STRANIZZA D’AMURI

STRANIZZA D’AMURI

Film d’esordio di Beppe Fiorello, Stranizza d’amuri adatta liberamente per lo schermo la vicenda di un delitto di matrice omofoba, nella Sicilia dei primi anni ‘80. La regia è timida, e nel film non mancano le lungaggini, ma va riconosciuta l’onestà (intellettuale e d’intenti) dell’intera operazione.

La “stranezza” (il)legittima

Pubblicità

Non è un lavoro che vada trattato con sufficienza, questo Stranizza d’amuri, esordio dietro la macchina da presa, dopo una lunga carriera da attore e sceneggiatore, per Beppe Fiorello: e ciò non solo per l’indubbia importanza del tema trattato (un delitto impunito, di matrice omofoba, nella Sicilia di provincia dei primi anni ‘80) o per la relativa vicinanza temporale degli eventi (un quarantennio, laddove ad alcuni spettatori – specie a quelli più giovani – potrebbe sembrare almeno il doppio). Il film diretto dal Fiorello jr., infatti, ha innanzitutto l’indubbio merito di offrire un ritratto intimo, equilibrato e – per certi versi – convincente, di un rapporto a cui non solo viene negato il diritto di esistere, ma persino quello a essere nominato – finanche allo scopo di stigmatizzarlo. Non è un caso che le parole “gay” o “omosessualità” non vengano pronunciate nemmeno una volta, nel film di Fiorello, e che il disprezzo del paese per i due giovani protagonisti si accompagni a un rifiuto – da parte di tutto il corpo sociale – di riconoscere esplicitamente la natura del rapporto che li lega. Un amore assimilato a un tumore, quasi chiamato “brutto male” come quest’ultimo, da estirpare evitando però di nominarlo, quasi che solo ammetterne implicitamente l’esistenza possa contagiarti. Con tutte le conseguenze del caso.

Era l’anno dei Mondiali…

Stranizza d'amuri, Gabriele Pizzurro e Giuseppe Spata in una scena del film
Stranizza d’amuri, Gabriele Pizzurro e Giuseppe Spata in una scena del film di Beppe Fiorello

Stranizza d’amuri adatta liberamente la vicenda di Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola, due giovani che furono uccisi a Giarre, in provincia di Catania, in un delitto dalla chiara matrice omofoba, di cui tuttavia non fu mai individuato il colpevole. Nel film, i due protagonisti diventano rispettivamente Gianni e Nino (interpretati rispettivamente da Samuele Segreto e Gabriele Pizzurro), mentre l’ambientazione temporale viene spostata dal 1980 al 1982, in corrispondenza di quei Mondiali di calcio che videro trionfare la Nazionale italiana. Nel plot, Gianni è un diciassettenne solitario, già finito in riformatorio per le sue inclinazioni omosessuali, che lavora nell’officina del patrigno ed è oggetto dello scherno dei suoi coetanei che affollano il bar dirimpetto; Nino è invece un sedicenne figlio del pirotecnico locale che procura i fuochi d’artificio per le feste di paese, e vive in una famiglia allargata e apparentemente felice. Quando i due si incontrano casualmente, la simpatia è immediata, e Gianni viene accolto quasi subito nella famiglia dell’amico, arrivando anche a essere assunto nel cantiere di proprietà di suo zio. Ma, quando i sentimenti tra i due si fanno espliciti, una successione di eventi finirà per coinvolgerli sempre più a fondo, fino a un tragico epilogo.

Controcorrente

Stranizza d'amuri, Samuele Segreto e Gabriele Pizzurro in un'immagine del film
Stranizza d’amuri, Samuele Segreto e Gabriele Pizzurro in un’immagine del film di Beppe Fiorello

Stranizza d’amuri – titolo che cita l’omonimo brano di Franco Battiato, presente nel film insieme a tante altre canzoni d’epoca – è un esordio che presenta diverse debolezze strutturali, in primis un ritmo eccessivamente dilatato e una regia timida e poco personale. Il neoregista si affida ad alcuni topoi del mainstream italiano più recente (la provincia assolata, l’ambientazione estiva, le riprese a filo d’acqua durante il bagno al mare, la corsa in auto con canzone cantata a squarciagola) lasciando fare per il resto a due protagonisti che ci sono sembrati da rivedere (specie un Gabriele Pizzurro, nel ruolo di Nino, dall’espressività un po’ statica). Tutta la prima parte del film si dilunga obiettivamente troppo sulla realtà familiare di Nino e sulle peripezie lavorative di Gianni, senza aggiungere molto alla definizione dei personaggi e alla resa dei rispettivi ambienti familiari e sociali. Nonostante le incertezze e gli inciampi, tuttavia, il film di Fiorello presenta alcuni buoni momenti – la sequenza del primo, “traumatico” incontro tra i due ragazzi, la forte scena del pestaggio (con tanto di straniante commento musicale), il lungo finale; e lo fa mostrando inoltre l’ottima intuizione di porre la vicenda sullo sfondo della vittoria ai Mondiali: una gioia collettiva, per i due protagonisti, fa da sfondo al dolore di un sentimento costretto a nascondersi, persino a essere esplicitamente negato da chi lo vive. Un contrasto ben riassunto da una delle ultime sequenze, coi festeggiamenti sullo sfondo e i due ragazzi che plasticamente si muovono in direzione opposta a quella della folla.

Le scorie ancora presenti

Stranizza d'amuri, Gabriele Pizzurro e Antonio De Matteo in una scena del film
Stranizza d’amuri, Gabriele Pizzurro e Antonio De Matteo in una scena del film di Beppe Fiorello

Non si può negare la sostanziale onestà di un lavoro come Stranizza d’amuri, né la sincerità degli intenti che hanno mosso Beppe Fiorello e i co-sceneggiatori Andrea Cedrola e Carlo Salsa: la ricostruzione della provincia siciliana dei primi anni ‘80 – estesa tra i campi aperti e la spiaggia che accolgono, e abbracciano, i due ragazzi, e la soffocante realtà delle strade cittadine che li ripudiano – è certamente valida e puntuale; così come attenta e credibile è la definizione sia dei due personaggi principali che di quelli di contorno (tra cui spiccano le rispettive madri, coi volti di Simona Malato e Fabrizia Sacchi, e il problematico padre di Nino, interpretato da Antonio De Matteo). Una maggiore asciuttezza del racconto – i 130 minuti di durata sono decisamente troppi – e una più attenta selezione degli eventi da portare sullo schermo, insieme a una cura maggiore del ritmo, avrebbero certamente giovato ulteriormente a questo esordio di Beppe Fiorello; un esordio che invece vive principalmente della forza della sua istanza di partenza (la resa, al cinema, di un dramma troppo presto finito nel dimenticatoio) oltre che di quella di singole, riuscite sequenze. Comunque, abbastanza per dare almeno una possibilità al film di Fiorello, che rivedremo volentieri al lavoro laddove vorrà cimentarsi ancora in progetti altrettanto personali; e magari per ripeterci quanto in realtà le scorie di quel passato, e delle tragedie che questo ha portato con sé, siano ancora fin troppo presenti nel corpo della società contemporanea.

Stranizza d'amuri, la locandina del film
Pubblicità

Scheda

Titolo originale: Stranizza d’amuri
Regia: Giuseppe Fiorello
Paese/anno: Italia / 2023
Durata: 130’
Genere: Drammatico
Cast: Anita Pomario, Antonio De Matteo, Giuditta Vasile, Simona Malato, Simone Raffaele Cordiano, Alessio Simonetti, Enrico Roccaforte, Fabrizia Sacchi, Gabriela Pizarro, Giuseppe Spata, Manuel Bono, Roberto Salemi, Samuele Segreto, Sebastiano Tinè
Sceneggiatura: Carlo Salsa, Andrea Cedrola, Giuseppe Fiorello
Fotografia: Ramiro Civita
Montaggio: Federica Forcesi
Musiche: Giovanni Caccamo, Leonardo Milani
Produttore: Riccardo Di Pasquale, Agostino Saccà, Eleonora Pratelli
Casa di Produzione: Ibla Film, Fenix Entertainment
Distribuzione: BiM Distribuzione

Data di uscita: 23/03/2023

Trailer

Dagli stessi registi o sceneggiatori

Pubblicità
Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.