PACIFICTION – UN MONDO SOMMERSO

PACIFICTION – UN MONDO SOMMERSO

Con il suo sesto lungometraggio, il regista catalano Albert Serra si confronta per la prima volta direttamente con l’attualità. Pacifiction – Un mondo sommerso è infatti un thriller geopolitico in cui l’ombra dei test nucleari francesi e (possibili) cospirazioni e manovre politiche minacciano un mondo paradisiaco corrotto dal post colonialismo. Il risultato è una pellicola sui generis senza dubbio affascinante, ma troppo concettuale nelle sue lungaggini e nella sua freddezza complessiva.

Una discesa nell’oscurità

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Siamo nella Polinesia francese: l’Alto Commissario De Roller (Benoit Magimel) trascorre le sue giornate negoziando con i leader della comunità locale per l’apertura di un nuovo casinò, o facendo due chiacchiere con i clienti di un nightclub di quartiere gestito dal collega espatriato Morton (Sergi Lopez). Le voci e i sospetti secondo i quali starebbe per riprendere il programma di test nucleari intorno alle isole, interrotto a metà degli anni ’90, creano scompiglio nella normale routine di De Roller. O è tutto frutto delle sue paranoie?

Albert Serra, autore anche della sceneggiatura di questo film insieme a Baptiste Pinteaux, abbandona la Storia con la “S” maiuscola trattata nelle sue precedenti pellicole, dal sovrano di La mort di Louis XIV (2016) ai Re magi de Il canto degli uccelli (2008). Tutti film da noi praticamente inediti o comunque passati sottotraccia (che il futuro ci preservi ancora Fuori Orario per molti anni a venire!) nonostante il regista catalano sia un abituale frequentatore del circuito dei maggiori festival cinematografici: anche Pacifiction – Un mondo sommerso,del resto,è stato presentato al 75° Festival di Cannes, edizione ultima poi vinta da un altro film “particolare” quale Triangle of Sadness di Roben Ostlund.

Una lenta disgregazione psicologica

Pacification, Benoît Magimel, in lontananza, in una scena del film
Pacifiction, Benoît Magimel, in lontananza, in una scena del film di Albert Serra

Se dunque, da un lato, c’è una novità per il cinema di Serra, nella scelta dell’ambientazione e del periodo storico, il suo linguaggio resta però decisamente aleatorio e antinarrativo. Il film sembra infatti girare volutamente a vuoto in una prima parte in cui ci viene prevalentemente raccontata la quotidianità di De Roller tra lavoro e tempo libero, prima che le voci di una Francia in procinto di riprendere test nucleari nelle vicinanze lo facciano precipitare in fantasie e indagini forse paranoiche. Alcuni dei personaggi di Pacifiction – Un mondo sommerso compaiono e scompaiono abbastanza rapidamente, come il signor Ferreira che dopo aver denunciato il furto del suo passaporto viene mostrato sullo schermo pochissime altre volte, lasciando dunque il dubbio sul fatto che possa essere un’ipotetica spia. È come se delle centinaia di ore di materiale girato (circa 580), Serra abbia poi voluto prendere solo ciò che gli interessava senza curarsi troppo dell’integrità narrativa del film.

Un personaggio ambiguo

Pacification, Benoît Magimel in una scena del film
Pacifiction, Benoît Magimel in una scena del film di Albert Serra

Pacifiction – Un mondo sommerso è una pellicola pervasa da una certa ambiguità, che coinvolge in primis il protagonista. De Roller non è infatti un semplice “turista da banane” quanto piuttosto un personaggio che potrebbe tranquillamente essere uscito dalla penna di Joseph Conrad o anche di Graham Greene. Tutto quello che sappiamo di lui è il cognome e il suo status di rappresentante dello stato francese, un ruolo sfumato negli aspetti pratici al punto che non è dato sapere quanto effettivamente le sue azioni siano realmente dalla parte del Protettorato e quanto della popolazione autoctona: è infatti ben consapevole che i problemi del posto non sono eventuali possibili esperimenti nucleari ma qualcosa che corrode alla radice la loro essenza, di cui lui è il primo approfittatore; ci viene mostrato perennemente in completo bianco anche quando è in barca, e ne viene rimarcata l’ambivalenza sessuale. L’isola su cui si svolge la vicenda è infatti popolata prevalentemente da transgender (un segno di civiltà o un altro elemento di traviazione della natura?) tra i quali spicca Shannah (Pahoa Mahagafanau), molto probabilmente la sua amante. Dietro il lento racconto di una vita fondamentalmente ripetitiva e del suo crollo psicologico si celano le piccolezze delle burocrazie coloniali, la cui critica è il tema di fondo del film; ma ci si arriva per intuizioni e per metafore non sempre necessarie.

Un buon inizio (?)

Pacification, una sequenza del film
Pacifiction, una sequenza del film di Albert Serra

Pacifiction – Un mondo sommerso è il primo film di Albert Serra ad avere una distribuzione facilmente accessibile anche per il grande pubblico, e rappresenta un’opportunità per conoscere anche un certo tipo di cinema spagnolo peninsulare e latino-americano (viene infatti in mente Zama, pellicola del 2017 della regista argentina Lucrecia Martel, che peraltro raccontava anch’esso le falle e le criticità del sovranismo europeo). È un film enigmatico e affascinante, in cui le perenni inquadrature fisse soprattutto dei paesaggi e degli edifici dell’isola sembrano essere delle pennellate di Gauguin, grazie anche alla bellissima fotografia di Artur Tort; ma i suoi 163’ di durata, col suo incedere languido e graduale e una certa compiacenza estetica, saranno sufficienti per cominciare a scoprire e apprezzare Serra?

Pacification, la locandina italiana del film
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Scheda

Titolo originale: Pacifiction
Regia: Albert Serra
Paese/anno: Francia, Spagna, Germania, Portogallo / 2022
Durata: 165’
Genere: Drammatico, Thriller
Cast: Benoît Magimel, Sergi López, Alexandre Melo, Baptiste Pinteaux, Cyrus Arai, Cécile Guilbert, Eva Bourgeois, Florence Garneau, Hinatea Boosie, Jean-Philippe Tahitua, Laurent Brissonnaud, Lluís Serrat, Marc Susini, Mareva Wong, Matahi Pambrun, Michael Vautor, Mike Landscape, Montse Triola, Pahoa Mahagafanau, Praxedes de Vilallonga
Sceneggiatura: Albert Serra, Baptiste Pinteaux
Fotografia: Artur Tort
Montaggio: Ariadna Ribas, Albert Serra, Artur Tort
Musiche: Joe Robinson, Marc Verdaguer
Produttore: Joaquim Sapinho, Albert Serra, Jean-Christophe Simon, Marta Vieira Alves, Léa Bardet, Denis Pinson, Olivier Père, Andrea Schütte, Dirk Decker, Montse Triola, Pierre-Olivier Bardet, Laurent Jacquemin
Casa di Produzione: ARTE, Anderground Films, Films Boutique, Archipel Productions, Ciné+, Les Films du Losange, Rosa Filmes, Rádio e Televisão de Portugal (RTP), Arte France Cinéma, Tamtam Film, Cinémage 16, Sotheby's, Bayerischer Rundfunk (BR), Televisió de Catalunya (TV3), Idéale Audience, Radio Televisión Española (RTVE)
Distribuzione: Movies Inspired

Data di uscita: 18/05/2023

Trailer

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Laureato in archeologia ma sempre con pericolose deviazioni cinematografiche, tali da farmi frequentare dei corsi di regia e sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ho partecipato per alcuni anni allo staff organizzativo dell’Irish Film Festival presso la Casa del Cinema. Da qua, il passo per dedicarmi a dei cortometraggi, alcuni dei quali per il concorso “Mamma Roma e i suoi quartieri”, è stato breve, condito anche dalla curatela di un incontro intitolato “La donna nel cinema giapponese”, focalizzato sul cinema di Mizoguchi, presso il cineclub Alphaville. Pur amando ovviamente il cinema nelle sue diverse sfaccettature, sono un appassionato di pellicole orientali, in particolare coreane, che credo occuperanno un posto rilevante nei futuri manuali di storia del cinema.

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