BONO & THE EDGE: A SORT OF HOMECOMING CON DAVE LETTERMAN

BONO & THE EDGE: A SORT OF HOMECOMING CON DAVE LETTERMAN

Distribuito da Disney+ in contemporanea con l’uscita dell’album Songs of Surrender, Bono & The Edge: A Sort of Homecoming con Dave Letterman è la cronaca dell’incontro tra i due membri della storica band irlandese e il noto conduttore televisivo americano: in parte film-concerto, in parte ricostruzione della storia degli U2, in (piccola) parte ritratto intimo dei due musicisti, il documentario di Morgan Neville rischia di scontentare un po’ tutti, ma mantiene (anche per il non fan) diversi motivi di interesse.

Una specie di (problematico) ritorno a casa

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Chi scrive deve ammettere di essersi approcciato con un certo scetticismo – venato da una certa quantità di noia, di quella che porta a dire “facciamolo, visto che è proprio necessario” – a questo Bono & The Edge: A Sort of Homecoming con Dave Letterman, documentario che ricostruisce l’incontro, a Dublino, tra i due membri dello storico gruppo irlandese degli U2 e l’anchorman americano. Questo, principalmente a causa del personale allontanamento (sempre di chi scrive) dalla musica della band, che nell’ultimo ventennio è sembrata essersi gradualmente scostata dai sentieri battuti agli esordi, parallelamente al fare sempre più autoreferenziale e da guru del suo leader. Questa, sia ben chiaro, resta una considerazione personale che non deve offendere nessuno, che mantiene ovviamente il (nullo) valore critico che ha: semplicemente, il punto di vista di un ex fan che ormai, nel 2023, si approccia in modo neutro – ma con un pizzico di inevitabile malinconia – a operazioni come quella compiuta da questo documentario. La prima sorpresa positiva della visione, quindi, è stata il trovare nel film una forte componente di racconto delle origini degli U2, parallelamente a cenni di disamina dell’influenza che la musica stessa della band ha avuto sulla cultura irlandese tutta. Componenti senz’altro un po’ sacrificate, in un documentario di 84 minuti che per forza di cose deve dare ampio spazio alla musica; componenti che tuttavia restano indubbiamente presenti e importanti nella sua valutazione. Ma vediamo di andare per gradi.

Un equilibrio impossibile?

Bono & The Edge: A Sort of Homecoming con Dave Letterman, una sequenza con Letterman
Bono & The Edge: A Sort of Homecoming con Dave Letterman, una sequenza con Letterman

Bono & The Edge: A Sort of Homecoming con Dave Letterman è una cronaca del viaggio a Dublino dello stesso Letterman (che lui stesso ammette essere stata la sua prima esperienza nella capitale irlandese), invitato dai due membri della band a parlare del nuovo progetto discografico – in uscita in contemporanea al documentario – ovvero l’album Songs of Surrender: il film, tutto raccontato dal punto di vista del conduttore televisivo, risulta così in parte la cronaca dell’avventura dello spaesato e divertito Letterman, tra passeggiate, serate canterine al pub e chiacchiere varie coi due ospiti e con amici vecchi e nuovi (tra questi, il cantautore Glen Hansard e l’attivista per i diritti LGBTQIA+ Panti Bliss); in parte un film-concerto, con le riprese dell’esibizione dal vivo dei due musicisti all’Ambassador Theatre, dove hanno suonato le versioni acustiche dei brani che poi sarebbero andati a comporre l’album. Il documentario, diretto dal regista premio Oscar Morgan Neville, cerca così un impossibile equilibrio tra la necessaria componente musicale, lo sguardo all’indietro sulle origini del gruppo (tra pubblico e privato), e il “diario di viaggio” dello stesso Letterman, certamente presenza di peso, nel racconto, almeno quanto quella degli stessi Bono e The Edge. È proprio qui, probabilmente, che la nostra ottica divergerà da quella che possiamo immaginare essere propria dell’attuale fan degli U2: quest’ultimo, con ogni probabilità, avrebbe preferito una maggior presenza nel documentario della musica, in particolare delle nuove versioni dei pezzi; a noi, invece, sarebbe piaciuto un maggior approfondimento della componente storica e (perché no) di quella più privata dei due musicisti. Accontentare entrambe le esigenze sarebbe stato possibile probabilmente solo con una durata maggiore.

Testimonianze di una rivoluzione silenziosa

Bono & The Edge: A Sort of Homecoming con Dave Letterman, un'immagine
Bono & The Edge: A Sort of Homecoming con Dave Letterman, un’immagine del documentario

Quello che intendiamo dire è che questo Bono & The Edge: A Sort of Homecoming con Dave Letterman è un prodotto pensato per accontentare diverse tipologie di pubblico, che probabilmente e paradossalmente (come succede con molte operazioni di questo tipo) finirà per scontentarle tutte. Ma questo “fallimento” viene raggiunto con stile e con diversi spunti interessanti, e questo è sicuramente un punto a favore del documentario di Morgan Neville: la presenza di Letterman è una gradevole guida, per lo spettatore, tra passato e presente, tra la scoperta di una città che, nell’apparente immobilismo che la caratterizza, ha in realtà cambiato faccia più volte, e l’esplorazione della storia di una rock band che ha avuto un’influenza fondamentale non solo sulla scena musicale irlandese dell’ultimo quarantennio, ma sul costume e sulla cultura tutta dell’isola verde. Proprio a quest’ultimo proposito, risulta fondamentale la testimonianza di Hansard – amico storico della band – che spiega come l’immobilismo della cultura irlandese degli anni ‘80, l’influenza pervasiva del cattolicesimo, e la sostanziale impermeabilità dell’isola alla scossa del punk, siano stati modificati più nel profondo proprio dall’approccio al rock della band, così innovativo e allo stesso tempo così poco di rottura, capace di parlare di spiritualità, fede e politica da un punto di vista certamente nuovo e stimolante. Una testimonianza che viene completata anche da quella di Panti Bliss, la cui strada si è incrociata tardi con quella degli U2 (“all’inizio li odiavo, perché pensavo incarnassero lo stereotipo della rockstar straight”, ammette candidamente l’attivista) restando comunque testimone di una trasformazione della cultura – nel segno dei diritti e della laicizzazione – semplicemente impensabile negli anni ‘80 e ‘90.

Ciò che c’è e ciò che poteva (maggiormente) esserci

Bono & The Edge: A Sort of Homecoming con Dave Letterman, una scena
Bono & The Edge: A Sort of Homecoming con Dave Letterman, una scena del documentario

In tutto ciò, come accennavamo, c’è ovviamente ampio spazio per la musica (sulle nuove versioni dei pezzi storici, e in particolare sulle modifiche al testo di Sunday Bloody Sunday, ci teniamo le nostre riserve) e anche per frammenti di privato dei due musicisti: in particolare, la descrizione di un’amicizia che, a loro dire, è stato il vero collante che ha permesso di tenere uniti gli U2 così a lungo, le istanze personali che portarono alla formazione del gruppo (tra cui l’interessante associazione a un gruppo cristiano che, a fine anni ‘70, cercava un modello di spiritualità lontano da quello di stretta osservanza cattolica), i divertenti aneddoti sui soprannomi dati a ogni membro della band; e, più in generale, uno sguardo intimo che, per una volta, riporta sulla terra e a una dimensione umana due personaggi – e in particolare il frontman – che negli ultimi anni sembravano aver ceduto al peso dell’icona. Una scelta che, di quel privato, non cancella le tensioni, in particolare quelle legate all’attivismo di Bono (e ad alcune scelte osteggiate dagli altri membri del gruppo, come l’incontro col senatore repubblicano Jesse Helms) facendo comprendere quanto la dimensione pubblica della vita di una band così in vista (e così impegnata nel sociale) sia in realtà interconnessa con quella privata. Proprio questa interconnessione avremmo voluto vedere più presente, in Bono & The Edge: A Sort of Homecoming, al di là di esecuzioni di brani che possono piacere o meno (si resta qui nell’ambito del gusto personale) e delle divertenti peripezie di Letterman, il “Forty Foot Man”, come Bono e The Edge affettuosamente lo soprannominano. L’origine del soprannome la lasciamo scoprire ai lettori/spettatori, come parte di un approccio simpatico e (auto)ironico, da parte del narratore, che resta senz’altro un altro punto a favore importante di questo documentario.

Bono & The Edge: A Sort of Homecoming con Dave Letterman, la locandina
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Scheda

Titolo originale: Bono & The Edge: A Sort of Homecoming with Dave Letterman
Regia: Morgan Neville
Paese/anno: Stati Uniti / 2023
Durata: 84’
Genere: Documentario, Musicale
Cast: Bono, Anton Corbijn, David Letterman, Glen Hansard, Jimmy Iovine, Rory O'Neill, The Edge
Fotografia: Nicola Marsh, Graham Willoughby
Montaggio: Mark Harrison, Alan Lowe, Oscar Vazquez, Jason Zeldes
Produttore: Séamus Murphy-Mitchell, Mary McCarthy, Morgan Neville, Chloe Simmons
Casa di Produzione: Imagine Documentaries, Worldwide Pants, Tremolo Productions
Distribuzione: Disney+

Data di uscita: 17/03/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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