IL GRANDE CARRO

IL GRANDE CARRO

Il grande carro può essere considerato, a tutti gli effetti, non soltanto uno dei film più intimi e personali di Philippe Garrel, ma anche – senza paura di esagerazione alcuna - una vera e propria dichiarazione al mondo dell’arte e alla bellezza: con uno sguardo particolarmente affettuoso nei confronti di tutti quegli artisti costretti a vivere in povertà, pur di portare avanti quello in cui credono. Alla Berlinale 2023.

Un omaggio alla bellezza

Pubblicità

Tra i titoli maggiormente attesi all’interno del programma di questa ricca e variegata 73a edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino, v’è indubbiamente Il grande carro (Le grand chariot), ultima fatica dell’acclamato regista francese Philippe Garrel, qui in corsa per il tanto ambito Orso d’Oro. Sarà riuscito, dunque, il cineasta di Boulogne-Billancourt a conquistare, anche questa volta, pubblico e critica? In che modo avrà deciso di farci sognare davanti a storie senza tempo o, meglio ancora, davanti a storie che sembrano far parte quasi di una dimensione irreale, di un mondo a sé? Presto detto.

Tradizioni di famiglia

Il grande carro, Esther Garrel con Louis Garrel in una scena del film
Il grande carro, Esther Garrel con Louis Garrel in una scena del film

La storia messa in scena in questa occasione, dunque, è quella di una piccola famiglia di burattinai, formata dal padre (impersonato da Aurélien Recoing) – che da anni porta avanti con passione il piccolo teatro di famiglia – dalla nonna (Francine Bergé) – la quale realizza a mano i vestiti delle marionette ed è solita raccontare preziosi aneddoti sulla loro famiglia stessa – e dai tre figli: Louis, Martha e Lena (impersonati rispettivamente da Louis, Esther e Lena Garrel, i figli del regista, qui per la prima volta tutti e tre insieme in un lungometraggio). Malgrado la crisi del settore, malgrado la difficoltà ad arrivare a fine mese, la quotidianità della famiglia sembra procedere serenamente, fin quando, tuttavia, un evento improvviso non cambierà per sempre le carte in tavola. Che fare, dunque, per difendere la loro piccola, preziosa realtà?

Il duro mestiere dell’artista

Il grande carro, Aurélien Recoing in una scena del film
Il grande carro, Aurélien Recoing in una scena del film

Il grande carro, dunque, può essere considerato a tutti gli effetti non soltanto uno dei film più intimi e personali di Philippe Garrel, ma anche – senza paura di esagerazione alcuna – una vera e propria dichiarazione al mondo dell’arte e alla bellezza, con uno sguardo particolarmente affettuoso nei confronti di tutti quegli artisti costretti a vivere in povertà, pur di portare avanti quello in cui credono. Gli errori si possono commettere molto facilmente. Le decisioni sbagliate possono cambiare la vita per sempre. Ma in che modo, in un mondo sempre più cinico e materiale, ci si può sentire meno soli?

L’importanza degli affetti

Il grande carro, Louis Garrel, Aurélien Recoing, Esther Garrel, Francine Bergé e Damien Mongin in una scena del film
Il grande carro, Louis Garrel, Aurélien Recoing, Esther Garrel, Francine Bergé e Damien Mongin in una scena del film

Ed è proprio a questo punto, dunque, che entrano in gioco la famiglia e gli amici, ulteriori concetti basilari attorno a cui ruota il nostro Il grande carro. La famiglia e i veri amici sono messi costantemente in primo piano da Philippe Garrel in questo suo piccolo e prezioso lungometraggio. Il bisogno di sentirsi amati e supportati, ma anche le inevitabili separazioni, o addirittura il lutto, mettono a dura prova i protagonisti. Eppure, il tutto viene messo in scena dal regista con (apparente) leggerezza ed eleganza, in pieno stile post-nouvellevaguista. In pieno stile garreliano.

Pubblicità

Emozioni

Il grande carro, Louis Garrel e Francine Bergé in una scena del film
Il grande carro, Louis Garrel e Francine Bergé in una scena del film

Non mancano infatti, durante la visione di Il grande carro, momenti fortemente toccanti e “difficili da digerire” (come, per esempio, quando vediamo Martha e Lena di fronte alle macerie del loro teatrino, appena distrutto dal temporale). Così come non mancano momenti di pura bellezza, in cui anche il più semplice degli avvenimenti (come una risata insieme alla propria nonna ricordando eventi del passato, o la potente immagine di un gruppo di bambini intenti a seguire, estasiati e divertiti, uno spettacolo di burattini) viene reso dalla macchina da presa (e dallo sguardo attento e amorevole di Philippe Garrel) estremamente prezioso. L’arte e il mondo che ci circonda. Il reale e l’onirico. Separazioni e legami indissolubili. Il grande carro è tutto questo. E, di fianco a un messaggio disilluso e disincantato, riesce anche a trasmetterci una piacevole sensazione di speranza.

Locandina

Il grande carro, la locandina italiana del film di Philippe Garrel

Gallery

Scheda

Titolo originale: Le grand chariot
Regia: Philippe Garrel
Paese/anno: Francia, Svizzera / 2023
Durata: 95’
Genere: Drammatico
Cast: Louis Garrel, Aurélien Recoing, Esther Garrel, Hammou Graïa, Léna Garrel, Mathilde Weil, Asma Messaoudene, Cécile Feuillet, Damien Mongin, Francine Bergé, Juliette Poissonnier, Laetitia Spigarelli, Nicolas Thuet, Rodolphe Congé, Thierry de Peretti, Virgil Leclaire
Sceneggiatura: Philippe Garrel, Jean-Claude Carrière, Caroline Deruas-Garrel, Arlette Langmann
Fotografia: Renato Berta
Montaggio: Yann Dedet
Musiche: Jean-Louis Aubert
Produttore: Laurine Pelassy, Olivier Père, Joëlle Bertossa, Flavia Zanon, Edouard Weil
Casa di Produzione: Rectangle Productions, Arte France Cinéma, Close Up Films
Distribuzione: Minerva Pictures Group, Altre Storie

Data di uscita: 14/09/2023

Trailer

Dagli stessi registi o sceneggiatori

Pubblicità
Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.