MIXED BY ERRY

MIXED BY ERRY

Mixed by Erry, prima che ritratto di un’epoca e di un preciso contesto sociale – quello della Napoli anni ‘80 – vuole essere una singolare parabola “noir” virata in chiaro, che sostituisce all’antieroe una figura donchisciottesca per cui subito si fa il tifo. Al netto di qualche imperfezione, un’altra buona prova per Sidney Sibilia.

Il mago delle compilation

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Dopo la trilogia di Smetto quando voglio, e il successivo L’incredibile storia dell’isola delle rose, Sidney Sibilia prosegue con questo Mixed by Erry nel suo racconto di storie di fuorilegge romantici declinati all’italiana, outsider visionari il cui fare anarchico corre parallelo a quello dello stesso regista, e al taglio della sua messa in scena. Qui, Sibilia fa nello specifico un tuffo negli anni ‘80, e in quella Napoli proletaria in cui la creatività – spesso, a sua volta, ai limiti della legalità – poteva diventare anche concreto strumento di sopravvivenza. L’ispirazione è la vera storia dei tre fratelli Frattasio, già istruiti dal padre ad arrangiarsi vendendo falso whisky sulle bancarelle: la situazione cambia quando il visionario del gruppo – il fratello di mezzo, Enrico, quello apparentemente senza arte né parte – decide di sfruttare la sua passione per le compilation su cassetta, e il suo sogno sempre frustrato di fare il dj, per mettere su un piccolo business. Il giro d’affari dei tre, in un tempo sorprendentemente breve, si allarga dal piccolo ambito del quartiere all’intera città, e poi gradualmente al di fuori fuori di essa: presto, il marchio Mixed by Erry diventa richiestissimo, al punto che l’improvvisata “etichetta” creata dai tre diventa la più venduta in Italia. Ma la Guardia di Finanza, in particolare nella persona di un suo zelante ispettore, finirà presto per mettere gli occhi su questa realtà atipica, totalmente al di fuori del controllo legale.

Un Don Chisciotte immerso nell’oro

Mixed by Erry, Luigi D'Oriano in una sequenza
Mixed by Erry, Luigi D’Oriano in una sequenza del film

Ambientare una storia negli anni ‘80, di questi tempi, è una pratica tutt’altro che insolita; una pratica tale da comportare i rischi di quella nostalgia d’accatto che il cinema e la televisione, negli ultimi 6-7 anni almeno, hanno consapevolmente alimentato. Da questo punto di vista, possiamo dire che Mixed by Erry schiva sapientemente questo rischio, giustificando la sua ambientazione – oltre che con l’ovvia ispirazione a una reale vicenda di cronaca – con un impianto narrativo forte, che non lesina uno sguardo antropologico (nei limiti del prodotto di genere) sul tessuto sociale della Napoli dell’epoca, e sulle energie che sapeva esprimere. Il film di Sibilia, insomma, sembra puntare fin dall’inizio all’affresco umano, piuttosto che a quello d’epoca, caratterizzando i suoi personaggi in modo attento e delineando l’ambiente che li circonda in modo tanto grottesco quanto (una volta accettate le premesse del film) credibile. L’”arte di arrangiarsi” che sembra conditio sine qua non per rendere possibile la realizzazione di un sogno come quello del protagonista è ovviamente messa in scena con toni parossistici; la sceneggiatura da par suo punta continuamente a depotenziare – con lo strumento del black humour – anche i momenti sulla carta più tesi. Una scelta che, lungi dallo sfumare gli aspetti eticamente più discutibili dell’attività dei tre (ivi compresi gli inevitabili contatti con la criminalità organizzata) sceglie piuttosto di porre l’accento sulla creatività e sull’aspetto utopico/romantico della questione, quello più ingenuamente donchisciottesco. Che poi questo abbia portato ai Frattasio anche palate di soldi, è visto come aspetto tutto sommato secondario. O, almeno, questo è ciò che lo spettatore è indotto a credere.

“Ma tu pensi che lo faccia per soldi?”

Mixed by Erry, Emanuele Palumbo, Luigi D'Oriano e Giuseppe Arena in una sequenza
Mixed by Erry, Emanuele Palumbo, Luigi D’Oriano e Giuseppe Arena in una sequenza del film

Mixed by Erry conferma il senso del ritmo del regista, la sua abilità nella costruzione delle storie e l’attenzione alla credibilità – qui certo aiutata da una traccia già data, il soggetto originale della scrittrice Simona Frasca – unita al suo approccio più autenticamente popolare. Nella parabola dei tre ragazzi (e specie nella caparbietà visionaria del protagonista interpretato da Luigi D’Oriano) c’è un senso utopico forte di cui conosciamo però, fin dall’inizio, il carattere effimero: la vicenda si apre infatti nel 1991, con Enrico/Erry in carcere: un recluso popolarissimo e venerato, ma pur sempre un recluso. Uno smontaggio preventivo del “romanticismo” che la sceneggiatura poi (ri)costruisce, portato infine a termine – in modo ancor più spinto – nel beffardo e quasi surreale finale. In mezzo, c’è la parabola di tre fratelli, la storia di una famiglia sui generis in un tessuto sociale unico (e sullo sfondo di eventi collettivi ben impressi nella memoria, come lo scudetto del Napoli); ma soprattutto c’è una sorta di fiaba metropolitana caratterizzata da una via tutta particolare al racconto di un sogno, e della sua realizzazione. Una via che in un certo senso recupera il carattere morale del gangster movie americano, di cui segue le tappe di ascesa e caduta di una figura in qualche modo “mitica”; ma lo trasla contemporaneamente in una vicenda in cui l’antieroe diventa vero eroe, per cui non possiamo che provare simpatia. Anche quando accetta i metodi violenti e vagamente psicotici del fratello Angelo (la “capatosta” del gruppo, col volto di Emanuele Palumbo); anche – e soprattutto – quando rifiuta l’esortazione a lasciar perdere tutto e godersi la fortuna che ha guadagnato, perché “io non lo faccio certo per i soldi”.

A Erry si perdona (quasi) tutto

Mixed by Erry, Luigi D'Oriano e Greta Esposito in una scena
Mixed by Erry, Luigi D’Oriano e Greta Esposito in una scena del film

Non mancano i difetti, a Mixed by Erry, a cominciare dalla prova di un protagonista che, per quanto bravo, occhieggia forse in modo un po’ troppo esplicito (e reiterato) al modello di Massimo Troisi; nell’ultima parte, inoltre, nel film non manca qualche incongruenza storica, col compact disc presentato come avveniristica novità ancora a inizio anni ‘90 (quando in realtà questo supporto, in Italia, era già conosciuto e abbastanza diffuso da almeno un quinquennio). Un limite, quest’ultimo, che finisce inevitabilmente per far “uscire” un po’ dalla storia, laddove per il resto l’affresco d’epoca – che comunque, lo ripetiamo, non è mai il punto focale del film – era stato credibile e ben integrato con la vicenda. Resta qualche dubbio, inoltre, sull’appena sfiorata love story tra il protagonista e la sua “cotta” di gioventù, portata avanti negli anni e sfociata infine in un matrimonio; un subplot romantico che il film porta avanti, in modo un po’ furbo e meccanico, attraverso il leit motiv della compilation musicale new wave promessa da Erry alla ragazza, trascinato fino alla fine della storia. Imperfezioni dovute in parte anche alla scelta di enfatizzare la singolare, vertiginosa e inebriante parabola del protagonista, fautore di un’“imprenditorialità sociale” molto diversa da quella che le cronache spesso – in modo il più delle volte ipocrita – ci raccontano. Vista l’etica a suo modo rivoluzionaria – e, lo ripetiamo, autenticamente anarchica – che il film di Sidney Sibilia sottende, sono sbavature che gli perdoniamo volentieri.

Mixed by Erry, la locandina
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Scheda

Titolo originale: Mixed by Erry
Regia: Sydney Sibilia
Durata: 110’
Genere: Commedia
Cast: Francesco Di Leva, Fabrizio Gifuni, Adriano Pantaleo, Brando Improta, Greta Esposito, Cristiana Dell'Anna, Emanuele Palumbo, Michele Pereira Da Paz, Chiara Celotto, Giuseppe Arena, Luigi D'Oriano
Sceneggiatura: Armando Festa, Sydney Sibilia
Fotografia: Valerio Azzali
Montaggio: Gianni Vezzosi
Musiche: Michele Braga
Produttore: Matteo Rovere, Sydney Sibilia
Casa di Produzione: Netflix, Groenlandia, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution

Data di uscita: 02/03/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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