AS BESTAS

AS BESTAS

In un villaggio montuoso della Galizia si consuma lo scontro tra raziocinio e irrazionalità, tra chi non ha nulla da perdere e chi invece ha dei sogni da coltivare, che devono fare i conti, e forse infrangersi, di fronte a un mondo bestiale. Rodrigo Sorogoyen dirige un ottimo thriller di ambientazione rurale, già presentato all’ultimo Festival di Cannes, e poi nella sezione Best Of della Festa del Cinema di Roma 2022.

Scortesie per gli ospiti

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In una breve scena di As Bestas, Antoine (Denis Menochet) si trova davanti a una pala eolica. L’immagine ce lo mostra piccolo in contemplazione e al cospetto di quella che sembra essere una divinità, ovvero la rappresentazione del dio denaro che scatena le ostilità tra lui e la moglie Olga (Marina Foïs) da una parte, e i vicini Xan (Luis Zahera) e Lorenzo (Diego Anido) dall’altra. O meglio: appare evidente fin dall’inizio del film quanto siano questi ultimi, in realtà, alla ricerca dello scontro. L’occasione è donare i terreni in cui installare le pale, che si rivela un’opportunità di guadagno molto ghiotta; chi non firma la concessione non è certo visto di buon occhio, specie se non è autoctono (Antoine e la moglie provengono infatti dalla Francia e coltivano i propri prodotti da vendere al mercato).

Una parabola universale

As bestas, Denis Menochet in una sequenza del film
As bestas, Denis Menochet in una sequenza del film di Rodrigo Sorogoyen

Inizia così un conflitto che si accresce nel corso della pellicola. L’odio e il disprezzo che i due fratelli provano per i coniugi francesi, perfettamente restituito dalle interpretazioni di Zahera e Anido, è qualcosa che molto probabilmente travalica il semplice discorso economico e sconfina nella xenofobia, o perlomeno nel confronto tra l’intellettualità e le barbarie. Sorogoyen, autore della sceneggiatura insieme a Isabel Pena come già per Il regno (2018) e Madre (2019), realizza un thriller intelligente e privo di qualsiasi retorica, lasciando che tutto scorra con sospensione di giudizio: ci mostra infatti un mondo in cui l’accanimento dei due fratelli verso la coppia sembra essere normale, e in cui nessuno si espone, neppure di fronte al conflitto in atto. Una situazione che appare senza dubbio paradossale, ma che permette allo spettatore di As Bestas di ragionare con la testa di chi vive la realtà di Xan e Lorenzo e che assume un valore universale. Non è detto che difendere il proprio territorio e le proprie convinzioni senza alcuna possibilità d’incontro con l’altro sia esclusivo solo di un villaggio montuoso della Galizia.

Apnea

As bestas, Marina Foïs in una scena del film
As bestas, Marina Foïs in una scena del film di Rodrigo Sorogoyen

Del resto, Antoine e Olga hanno imparato sia lo spagnolo che il galiziano pur di integrarsi con il posto, e ciò rimarca ancora di più la disparità di attitudine e apertura mentale e culturale. As Bestas è infatti recitato in tre lingue (anche in francese) rendendo imprescindibile la visione senza doppiaggio. La regia riesce a rendere teso e nervoso lo spettatore: gli incontri tra Antoine e i due fratelli sono fatti di sguardi, pedinamenti, ombre notturne che si stagliano dietro una finestra. I dialoghi centrali sono sottolineati da un’inquadratura fissa che instilla l’idea dell’evento prossimo, improvviso e imminente. La fotografia plumbea di Alex de Pablo ci mostra un paese spettrale in cui la vita, al di là del lavoro da svolgere, sembra consumarsi giocando a domino e bevendo orujo nel bar del villaggio.

Due film in uno

As bestas, un'immagine del film
As bestas, un’immagine del film di Rodrigo Sorogoyen

Nella seconda metà di As Bestas, la pellicola passa dall’avere un carattere prettamente maschile a un triangolo tutto al femminile i cui vertici sono rappresentati in primo luogo dalla moglie di Antoine, Olga (Marina Foïs, protagonista indiscussa di questa seconda parte), dalla loro figlia Marie e dalla madre dei due fratelli. La mascolinità si occupa degli aspetti pratici della vicenda, mentre quelli psicologici introversi sono affidati ai personaggi femminili, che risultano però più potenti. L’atteggiamento assunto da Olga, apparentemente passivo, esplode negli scontri con la figlia, e permette di avvertire una forza rispetto alla quale anche la minaccia rappresentata dai due fratelli risulta depotenziata. I tempi della pellicola sembrano dilatarsi per invitare lo spettatore ad avere la stessa pazienza di Olga nello svolgersi degli eventi. Un film fatto di speranza e di resilienza in alternativa alla fuga o alla rabbia per combattere la solitudine e le ingiustizie, e che stimola alla riflessione sulla validità di tutti i sentimenti. Lo stacco tra le due parti avviene in maniera troppo netta, ma è un’imperfezione su cui si può sorvolare e che di certo non mette il film in pericolo di non risultare tra i “Best of” di questo 2022.

As bestas, la locandina italiana del film
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Scheda

Titolo originale: As bestas
Regia: Rodrigo Sorogoyen
Paese/anno: Francia, Spagna / 2022
Durata: 137’
Genere: Thriller
Cast: Denis Ménochet, Luis Zahera, Marina Foïs, David Menéndez, Diego Anido, Emile Duthu, Federico Pérez Rey, Gonzalo García, Javier Varela, José Manuel Fernández y Blanco, Luisa Merelas, Machi Salgado, Marie Colomb, Pepo Suevos, Xavier Estévez
Sceneggiatura: Rodrigo Sorogoyen, Isabel Peña
Fotografia: Alejandro de Pablo
Montaggio: Alberto del Campo
Musiche: Olivier Arson
Produttore: Anne-Laure Labadie, Ángel Durández, Ibon Cormenzana, Eduardo Villanueva, Jean Labadie, Ignasi Estapé, Thomas Pibarot, Sandra Tapia, Nacho Lavilla, Rodrigo Sorogoyen
Casa di Produzione: SofiTVciné 9, Cronos Entertainment, Canal+, Arcadia Motion Pictures, Ciné+, Caballo Films, Le Pacte, Cofimage 33, La Banque Postale Image 15, Latido Films, Movistar+, Radio Televisión Española (RTVE)
Distribuzione: Movies Inspired

Data di uscita: 13/04/2023

Trailer

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Laureato in archeologia ma sempre con pericolose deviazioni cinematografiche, tali da farmi frequentare dei corsi di regia e sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ho partecipato per alcuni anni allo staff organizzativo dell’Irish Film Festival presso la Casa del Cinema. Da qua, il passo per dedicarmi a dei cortometraggi, alcuni dei quali per il concorso “Mamma Roma e i suoi quartieri”, è stato breve, condito anche dalla curatela di un incontro intitolato “La donna nel cinema giapponese”, focalizzato sul cinema di Mizoguchi, presso il cineclub Alphaville. Pur amando ovviamente il cinema nelle sue diverse sfaccettature, sono un appassionato di pellicole orientali, in particolare coreane, che credo occuperanno un posto rilevante nei futuri manuali di storia del cinema.

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