MUMMIE – A SPASSO NEL TEMPO

MUMMIE – A SPASSO NEL TEMPO

Film animato di produzione spagnola – realizzato tuttavia in lingua inglese, con un cast vocale anglosassone – Mummie - A spasso nel tempo diverte e intrattiene, delineando bene i suoi due protagonisti, e tenendosi in equilibrio tra avventura e love story. Si poteva osare di più sul versante del rapporto tra i due mondi in cui la storia si svolge, ma ci si può accontentare.

Mummies in Love

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In un mondo sotterraneo sito sotto il territorio dell’antico Egitto, popolato da mummie dalla vita eterna, vive Tuth, un ex campione di corse di bighe ritiratosi dalle competizioni dopo un traumatico incidente. Il giovane viene scelto dall’Araba Fenice – in realtà “guidata” da un fortuito incidente – per sposare Nefer, la figlia del faraone che dovrebbe succedere al trono del regno. I due sembrano una coppia più che mai mal assortita, ed entrambi farebbero volentieri a meno di sposarsi; tuttavia, secondo la legge, Tuth è obbligato a prendere in sposa la ragazza – pena una terribile punizione – e per questo, a garanzia del suo impegno, gli viene dato in custodia il prezioso anello nuziale. Nel frattempo, nel mondo dei vivi, l’archeologo Lord Carnaby, ambizioso e in cerca di fama, scopre il passaggio per il mondo sotterraneo; penetrato nella piramide di Tuth, l’uomo riesce a rubare l’anello nuziale, con lo scopo di presentarlo al mondo come prova della scoperta della città sotterranea. Tuth e Nefer, accompagnati dal fratellino di lui, Sekhem, e dal suo simpatico coccodrillo domestico, dovranno così avventurarsi nel mondo dei vivi, per recuperare l’anello in tempo per il giorno del matrimonio.

Una mummia esploratrice

Mummie - A spasso nel tempo, la giovane Nefer in una scena
Mummie – A spasso nel tempo, la giovane Nefer in una scena del film

Nell’ambito dell’animazione destinata a un pubblico di famiglie, dominata negli ultimi decenni dai colossi statunitensi, le produzioni europee continuano a offrire di tanto in tanto qualche prodotto di rilievo, pensato per competere – almeno idealmente – proprio con le produzioni d’oltreoceano. Nel caso di questo Mummie – A spasso nel tempo, siamo in realtà di fronte a una co-produzione tra Spagna e Stati Uniti, con realizzatori spagnoli, l’uso dell’inglese e un cast vocale in gran parte anglosassone; ma la tipologia dei disegni (più stilizzati e caricaturali nella concezione dei personaggi, e con alcune compenetrazioni tra digitale e animazione classica) unitamente alle caratterizzazioni, rimandano a un sentire decisamente più vicino alle nostre latitudini. Certo, il film diretto da Jesus Garcia Galocha (già art director nella saga di Taddeo l’esploratore) si rivela attento a non spiazzare il pubblico Disney, inserendo nella storia frequenti parentesi musical – comunque generalmente ben integrate nella trama – e presentando un personaggio femminile che può essere considerato una variante – aggiornata ai tempi e più “progressista” – delle principesse della casa di Topolino; come la Moana di Oceania, Nefer è stufa della sua routine e vuole vedere cosa c’è la fuori, oltre a coltivare i suoi sogni e i suoi talenti. Sono gli sviluppi del personaggio, semmai, a divergere da quelli dei modelli di riferimento.

Un’eternità che va stretta

Mummie - A spasso nel tempo, Tuth e Sekhem in una bella sequenza
Mummie – A spasso nel tempo, Tuth e Sekhem in una bella sequenza del film

Nel suo mood avventuroso vecchio stampo, e nella sostanziale linearità della sua trama (che comunque delinea bene le differenze tra i due mondi in cui la storia si svolge) Mummie – A spasso nel tempo ha il merito di non cedere a certe derive pop dei film d’animazione moderna, spesso arricchiti di un citazionismo forzato e della ricerca a tutti i costi della strizzata d’occhio al pubblico più stagionato. C’è semmai, nel film, una pregevole ricostruzione dell’antico Egitto, ben reso in un mondo sotterraneo che tuttavia viene subito svelato nel suo carattere chiuso e ingannevole; una specie di Truman Show (o di San Junipero, per citare uno degli episodi più noti dell’amata serie Black Mirror, solo apparentemente lontana dalle atmosfere qui delineate) i cui abitanti sono costretti a vivere in un’eterna reiterazione di gesti e rituali, tra albe, tramonti e stelle artificiali, e un mondo dei vivi solo da sognare. Un contesto che va più che mai stretto al personaggio di Nefer, principessa dalle doti canore mai prese seriamente in considerazione, che come ogni personaggio giovane si trova a dover scegliere tra la fedeltà alle tradizioni familiari e la voglia di seguire la propria strada. Ma una mummia, “condannata” alla vita eterna, è davvero in grado di scegliere? È possibile mescolarsi ai vivi nascondendo la propria natura? E l’amore, che ruolo gioca in tutto questo?

I vivi e i morti

Mummie - A spasso nel tempo, Sekhem, Tuth e Nefer in una sequenza
Mummie – A spasso nel tempo, Sekhem, Tuth e Nefer in una sequenza del film

Uno dei pregi di Mummie – A spasso nel tempo è proprio questa malinconia sotterranea, l’idea di un limite “psicologico” (quello tra i due mondi del film) che resta invalicabile, anche laddove sia fisicamente possibile attraversarlo. Un solco tra vivi e morti – con la natura dei secondi che viene rivelata, impietosamente, dalle luci più forti – che trasmette alla storia un mood vagamente burtoniano, senza ovviamente toccare le punte di struggimento di un’opera come La sposa cadavere. Un pregio – laddove la struttura disneyiana della storia viene positivamente contaminata con un sentire più malinconico – che tuttavia diventa difetto nel momento in cui la sceneggiatura non ha il coraggio di portarne le premesse fino in fondo; nell’avventura dei protagonisti in superficie, in una Londra più che mai glamour, l’incontro di Nefer col giovane, svagato dj viene gestito in modo un po’ superficiale, con un’incerta caratterizzazione del nuovo personaggio e una gestione piuttosto goffa della scoperta, da parte di lui, della natura ultraterrena dei suoi nuovi amici. Una figura sostanzialmente sprecata, quella del giovane, che tuttavia poteva servire a delineare meglio la distanza tra i due mondi, e il loro problematico contatto; così com’è, il personaggio resta funzionale soltanto all’evoluzione – comunque ben gestita, e a suo modo credibile – della figura della ragazza, personaggio centrale della storia e non semplice complemento a quello di Tuth.

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Intrattenimento, ritmo e limiti

Mummie - A spasso nel tempo, il malvagio Lord Carnaby in una scena
Mummie – A spasso nel tempo, il malvagio Lord Carnaby in una scena del film

Potenzialità inespresse a parte, Mummie – A spasso nel tempo funziona e convince da molti punti di vista: a cominciare da quello tecnico (l’animazione è fluida ed efficace, mentre le sequenze d’azione risultano fluide e accattivanti) per proseguire con un ritmo narrativo elevato e una buona scorrevolezza del racconto. A differenza di quanto accade in alcuni dei recenti lavori Disney, gli sceneggiatori delineano in Lord Carnaby un vero villain (pur con la componente grottesca data dai dialoghi telefonici con sua madre); una scelta che giova sicuramente alla tipologia di racconto, che necessita della più basilare dialettica tra bene e male e di un antagonista capace (nei limiti del genere) di generare tensione e tenere lo spettatore sulle spine. Ciò che convince meno è la reiterazione della tendenza – usuale nell’animazione e nel cinema per ragazzi in generale – ai parallelismi tra il mondo moderno e quello immaginario, con rimandi diretti del secondo al primo: dalla star dello sport che firma autografi su pergamena ai selfie ante-litteram. Una scelta forzata, anche perché, per rappresentare la contemporaneità, i suoi vizi e i suoi feticci, c’era abbondante spazio nella parte di storia a essa dedicata. Pazienza: Mummie – A spasso nel tempo lo si può tranquillamente prendere così com’è, accogliendo con favore un prodotto per famiglie il cui concept, al netto di tutto, ispira certamente simpatia. Avvisiamo curiosi e completisti: al termine dei titoli di coda c’è una scena post-credits, simpatica anche se non indispensabile al fine della comprensione della storia. Ma, vista la durata ridotta, si può fare lo sforzo di rimanere in sala.

Mummie - A spasso nel tempo, la locandina italiana

Scheda

Titolo originale: Mummies
Regia: Juan Jesús García Galocha
Paese/anno: Stati Uniti, Spagna / 2023
Durata: 88’
Genere: Commedia, Avventura, Animazione, Fantastico
Cast: Sean Bean, Hugh Bonneville, Celia Imrie, Aleix Estadella, Ana Esther Alborg, Dan Starkey, Eleanor Tomlinson, Francesc Belda, Joe Thomas, Pilar Esteras Casanova, Roberto Cuenca Martínez, Roser Aldabó Arnau, Santiago Winder, Shakka
Sceneggiatura: Jordi Gasull, Javier López Barreira
Musiche: Fernando Velázquez
Produttore: Marc Sabé, Victor Peral, Toni Novella, Jordi Gasull, Pedro Solís García
Casa di Produzione: 4 Cats Pictures, Moomios Movie AIE, Atresmedia Cine, Movistar+, Warner Bros. Entertainment España, Televisió de Catalunya (TV3), Anangu Grup
Distribuzione: Warner Bros.

Data di uscita: 23/02/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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