TUTTO IN UN GIORNO

TUTTO IN UN GIORNO

Esordio dietro la macchina da presa per l’attore Juan Diego Botto, Tutto in un giorno prende di petto la realtà della crisi abitativa in Spagna attraverso tre emblematiche storie: il riferimento ideale è il cinema sociale e politico di Ken Loach, rispetto al quale il film mostra però meno rigore e un impianto narrativo più convenzionale. L’urgenza divulgativa resta comunque innegabile e da apprezzare.

Casa precaria casa

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Tre personaggi, tre vicende intrecciate lungo 24 ore, che hanno come filo conduttore il tema della difficile e precaria realtà abitativa spagnola. Azucena (Penélope Cruz) è una madre di famiglia che rischia di perdere casa, dopo che la crisi economica ha reso lei e suo marito incapaci di far fronte al mutuo; quando la banca le notifica un’ingiunzione di sfratto, i tre si trovano di fronte al serio rischio di finire in strada. Teodora (Adelfa Calvo) è un’anziana signora che ha aiutato suo figlio ad aprire un negozio, attività in seguito fallita a causa della crisi innescata dalla pandemia; ora, il figlio fa l’operaio edile e non risponde per vergogna alle chiamate di sua madre, a sua volta colpita dalla minaccia di uno sfratto. Rafa (Luis Tosar) è un avvocato e attivista che fa di tutto per aiutare i più deboli, finendo spesso per trascurare la sua stessa famiglia; l’uomo, che vive anche un difficile rapporto col figliastro, deve barcamenarsi tra l’imminenza di una delicata procedura medica che sua moglie dovrà affrontare, e la situazione di una giovane immigrata araba, che rischia di perdere suo figlio.

Un’emergenza trasversale

Tutto in un giorno, Luis Tosar e Christian Checa in una sequenza
Tutto in un giorno, Luis Tosar e Christian Checa in una sequenza del film

Già presentato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia 2022, Tutto in un giorno segna l’esordio dietro la macchina da presa dell’attore spagnolo (di origini argentine) Juan Diego Botto. Un debutto in cui Botto (che nel film si ritaglia il significativo ruolo del marito del personaggio di Penélope Cruz) prende di petto la drammatica realtà della situazione abitativa e degli sfratti; una situazione che in Spagna ha raggiunto negli ultimi anni le proporzioni macroscopiche di una vera emergenza sociale (i titoli di coda rivelano che attualmente, nella penisola, si contano 40.000 sfratti all’anno, una media di più di 100 al giorno) ma che risulta facilmente assimilabile, e di sicura presa, più in generale per molto del pubblico occidentale. L’esordio del regista/attore si presenta quindi sotto l’egida del cinema d’impegno, con uno sguardo che porta a empatizzare con le fasce più deboli del tessuto sociale, una caratterizzazione piuttosto precisa dei personaggi e una resa all’insegna del crudo realismo delle rispettive quotidianità. Un cinema che guarda ovviamente agli omologhi anglosassoni (Ken Loach in primis) con una costruzione narrativa e un gioco di incastri che rimanda tuttavia (anche) al cinema del primo Inarritu.

Cinema sociale per il grande pubblico

Tutto in un giorno, Adelfa Calvo in una scena
Tutto in un giorno, Adelfa Calvo in una scena del film

La parentela col cinema di Loach di Tutto in un giorno (il cui titolo originale era un più significativo En los márgenes), è esplicitata fin dalla locandina italiana; tuttavia, a nostro modo di vedere, la messa in scena del regista/attore spagnolo è meno rigorosa e naturalistica rispetto a quella del collega britannico, laddove si preoccupa di più di risultare accessibile e accattivante per uno spettatore disabituato ai toni del cinema politico propriamente detto. La stessa scelta della contrazione temporale, e di una narrazione quasi “in diretta” – unita al gioco un po’ gratuito, e tutt’altro che nuovo, degli incastri casuali tra i vari personaggi – rimanda a un approccio più classicamente spettacolare, che manca dell’asciuttezza mista al vigore divulgativo che rende così singolare il cinema del maestro inglese. Una scelta nel segno dell’accessibilità e del richiamo emotivo più facile e immediato, che demanda il coinvolgimento (anche) al ritmo figurativo – la macchina da presa è sempre in movimento, il montaggio abbastanza serrato – oltre che al ritmo nervoso della narrazione, che segue il fare umorale dei personaggi. Una messa in scena appariscente, quindi, che toglie qualcosa alla caratterizzazione dei personaggi, almeno ad alcuni di essi; parliamo, nello specifico, delle figure di Tedora e di suo figlio, protagonisti di quella che è la storia meno convincente e più involuta delle tre.

L’importanza divulgativa

Tutto in un giorno, Penélope Cruz in un momento
Tutto in un giorno, Penélope Cruz in un momento del film

Nonostante la sua impostazione a tratti eccessivamente urlata, e le occasionali scivolate in un’emotività fin troppo facile, Tutto in un giorno ha dalla sua diversi ottimi momenti, che controbilanciano i pur presenti limiti; il film di Juan Diego Botto rende al meglio proprio quando tiene sotto controllo il tono (emotivo e narrativo) del racconto, e lascia più libertà ai suoi interpreti. Non a caso, l’episodio che ci sembra migliore e più centrato è proprio quello che vede protagonisti Penélope Cruz – perfetta anche quando usa solo il corpo e l’espressività – e lo stesso regista nei panni di suo marito; il climax conclusivo, che va dalla furiosa lite in casa al temuto momento dello sfratto, è gestito in modo perfetto e sostenuto al meglio dai due interpreti, senza forzature o interventi impropri da parte della regia. Per contro, un segmento partito in modo promettente come quello che vede protagonista Luis Tosar (comunque notevole nel ruolo dell’avvocato Rafa) finisce per incartarsi sulla descrizione del rapporto patrigno/figliastro, con un riavvicinamento – e un contemporaneo coronamento della ricerca dei due – che arrivano in modo fin troppo rapido e forzato. Limiti che comunque non cancellano il carattere sostanzialmente sincero – unito all’evidente urgenza divulgativa che si nota alla sua base – di un prodotto come Tutto in un giorno, che ha l’indubbio merito di portare al grande pubblico un tema complesso e universale, parlando il suo linguaggio. Resta un conseguimento apprezzabile.

Tutto in un giorno, la locandina italiana
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Scheda

Titolo originale: En los márgenes
Regia: Juan Diego Botto
Paese/anno: Spagna / 2022
Durata: 105’
Genere: Drammatico
Cast: Penélope Cruz, Adelfa Calvo, Font García, Luis Tosar, Nacho Marraco, Aixa Villagrán, Alejandro Mesa, Ame Aneiros, Christian Checa, Claudia Melo, Daniel Coronado, Jesus Blanco, José Troncoso, Juan Diego Botto, Katia Borlado, María Isabel Díaz Lago, Nur Al Levi, Reda Chebchoubi, Salma Naim Annaassi, Somaya Taoufiki
Sceneggiatura: Juan Diego Botto, Olga Rodriguez
Fotografia: Arnau Valls Colomer
Montaggio: Mapa Pastor
Musiche: Eduardo Cruz
Produttore: Valérie Berlemont, Penélope Cruz, Philippe Logie, Gaëtan David, André Logie, Álvaro Longoria
Casa di Produzione: Head Gear Films, TeleMadrid, Ayuntamiento de Madrid, Penélope Cruz, Instituto de la Cinematografía y de las Artes Audiovisuales (ICAA), Crea SGR, Proximus, La Compagnie Cinématographique, Amazon Prime Video, Radio Televisión Española (RTVE), On the Fringe, Eurimages, Natexis Coficiné, VOO, Morena Films, BE TV, Panache Productions, Vértice 360
Distribuzione: BiM Distribuzione

Data di uscita: 02/03/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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