COCAINORSO: IN VISTA UN SEQUEL PER LA FOLLE HORROR COMEDY

Sarebbe in preparazione un sequel per Cocainorso, horror comedy che sbancò a sorpresa i botteghini un anno fa, per la regia di Elizabeth Banks.
Il successo di Cocainorso – horror comedy del 2023, vagamente ispirata a una storia reale – aveva spiazzato molti osservatori, un anno fa, facendo ipotizzare subito la messa in cantiere di un sequel: ora, stando a quanto rivelato dallo scooper Daniel Richtman (in un’indiscrezione riportata in Italia da Movieplayer.it) sarebbe effettivamente in preparazione un Cocainorso 2, con la regista dell’originale Elizabeth Banks pronta a tornare in veste di produttrice – e forse anche dietro la macchina da presa.
Si tratta, al momento, di una notizia non ufficiale, da cui non trapelano ovviamente dettagli su quella che potrebbe essere la trama di questo sequel. L’ipotesi è comunque avvalorata dalle dichiarazioni che un anno fa aveva fatto la stessa Banks, quando si era detta disponibile a girare un secondo episodio laddove se ne fosse presentata l’occasione: “Ci siamo divertiti molto, e se avessi nuovamente l’opportunità di stupire il pubblico e deliziare me stessa, sicuramente la prenderei al volo”.
Cocainorso era stato lanciato come ispirato a una storia vera, ma di fatto si tratta di un’ispirazione molto “libera”: gli eventi di cui si parla risalgono infatti al 1985, quando un carico di cocaina fatto precipitare nelle foreste del Tennessee da un gruppo di trafficanti colombiani, fu accidentalmente inalato da un orso. Nella realtà l’animale, soprannominato Pablo Eskobear, morì subito per overdose, mentre il film immagina invece una sua grottesca trasformazione in una bestia tanto vorace quanto psichicamente alterata dalla droga.
Elizabeth Banks, presentando il film, spiegò così il suo interesse per la storia: “Quando ho letto la sceneggiatura, ad aprile 2020, ho pensato che un orso sotto cocaina fosse una metafora del caos che era appena scoppiato nel mondo. Non c’è nulla di più caotico di un orso strafatto di cocaina; girare quel film è stato un po’ un modo per addomesticare quella confusione, e cercare di far uscire le persone da quel trauma”.