ANTIPOP
Un viaggio intimo, denso, psichedelico, che colpisce dritto al cuore di ogni sognatore. Un diario di ricordi e pensieri sinceri per chi non ha bisogno di definirsi amante della musica, tanto meno di classificare un genere. Una regia che balla armonicamente nelle vibrazioni più antipop che esistano attualmente sulla scena discografica italiana: stiamo parlando del sound controcorrente di Marco Jacopo Bianchi, in arte Cosmo.
Spiritualità, riti e pattern infiniti di semplici parole
Dopo Le voci, videoclip realizzato proprio per Cosmo nel 2017, Jacopo Farina torna ad un passo dai suoi 40 anni, per raccontare le radici del cantante di Ivrea, mettendo insieme i pezzi del suo primo passo nel mondo dell’arte divisa tra fotografia e regia.
Antipop nasce per raccontare e avvicinare i fan, e non solo, a un mondo – quello di Cosmo – fatto di tante domande, energie, promesse mantenute a se stesso, ai suoi compagni di viaggio e in particolar modo a quell’amico (Andrea), venuto a mancare troppo presto per godersi il meritato successo. Un inno a se stessi, alla capacità di credere che non è mai detta l’ultima, ma che soprattutto se si ha qualcosa da esprimere bisogna provare a farlo fino alla fine. perché in fondo la vittoria è un po’ come un “orizzonte circolare”.
Latte verde e Melange
Antipop colpisce allo stomaco i cuori deboli per la musica, e anche quelli più avversi e diffidenti. Jacopo Farina mixa in modo magistrale, e forse anche fin troppo perfetto, il mondo della musica con quello dell’immagine, gioca al piccolo chimico con la sua macchina da presa diviso tra montaggio e narrazione. Ascoltiamo una voce fuori campo , quella di Cosmo, sin dal primo fotogramma: siamo con lui, siamo immersi nel buio della sala di un concerto e tutto può sparire, tutto deve sparire per lasciare spazio solo e soltanto alla musica.
La voce di Marco si chiede una cosa importante, e quella domanda ha la risonanza delle sue melodie elettropop, spesso ricercate tra Le cose più rare e L’ultima festa.
“Come fai a trovare un modo per evadere?” Marco non sa rispondere a questa domanda, eppure la regia semplice, sintetica ed elegante dell’artista milanese sembra volerci suggerire il contrario: una risposta c’è sin dalla nascita, quando il montaggio alternato di Farina ci regala un excursus abbastanza intimo e affettuoso dell’albero genealogico di Cosmo.
Marco, alias Cosmo, nasce ad Ivrea, città metropolitana industriale piemontese che conta all’incirca ventiduemila abitanti. Tutto ha inizio con Latte Verde: tetti, chitarre e un gruppo di amici desiderosi di scoprire perché “nulla è vero e tutto è possibile”.
Stipendio da operaio
Marco impara a suonare la chitarra con il gruppo di Aberdeen, i Nirvana, grazie alle amicizie consolidate con Pierre che all’epoca suona già il rock statunitense alternativo; poi conosciamo Carlo, al basso, e Andrea, un portento rivoluzionario e controverso alla batteria. In questo modo nascono i Melange e l’arte di Cosmo inizia a respirare con loro.
Si prova a casa di Carlo a Castelmonte, in una stanzetta che ha un arredamento tipicamente da baita alpina; piccoli quadretti affissi sul muro in legno sembrano ammiccare e suggerirci che spesso le cose più rare si trovino nei posti sbagliati. L’atmosfera delle luci soffuse che riscaldano dal freddo, lo sguardo di una donna, i golfini e le tute acetate, gli occhiali da sole neri, tutto richiama un universo che non c’è più, senza il quale Marco non avrebbe potuto incontrare se stesso. Sono tutti giovani e pieni di voglia di esistere, di esserci, di sperimentarsi e soprattutto di percepirsi.
Jacopo Farina resta fuori da tutto il contesto malgrado la sua profonda conoscenza con Cosmo: la sua macchina da presa è impercettibile cosi come la scrittura a due mani insieme a Marianna Schivardi. Tutto, in Antipop, è sapientemente dosato e montato in modo che si possa apprezzare lo scorrere del tempo insieme ai pensieri e alle emozioni del cantante.
Se è vero che il talento, come ha dichiarato Jacopo in una recente intervista, è la capacità di superare ciò che ci disturba, questo è quello che Cosmo fa sin da bambino, grazie all’aiuto di una famiglia che di ordinario aveva, come ci dimostra nel corso di questa intima intervista, veramente poco.
Da qui si apre un capitolo, nel docu-film di questo regista, davvero interessante. Marco nasce infatti da un papà comunemente poco comune, un amante delle provocazioni, militante di destra che poi si scopre del tutto schierato a sinistra, un padre unico, un mix letale tra un personaggio di Ciccio Ingrassia e un protagonista diretto da Matteo Garrone.
La mamma custodisce ricordi di vecchi telefonini da adolescente, il centro emotivo della famiglia, il centro dell’amore, una donna che anche lei non manca però di cavalcare l’onda dell’unicità di questa famiglia torinese; una body builder che conserva il fascino di una contemporanea Sharon Stone.
Dalle famiglie ci si aspetta l’ordinario, e invece, come sottolinea l’artista, le radici della sua psichedelica trascendenza sono tutte qui, per non parlare del fratello e del trasferimento insieme ai nonni in Sri Lanka.
Farina traccia un quadro familiare ricco di dettagli sulla vita intima di Cosmo, talvolta inediti persino alle orecchie e agli occhi indiscreti di chi ha frequentato il cantante.
La famiglia di Cosmo è di quelle che ce la fanno, e questo è ciò che arriva al cuore dello spettatore, un grido allo sperimentarsi sempre e comunque. Antipop non esorta lo spettatore a credere nei sogni: è una fotografia realistica di una famiglia oggettivamente sui generis, che trova sempre il modo di vivere in base alle proprie peculiarità.
Antipop non vuole essere la storia di chi grazie al suo talento riesce infine a farcela da solo, ma è la storia di una vita normale ma non comune; perché, come ci ricorda l’artista di Ivrea, anche i nonni riescono a scappare dal lavoro duro in fabbrica per tentare di fallire e riprovare.
In conclusione
Questo è quindi il cammino di chiunque, e non è un viaggio in solitaria, bensì un diario di guerre emotive accese da avvenimenti talvolta molto destabilizzanti ma non per questo unici nel loro essere vissuti; e nessuno forse poteva registrarli nuovamente per congelare ricordi, emozioni e pensieri originali. Jacopo Farina dirige con Antipop un bellissimo affresco intessuto di temi, suoni, sguardi e ricordi preziosi per chiunque abbia la capacità di saperli cogliere.
Locandina
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Scheda
Titolo originale: Antipop
Regia: Jacopo Farina
Paese/anno: Italia / 2023
Durata: 60’
Genere: Documentario
Cast: Cosmo
Sceneggiatura: Jacopo Farina, Marianna Schivardi
Montaggio: Jacopo Farina, Neil Devetti
Musiche: Cosmo
Produttore: Audrey Gouband
Casa di Produzione: 42 Records, Sony Music Entertainment Italy
Distribuzione: MUBI
Data di uscita: 01/03/2024