PIANO PIANO

PIANO PIANO

Gli anni Ottanta avvampano il vissuto di una comunità in una periferia segnata dall'ineluttabilità. Piano piano, esordio nella regia di un lungometraggio di Nicola Prosatore, è un affresco crudo e ben girato.

Microcosmo cortile

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Tanta vita e tanta violenza attorno a un cortile, dove il mondo entra con tutta la sua depravazione e la sua violenza. Un microcosmo dove la vita ferve ai margini della città, in una Campania povera, case “sgarrupate” – si direbbe con il canone di Io speriamo che me la cavo – minacciate di demolizione per la realizzazione di un “asse mediano” infrastrutturale che, seguendo logiche di interesse e di politica, non si dipana dritto tra i campi ma procede sopraelevato tra una curva e l’altra.

La crudeltà sotto casa

Piano piano, Lello Arena in una sequenza
Piano piano, Lello Arena in una sequenza del film

Nella Campania Felix ritratta da Piano piano, esordio alla regia di un lungometraggio di Nicola Prosatore, questo pezzo di mondo è tutt’altro che giocoso. Anzi. Nel cortile sul quale affacciano tutte le case, tra i bambini che giocano a pallone con la maglia del Napoli e l’immancabile 10 sulla schiena, a omaggiare il campione indiscusso Maradona, si vive tra sopraffazioni, bassezze e ineluttabilità. Solo una madre, o meglio una ragazza madre, tenta di sottrarre a questo mondo infame sua figlia. A interpretare la ragazza, Dominique Donnarumma. Suona il piano, o meglio la pianola. Scruta il cortile dalla finestra, sguardi affacciati su quello che è tutto il suo mondo. Subisce il bullismo – si direbbe oggi – delle altre adolescenti della comunità, tutte trucco e minigonne. A sconvolgere la tranquillità da malavita delle casupole, retta dal boss da cortile interpretato da Lello Arena, arriva un latitante. Ha appena ucciso in un agguato un politico legato alla realizzazione dello scellerato asse mediano. Ed è così che il cupo affresco di un cortile proletario muta in un giallo nel quale i protagonisti diventano la ragazza pianista e un quattordicenne già instradato dal padre al mondo della malavita. Il covo del latitante, ben interpretato da Alessandro De Matteo, protetto dal boss agli occhi degli spettatori, potrebbe diventare un luogo di grande crudeltà. La tensione sale ogni qualvolta il ragazzo va da lui a portare un pasto. Ma gli eventi precipitano. A fare da sfondo, il mondo altro fuori dal cortile, che si concretizza con l’eco della partita che portò allo scudetto il Napoli di Maradona. Tutto il giorno prima dell’annunciato sgombero.

Tensione costante

Piano piano, Massimiliano Caiazzo e Dominique Donnarumma in una sequenza
Piano piano, Massimiliano Caiazzo e Dominique Donnarumma in una sequenza del film

La tensione che Piano piano diffonde è alta. Lo si guarda con sofferenza. Tanta crudeltà. Nessuna considerazione per il mondo dei minori che invece diventano strumenti per la malvagità dei grandi, costretti a diventare adulti troppo presto e molto male. Ed è in questa verità che il film convince, rilevandosi un crudo affresco di un tempo, uno spaccato di un territorio, un ricordo di ciò che è stato e che è in qualche sperduto cortile, disperso chissadove. Bravi tutti gli interpreti, dalla giovanissima Dominique all’anziano Arena. Massimiliano Caiazzo, volto della fortunata serie Mare fuori, incarna in modo efficace la trasformazione nel drammatico passaggio del ragazzo che si fa uomo a colpi di prove da superare. Tra gli altri interpreti: il promettente Giuseppe Pirozzi, Antonia Truppo che ha ispirato la storia, Giovanni Esposito.Il tutto nasce da ricordi veri, e la narrazione trova conferma nelle pagine di cronaca nera, specie di allora.

Gli altri anni Ottanta

Piano piano, Antonio De Matteo e Giuseppe Pirozzi in una scena
Piano piano, Antonio De Matteo e Giuseppe Pirozzi in una scena del film

Molto precisa e puntuale la ricostruzione di un’epoca, gli anni Ottanta: non quelli degli yuppie, però, ma quelli delle periferie tra droga dilagante, scippi e violenza gratuita. Un tuffo all’indietro, quasi un incubo, dove si ritrovano i giochi di un tempo come il mitico Dolceforno, i giubbotti tutti spalline, i capelli cotonati. Prosatore, in conferenza stampa, non ha nascosto la soddisfazione per come il film, nelle sale dal 16 marzo, è stato accolto. Lo hanno spalleggiato i produttori di Briciolafilm e Rai Cinema, e la macchina della distribuzione di I Wonder Pictures. Senz’altro un lavoro fuori dagli schemi. A fare da corollario, anche una colonna sonora originale firmata da Francesco Cerasi, con brani che sembrano provenire dagli anni ’80 dal punto di vista della scrittura, ma con sonorità che possano comunicare un’inquietudine romantica, anche oggi. Proiettato in anteprima in Piazza Grande alla 75esima edizione del Locarno Film Festival, Piano piano ha poi ottenuto il Premio Gianni Volpi per il miglior lungometraggio d’esordio italiano del 2022 al Sottodiciotto Film Festival & Campus, e la menzione della critica SNCCI al Corto Dorico Film Fest 2022.

Piano piano, la locandina del film
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Scheda

Titolo originale: Piano piano
Regia: Nicola Prosatore
Paese/anno: Italia / 2022
Durata: 84’
Genere: Drammatico
Cast: Giovanni Esposito, Antonia Truppo, Antonio De Matteo, Giuseppe Pirozzi, Lello Arena, Dominique Donnarumma, Massimiliano Caiazzo
Sceneggiatura: Davide Serino, Francesco Agostini, Nicola Prosatore, Antonia Truppo
Fotografia: Edoardo Carlo Bolli
Montaggio: Marco Signoretti
Musiche: Soheil Bostani
Produttore: Nicola Prosatore, Antonia Truppo, Dario Formisano
Casa di Produzione: Eskimo, Briciola.tv, Rai Cinema, Soul Movie
Distribuzione: I Wonder Pictures

Data di uscita: 16/03/2023

Trailer

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Giornalista professionista, laureata in Scienze Politiche. Ha collaborato con Ansa e Il Tempo, passando poi alla collaborazione fissa con Il Messaggero. Ha scritto per L’Espresso, D La Repubblica delle Donne, Avvenimenti. Per le edizioni Media&Books ha pubblicato, con il luogotenente Francesco Leonardis, il libro Laureato in onestà (2017). Ha diretto il mensile ambientalista La Voce del Lago. Gestisce il sito www.ecolagodibracciano.it e dirige il mensile Gente di Bracciano. È presidente dal 1992 dell’Associazione Culturale Sabate - Museo Storico della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare “Augusto Montori” a Anguillara e, dal 2017, del Comitato Difesa Bacino Lacuale Bracciano-Martignano.

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