JOHN WICK 4

JOHN WICK 4

Arrivato a quattro anni dal precedente capitolo, John Wick 4 conferma gli alti valori produttivi della saga con Keanu Reeves, oltre ai suoi marchi di fabbrica: l’azione è generosa, le coreografie degli scontri (a fuoco, con la spada, a mani nude e quant’altro) catturano l’occhio, le scenografie sono accattivanti. Tuttavia, l’autoironia si è in parte persa, e a soffrirne è in particolare il carattere pulp con cui la saga si era inizialmente presentata.

John Wick Strikes Back?

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Sono passati ormai quattro anni, dall’uscita dell’ultimo capitolo di una delle saghe action per eccellenza dell’ultimo decennio, quella di John Wick. Un tempo che è stato aumentato dalla pandemia intervenuta nel frattempo, nonché dal protrarsi dell’emergenza sanitaria (il film sarebbe dovuto uscire nella primavera del 2022); una “pausa” che ha contribuito ad aumentare l’hype per il ritorno di Keanu Reeves nei panni del suo sicario, almeno presso il folto fandom che il personaggio, nel frattempo, si è conquistato. D’altronde, se si pensa al look sfoggiato dallo stesso Reeves in Matrix Resurrections, si può avere un’idea di quanto il personaggio si sia identificato con la fase attuale della carriera dell’interprete, ben oltre il più celebrato Neo. Così, per i fans hardoiled dell’ex “Baba Yaga del crimine”, l’attesa è infine terminata: John Wick 4 – diretto come i suoi predecessori da Chad Stahelski – è infine arrivato nelle nostre sale, con una confezione che mantiene le sue promesse quanto a moltiplicazione degli ingredienti base del franchise (azione, duelli, body count, location in cui la storia si svolge). Una moltiplicazione che coinvolge qui anche la durata, portata fino a 169 minuti, per quello che è al momento il capitolo più lungo dell’intera saga. Un minutaggio che invero va anche oltre quello che è lo standard (già dilatato) del medio blockbuster d’azione moderno.

Gli elementi essenziali

John Wick 4, Donnie Yen in una sequenza del film
John Wick 4, Donnie Yen in una sequenza del film di Chad Stahelski

Anticipiamo il meno possibile, sul plot di John Wick 4, e non perché questo sia particolarmente complesso o ricco di twist, ma proprio per la ragione opposta: un po’ come accadeva nel terzo capitolo – quello in cui, a nostro avviso, la saga iniziava a dare segni di cedimento – il plot resta qui poco più di un esile collante, un filo non sempre solido atto a collegare e giustificare la sequela di coreografici scontri a fuoco (e a mani nude, con spada, e quant’altro) di cui il film si compone. Ci sembra quindi opportuno, vista la scarsità di sorprese che la trama riserva, evitare almeno di anticipare quelle poche presenti. In ogni caso, il film si apre laddove si era chiuso il precedente: Wick è sopravvissuto al tentativo di assassinio da parte dell’ex amico Winston Scott, ora alle dipendenze della Gran Tavola, che lo aveva fatto precipitare dal tetto dell’Hotel Continental; ammaccato ma vivo, il sicario è ancora braccato, in particolare dal Marchese Vincent de Gramont, tra i più potenti membri della Tavola. Questi sguinzaglia sulle sue tracce un altro suo ex amico, il pistolero cieco Caine, che si era da tempo ritirato dal mondo del crimine; ma Wick ha studiato un modo per far cessare definitivamente la sua persecuzione da parte della corporazione criminale, seguendo una sua stessa, antica usanza. Un’usanza che renderà inevitabile lo scontro con lo stesso Gramont.

Un’ipertrofia che nuoce all’ironia

John Wick 4, Keanu Reeves in una sequenza d'azione del fil
John Wick 4, Keanu Reeves in una sequenza d’azione del film di Chad Stahelski

Come si diceva in apertura, tutto in John Wick 4 è all’insegna della moltiplicazione: una moltiplicazione che da un lato – in riferimento alle location – conferisce al film un mood vagamente bondiano (si spazia dal deserto del Marocco a Parigi, Osaka e Berlino, passando ovviamente per New York); dall’altro accentua il carattere fumettistico – e qui, per larghi tratti, videogiochistico – dell’intera operazione. Eppure, paradossalmente, è la componente pulp che aveva finora caratterizzato la saga (quella più esplicitamente smitizzante, che tendeva a collocare l’universo di John Wick in una dimensione a sé, con regole proprie) a soffrire maggiormente dell’ipertrofia che questo episodio presenta. Certi elementi che avevano fatto la fortuna del primo episodio, rendendolo un divertissment consapevole e capace di far sospendere l’incredulità, qui passano definitivamente sullo sfondo: l’hotel con i killer rivali a cui è esplicitamente vietato combattere, le quotazioni sulle probabilità di vita o di morte di questo o quel bersaglio, le comunicazione diramate via Commodore 64. Tutto questo, qui, è molto meno presente (così come accadeva nel precedente John Wick 3 – Parabellum, e forse ancora di più), un po’ perché col tempo certe componenti diventano quasi scontate, un po’ perché la sceneggiatura ha voluto “asciugare” ulteriormente le parentesi più strettamente narrative. Il risultato è che questo episodio, più dei precedenti, sembra prendersi fin troppo sul serio: e questo, in una saga nata con le premesse di quella di John Wick, non è un bene.

La messa in scena e gli interpreti

John Wick 4, Bill Skarsgård in una scena del film
John Wick 4, Bill Skarsgård in una scena del film di Chad Stahelski

I valori produttivi di John Wick 4 restano, comunque, piuttosto elevati, e questo è del tutto evidente nella confezione del film: alla quasi integrale ambientazione notturna, e a una fotografia vagamente refniana (che accentua la tendenza all’uso di tonalità accese e iperrealistiche, con neon presenti praticamente ovunque) si accompagnano le algide scenografie postmoderne degli interni, il generale look tra il distopico e il neo-noir, l’impianto visivo quasi astratto. Il tutto, a fare da sfondo a una gestione dell’azione che resta invece assolutamente fisica, favorita anche dall’ottima prestanza degli interpreti: a un Reeves ormai avvezzo alle richieste della saga si aggiunge/contrappone un ottimo Donnie Yen, che omaggia esplicitamente lo spadaccino cieco di Zatoichi, un altrettanto efficace Hiroyuki Sanada, e un curioso – e invero un po’ incerto nella definizione – cacciatore di taglie con cane a seguito, interpretato da Shamier Anderson. Il villain principale, il marchese col volto di Bill Skarsgård, è disegnato come un cattivo da fumetto con la giusta monodimensionalità, che l’attore riesce a far accettare allo spettatore con la sua indubbia classe.

Cattura indubbiamente l’occhio, John Wick 4, si giova di una regia vigorosa e abbastanza pulita, ancora una volta debitrice all’action di Hong Kong del tempo che fu; ma la sua ipertrofia finisce per rendere, paradossalmente, ancor più evidente l’esilità della sua costruzione narrativa, per un personaggio che al quarto episodio ha in parte perso quel carisma – così ben mescolato alla natura pulp dell’intera operazione – che lo caratterizzava agli inizi. Il fantasma della ripetitività (non solo quella orizzontale della saga, ma anche quella interna a quest’ultimo episodio) è pericolosamente vicino. Ma ai fans più fedeli, probabilmente, basterà e avanzerà.

John Wick 4, la locandina italiana del film
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Scheda

Titolo originale: John Wick: Chapter 4
Regia: Chad Stahelski
Paese/anno: Stati Uniti / 2023
Durata: 169’
Genere: Azione, Poliziesco, Thriller
Cast: Lance Reddick, Laurence Fishburne, Hiroyuki Sanada, Bill Skarsgård, Keanu Reeves, Donnie Yen, Ian McShane, Shamier Anderson, Scott Adkins, Clancy Brown, Marko Zaror, Robert Bess, Aimée Kwan, Brahim Chab, George Georgiou, Jackey Mishra, Mako San, Natalia Tena, Rina Sawayama, Selman Iyi, Vhelma Richardson
Sceneggiatura: Shay Hatten, Michael Finch
Fotografia: Dan Laustsen
Montaggio: Nathan Orloff
Musiche: Tyler Bates, Joel J. Richard
Produttore: Henning Molfenter, Chad Stahelski, Charlie Woebcken, Basil Iwanyk, Erica Lee, Christoph Fisser
Casa di Produzione: 87Eleven Entertainment, Summit Entertainment, Thunder Road Pictures, LionsGate
Distribuzione: 01 Distribution

Data di uscita: 23/03/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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