EDUCAZIONE FISICA

EDUCAZIONE FISICA

Se pensiamo all’ormai celebre Carnage di Roman Polanski, vediamo come solo quattro (grandi) attori siano riusciti a dar vita a un tanto spietato quanto ironico spaccato sui complicati rapporti genitori-figli e, più in generale, sul mondo altoborghese e sulla società in cui viviamo. Educazione fisica di Stefano Cipani tenta, a suo modo, di portare avanti la stessa operazione. Eppure, in questo caso, le cose cambiano. Cambiano parecchio.

La banalità del male

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Da ormai diversi anni, i fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo si sono ufficialmente affermati sul panorama cinematografico nazionale e internazionale. Ma se, dopo un buon esordio nel 2018 con La terra dell’abbastanza, hanno diviso pubblico e critica con Favolacce (2020), si sono poi “fatti prendere eccessivamente la mano”, nel 2021, con America Latina. A ogni modo, grandi aspettative ha sollevato l’uscita in sala di Educazione fisica, da loro sceneggiato, nonché secondo lungometraggio di Stefano Cipani, tratto dall’opera teatrale La palestra di Giorgio Scianna. Un film indubbiamente complicato da gestire, il quale tuttavia, forte di un cast robusto, ce l’ha messa davvero tutta per arrivare al pubblico con tutta la sua potenza. Sarà riuscito nel suo intento? Andiamo per gradi.

Emulando Roman

Educazione fisica, Raffaella Rea, Sergio Rubini e Angela Finocchiaro in una scena
Educazione fisica, Raffaella Rea, Sergio Rubini e Angela Finocchiaro in una scena del film

Non è facile ambientare un intero lungometraggio all’interno di un unico locale. Non è facile a meno che non si abbia innanzitutto una sceneggiatura di ferro. Lo sa bene il grande Roman Polanski, che di ambientazioni claustrofobiche ha fatto il suo marchio di fabbrica. Eppure, nonostante tutto, i film da lui realizzati sono ognuno a proprio modo memorabili. Se pensiamo infatti a Carnage (2011), per esempio, vediamo come solo quattro (grandi) attori siano riusciti a dar vita a un tanto spietato quanto ironico spaccato sui complicati rapporti genitori-figli e, più in generale, sul mondo altoborghese e sulla società in cui viviamo. Educazione fisica, a suo modo, tenta di portare avanti la stessa operazione. Eppure, in questo caso, le cose cambiano. Cambiano parecchio.

Il trionfo del male

Educazione fisica, una sequenza
Educazione fisica, una sequenza del film

Stefano Cipani ha indubbiamente dimostrato una buona gestione degli spazi e dei tempi, sapendo ogni volta su cosa puntare la sua macchina da presa. Il suo talento, d’altronde, ci era già stato dimostrato con Mio fratello rincorre i dinosauri (2019), il suo apprezzato lungometraggio d’esordio. Il problema principale di questo Educazione fisica, tuttavia, sta proprio nella sceneggiatura. Una sceneggiatura cupa, in cui non è prevista alcuna possibilità di redenzione, in cui il male trionfa inevitabilmente sul bene e in cui chi sta dalla parte della ragione viene crudelmente marginalizzato, fino a essere a sua volta accusato di crimini che non esistono.

Ribaltamenti

Educazione fisica, Angela Finocchiaro, Raffaella Rea, Sergio Rubini e Claudio Santamaria in una scena
Educazione fisica, Angela Finocchiaro, Raffaella Rea, Sergio Rubini e Claudio Santamaria in una scena del film

In questo caso, dunque, gli attori sono cinque: un imprenditore fedifrago (impersonato da uno straordinario Claudio Santamaria), una donna divorziata (Raffaella Rea), una coppia di mezza età (Sergio Rubini e Angela Finocchiaro) e la preside di una scuola (Giovanna Mezzogiorno). Quest’ultima ha convocato i quattro nella palestra della suddetta scuola, in quanto i loro figli (che nel frattempo si trovano in cortile a giocare a basket) sono stati accusati da una loro compagna di classe di averla violentata a turno. Ognuno dei genitori, tuttavia, è incredulo di fronte alla notizia, e anche dopo aver visto il video dello stupro – all’insaputa della preside – sul cellulare di uno dei ragazzi, farà di tutto per difendere i giovani; una difesa che arriverà a inventare le spiegazioni più assurde e ad accusare, a propria volta, addirittura la preside di colpe immaginarie.

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Quando la situazione sfugge di mano

Educazione fisica, Giovanna Mezzogiorno in una scena
Educazione fisica, Giovanna Mezzogiorno in una scena del film

Pur presentando un buon crescendo di emozioni e di tensione, dunque, Educazione fisica prende immediatamente il via con una serie di dialoghi e scuse al limite del banale, che giocano principalmente con una serie di cliché perdendo progressivamente di credibilità. La rabbia sembra talvolta sfociare nella più cieca follia, in Educazione fisica. E qui si vede la mano dei D’Innocenzo e il modo in cui, ogni volta, fanno perdere di lucidità i loro protagonisti (che in questo caso, al fine di somigliare a dei “mostri” subiscono anche piccole trasformazioni fisiche, tra trucco che cola e tic involontari), mostrandoci una realtà malata, torbida, da cui sembra praticamente impossibile uscire “puliti”. Che ne sarà di loro dopo il cosiddetto climax? E qui, purtroppo, lo script si fa ancora più debole, arrampicandosi letteralmente sugli specchi e suscitando nello spettatore anche qualche risatina involontaria. A volte, dunque, neanche una regia complessivamente pulita e un ottimo cast possono salvare un intero lungometraggio. Di Roman Polanski, si sa, non ce n’è molti.

Educazione fisica, la locandina del film

Scheda

Titolo originale: Educazione fisica
Regia: Stefano Cipani
Paese/anno: Italia, Polonia / 2022
Durata: 88’
Genere: Drammatico
Cast: Sergio Rubini, Claudio Santamaria, Angela Finocchiaro, Giovanna Mezzogiorno, Raffaella Rea
Sceneggiatura: Fabio D'Innocenzo, Damiano D'Innocenzo
Fotografia: Fabio Cianchetti
Montaggio: Jacopo Quadri
Musiche: Mario Fanizzi
Produttore: Arturo Paglia, Alessandro Leone, Isabella Cocuzza
Casa di Produzione: Istituto Luce, Rai Cinema, Paco Cinematografica, Agresywna Banda
Distribuzione: 01 Distribution

Data di uscita: 16/03/2023

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Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

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