FLOW – UN MONDO DA SALVARE

FLOW – UN MONDO DA SALVARE

Flow – Un mondo da salvare, secondo film animato per il regista lettone Gints Zilbalodis, sarà uno dei film di animazione maggiormente ricordati dell’ultimo anno per il grande impatto visivo, a cui si associa la scelta di prediligere il silenzio, oltre a quella di affrontare uno dei temi più scottanti del momento in maniera semplice e chiara, ovvero la crisi climatica.

Un’arca di Noè senza Noè

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Nonostante Flow – Un mondo da salvare sia un film ambientato in un imprecisato scenario apocalittico (o post-apocalittico), le atmosfere qui suscitate dal regista Gints Zilbalodis richiamano dei sentimenti di nostalgia e speranza: lo spettatore si troverà di fronte a uno spettacolo della natura di rara bellezza dal punto di vista dell’animazione – con la rappresentazione di fiumi, foreste e vallate – ma anche, qua e là, di rovine archeologiche maestose, che – silenziose – ricordano la presenza dell’uomo sulla Terra.

E invece, in Flow per l’uomo non c’è alcuno spazio: ne viene intuito il passaggio dal fatto che il piccolo gatto nero protagonista di questa avventura sia l’unico superstite della sua casa umana, oltre che – appunto – dalla presenza di imponenti rovine architettoniche e artistiche all’interno degli splendidi paesaggi naturali che faranno da scenario all’avventura.

Una storia di sopravvivenza alla crisi climatica

Flow - Un mondo da salvare, un'immagine tratta dal film
Flow – Un mondo da salvare, un’immagine tratta dal film

La trama di Flow – Un mondo da salvare è relativamente semplice. Un gatto nero si ritrova senza la sua famiglia “umana” (e senza altri gatti) a far fronte a un’alluvione immensa con conseguente innalzamento delle acque e ingrossamento dei fiumi e dei mari: inizialmente lo stupore sarà tanto, anche perché il piccolo felino si ritroverà nel bel mezzo dell’inondazione proprio mentre cerca di sfuggire a un gruppo di cani.

Quando capirà che deve trovare riparo dall’alluvione senza indugiare oltre, inizierà l’avventura; così dal fiume troverà una piccola barca (altra creazione dell’uomo) già abitata da un capibara (una sorta di grande castoro) con cui inizierà una strana convivenza. A loro due ben presto si aggiungeranno altri compagni di viaggio, ognuno appartenente a una specie animale molto diversa e, dunque, con abitudini quotidiane e necessità (come quella di nutrirsi) molto differenti le une dalle altre.

Una favola morale con paesaggi mozzafiato

Flow - Un mondo da salvare, una foto tratta dal film d'animazione
Flow – Un mondo da salvare, una foto tratta dal film d’animazione

Flow – Un mondo da salvare è perciò l’avventura di un gatto alla ricerca di un riparo sicuro nel bel mezzo di una crisi climatica ormai conclamata, ma è soprattutto una storia di sopravvivenza nell’emergenza, vista attraverso lo sforzo di convivenza con gli altri superstiti.

Flow ha molto delle favole morali di Esopo, ma – naturalmente – vi aggiunge uno sguardo contemplativo molto contemporaneo, che ha nell’uso del silenzio il suo principale alleato.

A fare del lavoro di Zilbalodis un film interessante, infatti, è proprio l’abbinamento di paesaggi incredibili – sospesi in uno spazio/tempo indeterminato con sfumature fantasy – alla scelta del silenzio.

Il mondo dell’animazione ci ha spesso abituati agli animali protagonisti delle più incredibili avventure; si trattava, però, nella maggior parte dei casi di animali antropomorfizzati, che avevano per lo più il ruolo di enfatizzare alcune caratteristiche umane, oppure quello di aiutanti/mascotte dei protagonisti umani (come la scimmietta Abù di Aladdin, per esempio).

Il realismo e l’utilizzo del silenzio

Flow - Un mondo da salvare, una scena del film d'animazione
Flow – Un mondo da salvare, una scena del film d’animazione

In Flow gli animali sono esattamente ciò che sono nella percezione quotidiana di tutti noi, e uno dei traguardi raggiunti dal regista è proprio quello di saperli raffigurare così bene nelle loro peculiarità e nella loro mimica, rendendo molto chiaro – grazie a un’animazione e a un’espressività eccellenti – quando il piccolo protagonista provi paura, perplessità, curiosità o sollievo.

Pertanto Zilbalodis ha il merito di saper coniugare una prospettiva molto realistica e asciutta con atmosfere vagamente fantasy e apocalittiche (seppur realistiche nel loro riferimento alla crisi climatica). Come dicevamo, poi, è senz’altro presente il registro della favola morale, attraverso la metafora (neanche troppo velata) della convivenza tra specie animali differenti, che si trovano letteralmente tutte “sulla stessa barca” a dover collaborare per sopravvivere.

Il linguaggio più eloquente in questo Flow – Un mondo da salvare risulta quello del silenzio: la realtà è già evidente nella sua strabordante forza e impetuosità, basterebbe solo osservare.

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Locandina

Flow - Un mondo da salvare, la locandina italiana del film d'animazione

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Scheda

Titolo originale: Flow
Regia: Gints Zilbalodis
Paese/anno: Francia, Belgio, Lettonia / 2024
Durata: 84’
Genere: Avventura, Animazione, Fantastico
Sceneggiatura: Gints Zilbalodis, Matiss Kaza
Fotografia: Gints Zilbalodis
Musiche: Gints Zilbalodis, Rihards Zalupe
Produttore: Ron Dyens, Gregory Zalcman, Matiss Kaza, Gints Zilbalodis
Casa di Produzione: Dream Well Studio, Sacrebleu Productions, Take Five
Distribuzione: Teodora Film

Data di uscita: 07/11/2024

Trailer

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Appassionata di filosofia con un’attenzione particolare rivolta alla storia delle religioni, all’antropologia e alla diverse forme d’arte, si è specializzata in pratiche filosofiche nel 2018, presso la SUCF di Roma. Come giornalista si occupa di cultura, cinema, politica e attualità.

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