MAVKA E LA FORESTA INCANTATA

MAVKA E LA FORESTA INCANTATA

Rivolto principalmente ai più giovani, ma gradevole anche per un pubblico più vasto, Mavka e la foresta incantata è una favola ecologica che rilegge il folklore ucraino alla luce di un immaginario globalizzato, risultandone in un’opera fresca e coerente coi suoi intenti. Le finezze cromatiche ammaliano, ma l’anima della storia (semplice ma non semplicistica) resta limpida sotto la bella superficie.

Il canto della foresta

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Fa un certo effetto il fatto che proprio nei primi mesi del 2023, con un conflitto ancora in atto che (purtroppo) non accenna a vedere la fine, esca al cinema un film di produzione ucraina come Mavka e la foresta incantata. Fa effetto soprattutto perché è abbastanza evidente l’afflato pacifista (seppur filtrato attraverso il punto di vista locale, e tutto declinato nell’eterna dicotomia natura/cultura) del film d’animazione di Oleh Malamuzh e Oleksandra Ruban; un film che segna il secondo lavoro per lo studio d’animazione Animagrad, che già aveva prodotto il precedente La principessa incantata. Fa effetto, vedere oggi il film dei due registi, perché la rilettura così pura e genuinamente lineare (e se vogliamo ingenua), dell’opera in tre atti The Forest Song dell’autrice Lesja Ukraïnka – una rilettura così limpida nei suoi intenti pedagogici – appare insieme tanto salutare quanto, per molti versi, tragicamente fuori contesto. Paradossi di un’arte che qualche volta va in direzione contraria rispetto alla storia, riuscendo tuttavia a porsi come suo necessario controcanto, pur senza l’intento di cambiarla in nessun modo (ma questo, in fondo, nessun film può aspirare a farlo).

Lucas, Mavka e un’antica faida

Mavka e la foresta incantata, Mavka e il suo piccolo amico in una scena
Mavka e la foresta incantata, Mavka e il suo piccolo amico in una scena del film

Il plot di Mavka e la foresta incantata immagina una terra in cui convivono, divisi dall’antica Montagna Oscura, il reame del Villaggio e quello della Foresta: due domini ai cui rispettivi popoli è vietato sconfinare dall’altra parte, a causa di una faida che ha le sue radici in un passato non troppo lontano, e che ha già generato lutti e distruzione. Decenni prima, infatti, il proprietario della vecchia segheria era andato a implorare il Guardiano della Foresta per avere un aiuto per un familiare malato; poco dopo, tuttavia, il falegname era tornato con gli altri abitanti del Villaggio con lo scopo di disboscare e colonizzare la zona. Ora, l’ultima erede del vecchio proprietario, l’intraprendente Kylina, è decisa a chiudere i conti con gli spiriti della foresta, impossessandosi delle ricchezze del luogo; per far ciò offre un lavoro al giovane musicista Lucas, a sua volta bisognoso di denaro per curare su zio malato. Ma Lucas, una volta addentratosi nella zona incontaminata, si imbatte in Mavka, un bellissimo spirito della Foresta dalle sembianze femminili, che subito lo attrae. La simpatia tra i due giovani apre per la prima volta un canale di comunicazione tra i due popoli, ma le trame di Kylina rischiano di avvicinare un nuovo scontro. Nel frattempo, la Foresta si prepara a eleggere un nuovo guardiano…

Locale e globale

Mavka e la foresta incantata, un'affascinante immagine
Mavka e la foresta incantata, un’affascinante immagine del film

Ciò che colpisce prima di ogni altra cosa, nel film di Oleh Malamuzh e Oleksandra Ruban, è l’ottima cura visiva, che vede la fluidità dell’animazione digitale mescolarsi a un notevole dettaglio nel design dei personaggi, e a un senso di profondità che in un caso del genere (ed è davvero raro, nel 2023, rilevarlo) non avrebbe fatto sfigurare un eventuale uso del 3D. Un approccio che – introdotto dal prologo stilizzato e bidimensionale (com’è ormai d’uopo in molti film d’animazione contemporanei) – vuole trasportare lo spettatore in un universo altro, legato iconograficamente al folklore ucraino ma capace di adattarsi nei suoi elementi principali – in primis con gli animali antropomorfi e parlanti – al moderno immaginario globalizzato. Il dramma di Lesja Ukraïnka (figura centrale della cultura locale) viene infatti riletto in chiave di fiaba contemporanea e permeato di una morale chiara e forte, che mette (in gran parte) tra parentesi le potenziali zone d’ombra della trama – il potere distruttivo dei guardiani, le eventuali ragioni del villain – per presentare uno scontro tra bene e male posto su una cornice un po’ diversa da quella usuale. Una cornice che unisce un afflato ecologista ormai comune a molta animazione moderna, da oriente a occidente, a un immaginario animista, più che fantasy, certo insolito in un prodotto rivolto principalmente ai più giovani.

Semplicità e gusto visivo

Mavka e la foresta incantata, un'inquietante Banshee in una scena
Mavka e la foresta incantata, un’inquietante Banshee in una scena del film

L’impasto di Mavka e la foresta incantata, nella sua semplicità, funziona decisamente bene, anche al netto di quel senso di straniamento (comunque utile e salutare) di cui si diceva in apertura: quello che deriva dall’assistere a una storia edificante – che tuttavia ammonisce, esplicitamente, da un uso della forza capace di generare distruzione globale – prodotta in un contesto toccato da una tragedia come quella della guerra. La chiara ricerca dell’appeal internazionale del film porta a inserire da un lato un paio di sequenze cantate – tutto sommato un po’ superflue nell’economia narrativa – facendo il verso all’immaginario disneyiano; dall’altro a spingere su un ecologismo esplicito, e su un conflitto diretto uomo/natura, che sembrano mutuati (in forma semplificata) dai capolavori di Hayao Miyazaki. Ovviamente, il film di Malamuzh e Ruban non ha la profondità e la stratificazione di temi di lavori come Nausicaa della Valle del Vento o Principessa Mononoke, e soprattutto opera una distinzione tra bene e male ben più manichea (con tanto di simpatica, consolatoria sequenza mid-credits). Tuttavia, date le premesse che ha, Mavka e la foresta incantata è capace di ammaliare i più giovani e non annoiare gli spettatori adulti, in primis per le finezze cromatiche (a tratti ubriacanti) che lo permeano per tutta l’ora e mezza di durata. Semplice, ma non semplicistico, onesto negli intenti e fresco nel suo modo di narrare una storia universale (pur se radicata nella tradizione locale) senza farsi schiacciare dalla tecnica: il cinema di animazione ha anche bisogno di questo.

Mavka e la foresta incantata, la locandina italiana
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Scheda

Titolo originale: Mavka. Lisova pisnya
Regia: Oleh Malamuzh, Oleksandra Ruban
Paese/anno: Ucraina / 2023
Durata: 90’
Genere: Avventura, Animazione, Fantastico
Cast: Artem Pivovarov, Elena Kravets, Iryna Kovalenko, Katya Osadcha, Khrystyna Soloviy, Marko Halanevych, Mykhailo Khoma, Nataliya Denisenko, Nataliya Sumskaya, Nazar Zadneprovskiy, Nikki Thomas, Nina Garenetska, Nina Matviyenko, Oleg Skripka, Oleh Mykhailyuta, Olena Tsybuska, Serhiy Prytula, Serj, Yuliya Sanina
Sceneggiatura: Jeffrey Hylton, Yaroslav Voytseshek
Musiche: Maksym Berezhnyak, DakhaBrakha, Dario Vero
Produttore: Egor Olesov, Sergey Sozanovsky, Anna Eliseyeva, Iryna Kostyuk
Casa di Produzione: 3Beep, Animagrad Animation Studio, FILM.UA Group
Distribuzione: Notorious Pictures

Data di uscita: 20/04/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

Un pensiero su “MAVKA E LA FORESTA INCANTATA

  1. Ero interessato a vederlo. I film d’animazione europei sono interessanti e vorrei che venissero trasmessi in maniera più vasta. Non credo che lo trasmetteranno nella mia zona e questo mi dispiace molto.

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