sequenza del casting, con la sfilata dei vari candidati), dall’altro la sostanza del racconto è probabilmente asciugata in modo eccessivo. Ci saremmo aspettati un minimo di cura in più nella progressione narrativa, un qualche elemento che movimentasse maggiormente la narrazione, ponendo almeno in “dubbio” (a livello istintivo se non razionale) il comunque inevitabile happy ending. Poco importa, in ogni caso, perché alla fine dei giochi Magic Mike – The Last Dance offre esattamente quello che promette, collocandosi agevolmente nel solco della saga e delle sue atmosfere. Agli estimatori dei due film precedenti, e più in generale a chi ama il lavoro da regista di Soderbergh, quasi sicuramente basterà.

Magic Mike - The Last Dance, la locandina italiana

Scheda

Titolo originale: Magic Mike – The Last Dance
Regia: Steven Soderbergh
Paese/anno: Stati Uniti / 2023
Durata: 112’
Genere: Commedia, Drammatico
Cast: Channing Tatum, Salma Hayek, Caitlin Gerard, Gavin Spokes, Adam Howe, Ayub Khan-Din, Barbara Ryan, Carmen Olivares, Christie-Leigh Emby, Christopher Bencomo, Daniel Llaca, Ellen Marguerite Cullivan, Juliette Motamed, Kasey Iliana Sfetsios, Liam Edwards, Nancy Carroll, Nas Ganev, Stephane Fichet
Sceneggiatura: Reid Carolin
Produttore: Reid Carolin, Andrew Riach, Gregory Jacobs, Nick Wechsler, Peter Kiernan
Casa di Produzione: Warner Bros.
Distribuzione: Warner Bros.

Data di uscita: 09/02/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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