SPEAK NO EVIL – NON PARLARE CON GLI SCONOSCIUTI
Uscito a soli due anni dall’originale, il remake di Speak No Evil diretto da James Watkins – col marchio della Blumhouse – sceglie la via della reinterpretazione piuttosto che quella della riproposizione: una scelta in un certo senso obbligata, visto l’impatto dirompente (e in sé impossibile da replicare) che il film danese aveva esercitato sullo spettatore, specie su quello inconsapevole. Un’operazione che, viste le sue difficoltà intrinseche, può dirsi sostanzialmente riuscita.
Un remake impossibile?
Quello di Speak No Evil, cult thriller/horror di produzione danese datato 2022, è di fatto quasi un instant remake, visto il tempo decisamente breve (comunque sufficiente per dargli la sua aura di culto) intercorso dall’uscita dell’originale. Una circostanza che rendeva decisamente non agevole il compito per James Watkins, regista già segnalatosi per il duro Eden Lake (2008) e per l’apprezzabile horror gotico The Woman in Black (2012). Alla vicinanza temporale dell’originale, e al fatto che anche quest’ultimo fosse recitato in gran parte in lingua inglese – circostanza che porta inevitabilmente, ma nondimeno oziosamente, a interrogarsi sulla “necessità” o meno di un rifacimento – va aggiunta quella che era la peculiarità principale del lavoro di Christian Tafdrup; il suo brusco “deviare”, cioè, da un’atmosfera da dramedy con qualche incursione pregna di inquietudine – mood mantenuto per circa tre quarti della sua durata – a un durissimo e realistico clima da horror nell’ultima frazione, tale da sfidare i limiti del filmabile e da lasciare un senso di profondo shock nello spettatore inconsapevole. Uno schema che ha i suoi capisaldi in classici come Society – The Horror di Bryan Yuzna e Audition di Takashi Miike, lavori che parimenti blandivano lo spettatore per gran parte della loro durata, per poi colpirlo in modo durissimo nella parte finale. Uno schema che, per forza di cose, non poteva essere replicato – perlomeno non nelle stesse modalità – in questo remake di produzione angloamericana, col marchio della Blumhouse.
Nella tana dei lupi
Il plot di base del nuovo Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti ripercorre in modo sostanzialmente fedele le tappe dell’originale: una coppia di turisti di nome Ben e Louise (qui interpretati da Scoot McNairy e Mackenzie Davis) in vacanza in Italia con la loro figlia undicenne, incontrano l’affabile duo formato da Paddy e Ciara (rispettivamente James McAvoy e Aisling Franciosi) a loro volta in villeggiatura col figlioletto Ant. Le due famiglie finiscono presto per fraternizzare; al punto che, al ritorno dalla vacanza, Ben e Louise si vedono recapitato l’invito da parte dei nuovi amici a trascorrere con loro un weekend nella loro tenuta nel mezzo della campagna inglese. La coppia accetta l’invito, nonostante i dubbi derivati dalla conoscenza solo recentissima dei due; dubbi che presto si riveleranno fondati, e che trasformeranno la tranquilla vacanza dapprima in un susseguirsi di spiacevoli episodi, poi in un vero e proprio incubo.
(Don’t) Twist and Shout
È complesso fare un’analisi di questo Speak No Evil versione 2024 dribblando del tutto gli spoiler; ciò vista soprattutto l’inevitabilità del confronto col prototipo danese, e il suo essere profondamente basato sullo shock del cambio atmosfera nell’ultima frazione: quel twist “climatico”, più che narrativo, a cui accennavamo pocanzi. Un twist che ovviamente non poteva essere riproposto tal quale in questo prodotto: circostanza, quest’ultima, di cui Watkins – autore anche della sceneggiatura – sembra essere consapevole fin dal principio. Va detto infatti che, nonostante la sostanziale fedeltà agli eventi dell’originale per gran parte – non tutta – la sua durata, questo nuovo Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti si presenta da subito come un’interessante reinterpretazione dell’originale: viene introdotto infatti il tema della crisi di coppia dei due protagonisti – tema che rafforza il motivo del contrasto tra la famiglia borghese con le sue convenzioni (e i suoi silenzi) e la realtà alternativa proposta dai due ospiti; c’è un’insistenza decisamente maggiore sul fascino inquietante – e in nuce pericoloso – della wilderness che circonda l’isolata residenza, motivo con cui l’autore di Eden Lake si trova ovviamente molto a suo agio. C’è, soprattutto, una gestione decisamente differente dell’atmosfera della storia, sia per la sua costruzione nel corso del racconto, sia per i suoi approdi.
Un risultato apprezzabile, date le premesse
Se da una parte, infatti, la maggior lunghezza del film favorisce un prolungarsi (sapientemente gestito in termini di tensione) della fase più “statica” della storia, dall’altra l’istrionismo sopra le righe di James McAvoy – che fa suo il ruolo in modo decisamente apprezzabile – fa scattare i campanelli d’allarme nello spettatore ben più presto di quanto non accadeva nell’originale. Si tratta di una scelta, si badi bene, non di un limite: se lo Speak No Evil del 2022 era basato su un percorso rettilineo che a un certo punto veniva bruscamente deviato, qui non si cambia direzione, ma si gioca piuttosto sull’accumulo di tensione. Accumulo molto lento, che preannuncia, allude e suggerisce (molto) prima di sferrare il colpo; una scelta quindi radicalmente diversa da quella dell’originale, ma quasi obbligata alla luce delle considerazioni che facevamo sopra. Questo remake, così, presentatosi come reinterpretazione, diviene progressivamente (e inevitabilmente) altro rispetto al suo modello: un altro che per forza di cose non possiede la sua carica dirompente, che diluisce buona parte della sua cattiveria, ma che ottiene probabilmente il miglior risultato che si poteva conseguire, vista la difficoltà intrinseca nell’operazione. I rimandi diretti al film di Christian Tafdrup, comunque, non mancano, anche (e soprattutto) laddove la sceneggiatura sceglie di allontanarsi più radicalmente da quanto quest’ultimo aveva raccontato: lasciamo ovviamente allo spettatore il piacere di scoprirli. Spettatore che, da par suo, potrà ritenersi complessivamente soddisfatto da questa operazione: un’operazione che porta a casa un risultato apprezzabile, pur consapevole (in modo esplicito e dichiarato) di dover in qualche misura “deludere” chi cercasse un impatto paragonabile a quello dell’originale.
Locandina
Gallery
Scheda
Titolo originale: Speak No Evil
Regia: James Watkins
Paese/anno: Stati Uniti / 2024
Durata: 110’
Genere: Horror, Drammatico, Thriller
Cast: James McAvoy, Scoot McNairy, Mackenzie Davis, Aisling Franciosi, Alix West Lefler, Kris Hitchen, Motaz Malhees, Dan Hough
Sceneggiatura: James Watkins
Fotografia: Tim Maurice-Jones
Montaggio: Jon Harris
Musiche: Danny Bensi, Saunder Jurriaans
Produttore: Jason Blum, Jon Romano
Casa di Produzione: Universal Pictures, Blumhouse Productions
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 11/09/2024